Il dovere di affascinare le giovani generazioni

Proseguiamo la nostra riflessione sulla mancanza di personale tecnico e sul ricambio generazionale nel noleggio pubblicando in esclusiva una interessante riflessione di Gabriella Martani, Amministratrice Delegata di Eurotecno, che sta ispirando una visione aziendale costruita intorno a valori solidi e lungimiranti.

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Mi sono chiesta spesso come si possa rendere più attrattivo il mondo del sollevamento aereo, specialmente per le giovanissime generazioni.

Saranno loro, infatti, a proseguire il percorso verso l’industrializzazione avviato in questo settore, che necessita sempre più di un ricambio generazionale.

Il tema in realtà riguarda nel suo insieme tutto il lavoro tecnico operativo, ancora incentrato sulle figure tradizionali dei meccanici, dei collaudatori, dei manutentori.

Tutto questo mentre la digitalizzazione sta già facendo passi da gigante per sostituire gradualmente l’intervento manuale sulle macchine.

Tuttavia, in questo settore ci si deve ancora sporcare le mani perché, almeno per il momento, nessuna intelligenza artificiale è capace di sostituire l’uomo in questo tipo di attività.

La manutenzione predittiva digitale, la realtà aumentata, forse anche l’idea di un metaverso più concreto, in termini di applicazione non appartengono ancora a un futuro imminente.

Probabilmente, pensare a giovani col camice bianco che lavorano dietro a grandi schermi indossando gli occhiali della realtà virtuale, o che analizzano i dati facendo intervenire sulle macchine altre macchine, rimarrà fantascienza ancora per qualche tempo.

Al momento però, questo futuro non possiamo solo immaginarlo, ma anche costruirlo, rendendolo compatibile coi desideri professionali di una generazione che è ancora seduta sui banchi della scuola primaria.

Alimentare la passione

Quando sono entrata in azienda, circa nove anni fa, non conoscevo nulla del mondo del sollevamento. O meglio, consideravo solo gli aspetti che impattavano in maniera sfavorevole sulla mia famiglia.

Nel momento in cui ho deciso di intraprendere questo percorso professionale, però, il mio sguardo è cambiato e la curiosità di comprendere meglio questo mondo ha preso il sopravvento.

Mi sono lasciata travolgere dagli insegnamenti entusiasti che alcuni collaboratori facevano delle macchine presenti nel nostro parco.

Nei loro occhi ho visto la luce della passione e ho compreso che questo trasporto trasforma gli oggetti.

Oggi, grazie a loro, io immagino le attrezzature quasi come se fossero persone.

Le macchine ci raccontano da quale idea progettuale sono nate, per quale scopo sono state ideate; le attività necessarie al controllo, collaudo e manutenzione servono a sviluppare sensibilità di ascolto e di comprensione del linguaggio della macchina.

Ed è una lingua nuova, straniera, ma che dobbiamo apprendere perché conoscerla e tradurla anche agli altri permette di rendere queste macchine sicure per chi le utilizza. E questo può anche voler dire salvare delle vite.

Ispirare il futuro dei ragazzi

Se vogliamo trasmettere il valore del lavoro e del settore in cui operiamo alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, forse dobbiamo testimoniare che il lavoro può coincidere con le proprie aspirazioni.

Oppure, che può essere lo strumento che aiuta a realizzarle.

Noi per primi dobbiamo coltivare degli interessi e mantenere la curiosità sempre allenata per poter stimolare i desideri nelle giovani generazioni.

Perché è la curiosità che accende la mente e diventa l’argilla su cui ognuno plasma la sua sete di conoscenza e di realizzazione.

Il nostro sforzo deve essere al contempo culturale e pedagogico: dobbiamo saper coinvolgere le ragazze e i ragazzi con progetti tangibili, farli sentire protagonisti del loro presente e ispiratori del loro futuro, affinché consapevolmente possano prendere in considerazione questo settore e scegliere un lavoro che magari al primo impatto non li aveva interessati per niente.

Questa è stata anche la mia esperienza: quando sono andata a visitare le aziende di alcuni nostri fornitori, ho scoperto un mondo imprenditoriale fatto di eccellenze, fondato su valori quali l’impegno, la serietà, la grande professionalità, la qualità, la specializzazione e l’innovazione, mai disgiunti dall’umanità e dall’etica che consentono di stabilire come necessari, se non indispensabili, lo sviluppo di relazioni cliente-fornitore basate sulla fiducia.

Un lavoro in cui “sporcarsi le mani” assume un significato ben più ampio e profondo: significa metterci le proprie idee, fare esperienza, condividerla, sperimentare in prima persona.

Infine, farlo diventare il lavoro in cui confluiscono passione e creatività, vissuto in un ambiente etico dove si possano condividere anche valori più ispirativi e identificativi per la loro generazione, come la sostenibilità, l’inclusività e la parità di genere.

Prendersi cura

Siamo capaci di dare loro il necessario spazio?

Come possiamo intercettare i loro interessi e le loro passioni a partire dalla più giovane età?

Sappiamo far loro immaginare e anche vedere come le singole azioni possono cambiare e migliorare la realtà di un’azienda e del settore di riferimento, e come tutto questo migliora anche il contesto civile e sociale attorno alle aziende?

Io credo di sì.

C’è una sola strada possibile, ed è quella di cominciare concretamente a prendersi cura di questi ragazzi, accompagnarli alla scoperta del mondo del lavoro, che coincide sempre meno con quello raccontato dalla tv o dai media, spesso in modo conflittuale e negativo.

Il mondo del lavoro è un ambiante sano e onesto, dove si può delineare il loro futuro, in cui investire per creare il contesto che li accompagnerà nella crescita professionale; dove si può immaginare e realizzare un futuro con cui sostenere i propri progetti di vita, ad esempio una famiglia, o le proprie passioni.

È la formazione specializzata, lo sviluppo professionale, il lavoro di squadra, l’ambiente sicuro, il clima positivo, la valorizzazione dei talenti di ciascuno, l’opportunità di far carriera, verticalmente o trasversalmente.

Uno sguardo che ci accomuna

Ogni tanto ripenso al pannello che ho creato e affisso nella nostra sala riunioni, nato dal desiderio di rappresentare la realtà imprenditoriale che guido col mio team.

Siamo partiti da un’idea, l’abbiamo trasformata in una visione e in questa visione molti nostri collaboratori si sono riconosciuti, ci hanno voluto credere.

Nella nostra azienda lavoriamo tutti tenendo conto della possibilità di sviluppare nuove intuizioni, imparando gli uni dagli altri, usando le competenze condivise per trasformare la realtà e realizzare un sogno che ancora oggi si concretizza ogni giorno e guida il nostro percorso di crescita continua.

Se Eurotecno è una realtà solida e autorevole, è anche grazie al fatto che i valori che ci guidano non sono basati esclusivamente sul profitto, che comunque sostiene e rende tutto possibile.

È anche lo sguardo che abbiamo condiviso, la passione per quello che facciamo, che sostengono gli sforzi per raggiungere i nostri obiettivi.

In questo modo, sforzi e obiettivi saranno più vissuti, quindi più sostenibili e ci gratificheranno rendendo più ricche le nostre giornate lavorative e facendoci sentire persone soddisfatte e felici.

È forse questa una possibile risposta alla domanda con cui ho aperto questa mia riflessione?