Mercato, cosa aspettarsi dai prossimi mesi?

In una nostra recente analisi avevamo evidenziato come dopo un biennio di crescita intensa il mercato del noleggio avesse iniziato a mostrare i primi segni di incertezza, soprattutto a causa dei fattori di difficoltà prodotti dallo scenario economico internazionale.

Più che a un periodo di decrescita, tuttavia, i dati che abbiamo a disposizione fanno pensare all’inizio di un nuovo periodo di normalizzazione per il mercato.

Per farla breve, la domanda non tornerà a schizzare verso l’alto nel prossimo futuro e, di conseguenza, gli affari non andranno necessariamente bene per tutti. In questo scenario, potrebbe essere soprattutto la qualità dell’offerta a fare la differenza per il successo o l’insuccesso delle aziende.

L’analisi di mercato presentata da KPMG durante l’ultima Convention ERA, svoltasi nel mese di maggio a Lisbona, è stata l’occasione ideale per fare il punto sull’andamento del mercato in questo inizio di 2024 e cominciare a delineare che cosa ci attende nei prossimi mesi.

Lo scenario d’insieme

Partendo dal contesto d’insieme, va innanzitutto sottolineato come per molte ragioni, tra cui l’impennata dell’inflazione che ha spinto la banca centrale ad aumentare i tassi di interesse e l’aumento dei prezzi dell’energia, nel corso del 2023 l’economia europea ha subito un generale rallentamento, con una conseguente diminuzione del volume degli affari.

In particolare, la politica monetaria della BCE sui tassi di interesse ha avuto un enorme impatto sul settore delle costruzioni, riducendo almeno momentaneamente il volume degli investimenti. Nei Paesi del nord, come Svezia e Finlandia, a seguito di queste congiunture il mercato delle costruzioni è calato addirittura del 10 per cento.

In generale, come vedremo più avanti, le varie specificità dei mercati europei hanno determinato un impatto più o meno importante per queste complicazioni a seconda del Paese di riferimento. Tuttavia, non mancano gli elementi positivi che promettono un deciso miglioramento della situazione già nel breve termine.

Ne sono un perfetto esempio gli investimenti promossi dall’Unione Europea, già programmati in via definitiva ma non ancora entrati in atto. Su tutti il programma Next-Gen EU, che complessivamente potrà portare all’investimento di una cifra enorme ( fino a 800 miliardi di euro) a favore dei Paesi membri da spendere entro il 2037

I criteri per l’allocazione di questi fondi sono tre: la dimensione del PIL, i tassi di occupazione e l’impatto del Covid. In base a questi criteri, alcuni paesi, tra cui la stessa Italia, riceveranno un supporto finanziario da parte dell’Unione Europea pari fino al 10 per cento del loro PIL.

Una delle slide presentate durante la Convention ERA

Le conseguenze dello scenario economico sul mercato del noleggio

La ritrosia negli investimenti, l’impatto dei tassi di interesse e la mancata compensazione attraverso la spesa pubblica hanno determinato un rallentamento generale del mercato del noleggio in quasi tutti i Paesi europei tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

A subire l’impatto negativo di questo rallentamento sono stati anche i Paesi europei in cui il noleggio produce fatturati più alti, come Francia, Germania e Regno Unito.

Ciononostante, anche in questi mercati nel 2023 il noleggio ha continuato a marciare su buoni livelli, con crescite rispettivamente del +5.3,+3.0 e +3.2 per cento. La situazione dovrebbe però peggiorare nel 2024, con valori previsti in calo al +2.0, +1.1 e +1.5 per cento.

Tra i mercati di maggiori dimensioni (ossia sopra la soglia degli 1,5 miliardi di fatturato), hanno fatto registrare i migliori risultati Italia e Spagna, cresciute del +6 e +8 per cento nel 2023 e con una crescita prevista del +2,2 e +5,5 per cento nel 2024.

Per l’Italia la situazione è quindi piuttosto promettente, dato che, come abbiamo detto prima, proprio insieme alla Spagna saremo tra i Paesi a ricevere i maggiori fondi dal progetto Next Generation EU.

Mercato del noleggio, l’Italia può sorridere?

Ai dati presentati durante la Convention ERA si aggiungono quelli raccolti da Assodimi, in cui non sono mancati altri spunti di riflessione interessanti.

La survey effettuata da Assodimi, innanzitutto, ha rivelato una netta separazione tra il sentiment delle aziende che si occupano principalmente di noleggio e quelle per le quali la vendita occupa una parte importante del business.

Infatti, il sentiment complessivo ha visto un rallentamento medio del -10 per cento, mentre per chi si occupa principalmente di noleggio l’indice è risultato nella forbice tra 0 e +5 per cento. Il dato non stupisce se consideriamo il calo delle vendite registrato in tutta Europa, di cui avevamo analizzato le implicazioni in un precedente articolo. Il sentiment di chi si occupa principalmente di noleggio, invece, conferma i dati positivi registrati da KPMG per conto di European Rental Association.

Altro dato interessante è quello relativo ai tassi di utilizzo, leggermente calati rispetto al periodo del boom post-pandemico. Finché i livelli rimangono comunque buoni questo non è necessariamente un male, visto che la domanda di quel periodo era in alcuni casi fin troppo alta rispetto alla capacità di alcune aziende di gestirla.

Con una minore pressione da parte della domanda, i noleggiatori possono lavorare in modo più ottimale e soddisfare al meglio tutte le richieste, con conseguenze positive sulla percezione del noleggio da parte delle imprese utilizzatrici.

Alcuni segmenti di prodotto continuano comunque a registrare tassi di utilizzo molto elevati, come i sollevatori telescopici (sia fissi che rotativi) e i veicoli industriali. Anche il noleggio di macchine movimento terra pesanti sta registrando un periodo molto interessante, grazie anche alla spinta dei lavori promossi dal PNRR.