Da qualche tempo, anche nel noleggio italiano si sente parlare più spesso di economia circolare. Seppure in ritardo sui tempi rispetto al resto d’Europa e sempre accompagnato da grande scetticismo, il tema sembra essere diventato finalmente centrale.
Gli investimenti annunciati nei piani programmatici di sviluppo di alcuni player, non solo di grandi dimensioni, dimostrano che stavolta si vuole fare sul serio.
Ma cosa intendiamo esattamente quando parliamo di sostenibilità nel settore del noleggio di attrezzature?
Sostenibilità e noleggio italiano
I primi tentativi di avviare una discussione pubblica sulla sostenibilità nel noleggio in Italia risalgono al 2014. In quell’anno, ERA ha scelto Roma come sede di un convegno internazionale dedicato proprio a questo tema. Qui trovate un articolo dedicato all’evento.
European Rental Association non ha mai smesso di perseguire il tema attraverso iniziative concrete, raccolte perlopiù dai grandi noleggiatori a nord dei nostri confini.
Un’intervista che Carole Bachman ci ha rilasciato in esclusiva qualche mese fa dimostra che gli sforzi di ERA vanno sempre in questa direzione.
Ai tempi del primo convegno, sostenibilità era una parola legata quasi esclusivamente a questioni di impatto ambientale. Come industria del noleggio si pensava che il maggiore impatto sull’ambiente avesse a che fare solo con le emissioni delle macchine e delle attrezzature. Queste emissioni però sono governate dalle decisioni dei produttori, quindi era a loro che bisognava rivolgersi.
A loro volta, le decisioni dei produttori erano dettate dai regolamenti governativi sui tipi di motore e di carburante, un argomento che negli ultimi anni ha avuto un’impennata verso l’ibrido e l’elettrico, e lo sanno bene quelli del settore Automotive.
In questo scenario, il ruolo dell’industria del noleggio delle attrezzature è sempre stato percepito come troppo passivo, relegato a qualche intenzione generica e, soprattutto, dipendente da scelte fatte su altri tavoli.
I noleggiatori hanno sempre obiettato, direi giustamente, che se più imprese edili o industriali scegliessero il noleggio delle attrezzature come soluzione strategica – invece di possedere flotte proprie, sottoutilizzate, vecchie e spesso più inquinanti – il miglioramento sarebbe evidente.
Nel corso degli anni, il concetto di sostenibilità si è lentamente ampliato e il tema è sempre più legato all’economia circolare in senso più ampio.
Ed è proprio questa evoluzione a toccare nuovamente i noleggiatori, rendendoli potenzialmente protagonisti in prima linea.
Sostenibilità e territorio
Il nuovo punto di partenza per un legame tra noleggio e sostenibilità è la dimensione territoriale, certamente intesa come porzione di terra da salvaguardare, ma anche e soprattutto come ecosistema di persone e aziende da sostenere.
Nella mia idea di economia circolare, infatti, il valore generato deve partire dall’azienda di noleggio e tornare all’azienda dopo essere transitato (e redistribuito) a tutte le componenti coinvolte: organizzazione interna (welfare), clienti, stakeholders, territorio sociale, eccetera.
Tutti i temi sul tavolo devono convergere in una purpose di alto profilo, perché in gioco c’è la vita personale e professionale delle persone. Ci sono le famiglie, ci sono i nuclei sociali e c’è il territorio come insieme di valori.
Quello che sembra mancare in molti progetti è il tema della redistribuzione del valore in termini di impatto sulle disuguaglianze o sui benefici nella vita delle persone.
Certo, non è semplice, si tratta di riflessioni con un orizzonte temporale di lunga gittata che a volte fanno a pugni con piani industriali i quali, se va bene, guardano avanti solo di un anno o due. O che sono concentrati esclusivamente sul volume e sui margini dell’azienda o sul profitto da portare agli azionisti.
Ma è proprio qui la vera rivoluzione che chiama in causa i noleggiatori nel guidare proattivamente azioni di questo tipo.
Una grave carenza di molti progetti ecosostenibili in generale, quando ci sono, è infatti la concretezza dell’attuazione. È una tendenza di tutta l’industria italiana, al di là dei proclami con cui ci si è riempiti pubblicamente la bocca in fase di lancio, poi non se ne sa più nulla.
Una volta strombazzati e fatti rimbalzare superficialmente dai media, quasi sempre i proclami spariscono dai radar. Sono davvero pochi a farne una narrazione, a generare un’emozione continua attraverso il racconto di ciò che si è realizzato o generato sui territori.
Come in molti altri aspetti della comunicazione aziendale, quello di cui non difettano questi progetti è l’esibizione muscolosa di quanto si è stati bravi nel pensare alla sostenibilità. Sembra che l’economia circolare debba essere funzionale solo alla visibilità che genera.
Fateci caso: gli spot pubblicitari dei soggetti più inquinanti del pianeta sono pervasi da immagini di pace, dove la natura trionfa e le persone fanno yoga all’aperto respirando a pieni polmoni. Questa fuffa narrativa è talmente diffusa che ha persino un nome: si chiama greenwashing.
Le parole chiave della sostenibilità nel noleggio
Tornando ai noleggiatori, alla loro collocazione sul territorio e al ruolo di perno di generazione di valore, le parole chiave di questa narrazione dovranno essere strettamente legate alla concretezza delle azioni messe in campo. Perché, se c’è una cosa che funziona in un territorio circoscritto, è proprio l’amplificazione del “passaparola”, sia positivo che negativo.
Ne annoto qualcuna, anticipando che su Rental Blog svilupperemo questi temi nel corso di tutto il 2022. L’economia circolare sarà non solo al centro di molti dei nostri articoli, ma anche di alcuni progetti che ci piacerebbe portare avanti con alcuni di voi.
- Crescere, costruire e nutrire qualche piccolo sogno capace di coinvolgere tutto l’ambiente sociale e attirare le risorse di un territorio. Un esempio eclatante e ormai datato è quello del PalAlgeco di Brescia che nel 2006 ha permesso a Vanessa Ferrari e alle atlete bresciane della ginnastica artistica di allenarsi in una palestra super attrezzata e ottenere i risultati che tutti abbiamo avuto sotto gli occhi.
- Generare energia positiva coinvolgendo un’intera comunità, umana e professionale, nel sostegno di questi progetti comuni. Ad esempio mettendo a disposizione tempo, macchine e competenze. Anche “solo” per dare uno sbocco professionale nel noleggio alle generazioni future o per abituare le persone che rimboccarsi le maniche non è inutile.
- Potenziare la cultura del raggiungimento degli obiettivi, attraverso la condivisione di tecnologia e fare insieme esperienza di consapevolezza del valore generato. Il noleggiatore che apre le sue porte alle scuole, ai disabili, o anche solo ai potenziali utilizzatori. Non in chiave commerciale, ma di comprensione del valore di una professione che non è ancora narrata al meglio.
- Cambiare i paradigmi attuali insegnando che gli obiettivi umani, professionali, sportivi non si raggiungono solo attraverso la delega alle istituzioni. Ognuno è artefice e promotore di un destino personale e comune, ed è quindi attore protagonista del destino dell’ambiente in cui vive. La pandemia ci ha insegnato che siamo tutti dipendenti gli uni dagli altri, sarebbe bene sviluppare questa cultura della comunità al pari di come si viveva nei cortili cinquanta o cento anni fa.
- Far progredire l’ambiente inteso come territorio integrato, attraverso azioni di salvaguardia delle risorse e contagiando le persone verso pratiche virtuose attorno all’obiettivo principale: generare un contesto vivibile sotto tutti i punti di vista. In questo i noleggiatori sono maestri, dato che loro stessi promuovono di fatto quotidianamente la cultura dell’uso senza sprechi. Ma anche generando esperienze di come ci si può muovere su un territorio in piena sicurezza, ad esempio collaborando con le scuole per la promozione di comportamenti attenti e consapevoli in ogni aspetto della vita di una città. Magari avremo anche qualche morto in meno nei cantieri o sulle strade.
- Prendersi cura tutti insieme dello stesso progetto, andando oltre la competizione, lanciando, sostenendo e realizzando idee comuni attraverso la metodologia migliore di tutte: favorire la crescita e l’interscambio della propria community, valorizzando l’apporto di tutti. Che sia prendersi cura di un giardino pubblico o realizzare una vera “casa di tutti” laddove l’istituzione non riesce più ad arrivare. Il noleggiatore possiede tutte le risorse e le competenze per avviare queste pratiche da leader, manca solo l’ultimo metro: l’attuazione pratica.
Questo è il contributo che personalmente mi aspetto dal noleggio nei confronti dell’economia circolare e a favore di un ecosistema sostenibile.
Al di là dell’impatto ambientale, che resta comunque il primo fondamentale passo.