Svolta green tra preoccupazioni e dati incoraggianti

Haulotte Sigma 16 transizione ecologica
Haulotte Sigma 16 transizione ecologica

© Haulotte

La sostenibilità ambientale rappresenta sempre uno dei temi cardine per l’industria, soprattutto in questo momento storico.

Governi e istituzioni (almeno a parole) stanno mostrando un impegno sempre più deciso verso una sostanziale riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Una sfida in cui anche il settore delle costruzioni è chiamato a svolgere un ruolo da protagonista.

Secondo alcune stime, il settore produce ogni anno circa 400 milioni di tonnellate di CO2. Una cifra non da poco, che per forza di cose dovrà essere ridotta sensibilmente nei prossimi anni per contribuire all’impegno globale contro il cambiamento climatico.

Il mercato, fortunatamente, sta già lanciando buoni segnali. Quasi la metà dei nuovi mezzi lanciati nel 2022 sono elettrici, per un totale di circa 140 macchine e attrezzature non alimentate da combustibili fossili arrivati sul mercato negli ultimi 14 mesi (dati KHL Group).

Svolta green, quali sono i vantaggi

Ma come si spiega questa crescita?

Innanzitutto, va sottolineato che oltre alla riduzione delle emissioni l’utilizzo di mezzi elettrici garantisce importanti vantaggi anche da un punto di vista operativo e gestionale.

A partire dall’abbattimento delle spese per il carburante, uno dei fattori di costo da sempre più significativi. Ma non solo: i veicoli elettrici riducono sensibilmente anche i costi operativi e di manutenzione. Questo perché i mezzi tradizionali devono restare accesi per quasi tutto lo svolgimento delle operazioni. Spesso anche in momenti in cui la macchina non sta lavorando effettivamente. I veicoli elettrici, invece, si spengono automaticamente non appena l’operatore ferma la macchina e questo, oltretutto, ne rallenta incredibilmente anche il deterioramento.

Ma c’è un altro fattore che riduce moltissimo i costi di mantenimento.

Le batterie al litio e i motori che alimentano i veicoli elettrici necessitano di una manutenzione quasi nulla rispetto a quella dei motori tradizionali. E per di più, i mezzi elettrici sono generalmente composti da molte meno parti rispetto ai modelli tradizionali. Di conseguenza, la probabilità di dover effettuare degli interventi di manutenzione o di sostituire delle componenti è ridotta di molto.

Tra i principali driver di questa crescita, inoltre, c’è la necessità di utilizzare veicoli elettrici per accedere ai bandi dei principali centri cittadini. Sempre più enti locali, infatti, pretendono l’utilizzo di mezzi non rumorosi e che non producano emissioni. In generale, anche gli incentivi e i sussidi offerti dai governi rappresentano una spinta importante, per quanto si tratti di un elemento che può variare molto di paese in paese.

Che cosa rallenta la transizione ecologica

I principali ostacoli per la transizione del settore verso i veicoli elettrici sono due.

Il primo è di natura squisitamente tecnica e riguarda la potenza che essi possono garantire. Per i lavori più impegnativi è ancora necessario ricorrere ai mezzi tradizionali, che in questa categoria sono particolarmente inquinanti ma forniscono prestazioni non ancora raggiunte dalle controparti elettriche.

Va sottolineato che i mezzi non inquinanti sono ancora in una fase primigenia del loro sviluppo e limitazioni tecniche di questo tipo verranno con ogni probabilità risolti nei prossimi anni.

Anche il secondo ostacolo è nella competizione con mezzi tradizionali, ancora necessari per svolgere i lavori più pesanti, ma in questo caso è di natura prettamente economica.

Se la differenza di prezzo tra i modelli elettrici e quelli tradizionali per i veicoli di inferiori dimensioni è ancora abbastanza bassa da poter essere recuperata in breve tempo grazie ai minori costi di gestione, per i mezzi più pesanti il divario nel prezzo di vendita è ancora troppo alto per far sì che le società senza grandi risorse finanziarie alle spalle prendano in considerazione l’acquisto dei modelli elettrici.

E questo è un dato poco incoraggiante, poiché sono proprio i veicoli pesanti a produrre le percentuali più alte di emissioni di anidride carbonica provenienti da questo settore.

Inoltre, la mancanza di riferimenti precisi sul valore residuo, è un ulteriore elemento che non incoraggia la rapida transizione.

Che cosa aspettarsi dal futuro

Secondo gli analisti, questi fattori continueranno a ostacolare la diffusione dei veicoli elettrici ancora per diversi anni, soprattutto vista la grande incertezza che sta vivendo lo scenario economico in questo momento di instabilità a livello internazionale.

Solo dopo il 2030, quindi, è lecito aspettarsi una grande accelerazione verso una reale svolta green. Nel frattempo, la domanda di veicoli a combustione fossile rimarrà significativa, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

Alla fine di tutto, il fattore decisivo per la diffusione dei veicoli elettrici continuerà a essere il total cost of ownership di cui dovranno farsi carico i proprietari, noleggiatori inclusi.

É anche una questione di tempo: più lo sviluppo di questi mezzi andrà avanti, più sarà lecito aspettarsi una riduzione della differenza tra il loro prezzo di vendita e quello dei veicoli inquinanti, e questo renderà il fattore dei minori costi di gestione sempre più determinante. Dipenderà anche dalle politiche dei produttori, non solamente da quelle dei governi.

Nel frattempo, la situazione ambientale continua a peggiorare, e lasciare che le cose si sviluppino seguendo il loro naturale corso potrebbe non essere sufficiente.

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