Conosciamo il TCO, l’approccio moderno all’investimento

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In primo luogo, ammetto che questa riflessione nasce già viziata. Il tema dei costi, infatti, non può mai essere considerata l’unica variante in gioco quando si affronta un investimento, specie se relativo a un bene strumentale o a qualcosa che dovrà essere mantenuto nel tempo.

Motivazioni di innovazione, prestigio, redditività, sicurezza, eco-compatibilità, status symbol, unicità, entrano in gioco come requisiti altrettanto primari rispetto alle mere considerazioni economiche; anzi, talvolta anche superiori ad esse. Inoltre, in questo periodo, a spettinare le cose agisce anche l’effetto relativo al superammortamento, ma al riguardo abbiamo già esposto il nostro pensiero in un apposito articolo al quale vi rimandiamo.

Quelle che seguono sono pertanto riflessioni più squisitamente di carattere economico riguardo all’approccio all’uso delle cose che, se da un lato per molte aziende rappresentano ormai una prassi, per qualche operatore potranno raffigurare un primo reale confronto verso un cambiamento nella politica dei costi. Parlando di mezzi operativi, i costi di gestione tendono, infatti, a rappresentare una componente non secondaria (ma questo entra in gioco ormai anche nel noleggio a breve).

Il primo passo da compiere sarà quindi quello di avere una più chiara visione del costo di proprietà inteso come somma dei costi di acquisto e gestione di un mezzo durante la sua intera vita, ciò al fine di scomporre, analizzare e poter confrontare il reale ritorno dell’investimento. Infatti, l’impatto del costo di acquisto può fuorviare rispetto all’apporto economico del bene che stiamo considerando, preso nell’intera vita economica attesa, compreso il suo valore residuo all’atto della vendita a fine ciclo. L’approccio al costo totale di possesso o Total Cost of Ownership (TCO) può rappresentare quindi una valida soluzione per sviluppare un approccio strategico maturo in questa fattispecie di scelte, sia da parte dell’utilizzatore sia da parte del venditore/noleggiatore.

Il Total Cost of Ownership (TCO)

Un recente rapporto sul settore dei veicoli commerciali di una nota società di consulenza, rileva come l’interesse della clientela mondiale verso il Total Cost of Ownership stia rapidamente crescendo, tanto che entro il 2020 diventerà uno dei principali parametri nelle scelte di acquisto, eccezion fatta per alcune aree emergenti in cui si manterrà ancora una visione tradizionale del business focalizzata solo sul valore del mezzo. Ma cosa è il Total Cost of Ownership e quali benefici possono ottenere clienti e fornitori, disponendo della piena conoscenza e del pieno controllo di questo parametro?

Tradotto in italiano, il TCO è il “costo totale di possesso” o “costo globale del ciclo di vita”: un approccio sviluppato già alla fine degli anni ’80 e utilizzato per valutare l’insieme dei costi che ogni cliente deve sostenere durante il ciclo di vita di un prodotto. Per meglio comprenderne le potenzialità, è però utile definire con precisione i concetti di “ciclo di vita” e di “costo nel ciclo di vita” di un prodotto, secondo la duplice prospettiva dell’azienda produttrice e/o fornitrice da un lato e del cliente e/o consumatore dall’altro.

car-maintenanceDal punto di vista del produttore/fornitore, il ciclo di vita del prodotto si articola in nove fasi: il concepimento del prodotto, la sua progettazione, lo sviluppo del prodotto e dei processi collegati, il lancio in produzione, la produzione vera e propria, le attività di marketing e di vendita, la distribuzione, l’assistenza post-vendita e infine la dismissione e il riciclo.

Questa concezione del “ciclo di vita” si accompagna a una particolare definizione dei costi, distinti tra costi sostenuti o effettivi e costi impegnati o vincolati. I primi rappresentano i costi riferiti ai fattori produttivi di produzione, di vendita, di assistenza post vendita e di dismissione, sostenuti cioè dopo il lancio in produzione. Si tratta quindi di tutti quei costi misurati dai sistemi di contabilità analitica che concorrono alla determinazione del risultato economico di periodo. I costi impegnati o vincolati sono invece quelli che derivano dalle scelte effettuate in merito alla struttura e alle caratteristiche dei prodotti, dei processi e dei servizi collegati, prese durante le fasi iniziali del ciclo di vita stesso, ovvero durante il concepimento, la progettazione e lo sviluppo, ma che protraggono il loro impatto fino al momento della dismissione.

Man mano che si avanza nel ciclo di vita di un prodotto, diventa sempre più difficile e costoso modificare il livello dei costi impegnati. Numerosi studi hanno rilevato che circa l’80-90 per cento dei costi collegati a un prodotto nel suo ciclo di vita viene impegnato dalle scelte effettuate nelle fasi che precedono il lancio in produzione. Questo significa che una volta iniziata la produzione e avvenuto il lancio sul mercato, eventuali azioni di riduzione dei costi manifestano il proprio effetto su una quota di costo molto esigua, compresa tra il 10 e il 20 per cento dei costi totali nel ciclo di vita. È evidente, pertanto, che se le aziende produttrici/fornitrici vogliono gestire adeguatamente la propria redditività, devono saper pianificare adeguatamente il livello dei costi impegnati fin dalla concezione del nuovo prodotto.

TCO, il ciclo di vita per il cliente

Dal punto di vista del cliente, il ciclo di vita del prodotto si compone, invece, di quattro fasi:

  • l’insieme delle attività messe in atto prima della decisione di acquistare un bene;
  • l’acquisto vero e proprio;
  • la fase di utilizzo;
  • infine, la dismissione, ambito fin troppo trascurato come fase di apporto economica del bene.

A queste fasi corrispondono altrettante voci di costo, che congiuntamente definiscono il costo complessivo che ogni cliente deve sostenere per la proprietà del bene stesso durante la sua vita.

In particolare, i costi che un cliente sostiene prima della decisione di acquistare un prodotto riguardano l’insieme delle azioni svolte per verificare i requisiti del prodotto e la fattibilità dell’acquisto, come ad esempio le spese sostenute per ottenere le informazioni sulle diverse offerte proposte. Questi quei costi comprendono sia esborsi diretti, come le spese per gestire la navigazione via internet necessaria a reperire dati e informazioni o per recarsi direttamente presso il punto vendita quando servono fonti più dirette, sia costi “intangibili”, come quelli legati al tempo che un cliente spende per informarsi.

I costi collegati all’acquisto del prodotto riguardano invece l’esborso sostenuto per comprare il bene e includono eventuali spese per l’acquisto di pacchetti assicurativi, di finanziamento, di manutenzione programmata o di estensione della garanzia, nonché i diversi oneri accessori legati all’acquisto stesso, quali ad esempio le tasse di immatricolazione. I costi sostenuti durante l’utilizzo del bene fanno riferimento alla relativa gestione. Nell’ambito del veicolo commerciale riguardano, ad esempio, le spese per il carburante e per gli pneumatici e in generale la riparazione e la manutenzione, gli esborsi per il conducente, per i pedaggi autostradali e doganali, l’assicurazione, le contravvenzioni, il bollo e le tasse. Infine, i costi collegati alla dismissione e smaltimento del prodotto e dei suoi componenti.

È interessante notare che, dal punto di vista dell’azienda produttrice o fornitrice, tutti questi costi costituiscono, invece, i ricavi dalla vendita del prodotto e dei servizi collegati nel ciclo di vita (una considerazione molto interessante per i noleggiatori). Va da sé che per altre tipologie di prodotto, sempre strettamente collegate a componenti di servizio, intervengono nell’analisi altre e diverse  componenti di costo. Se, ad esempio, stiamo valutando l’acquisto (o il noleggio) di una lavatrice industriale, i nostri parametri per valutare l’investimento o paragonarlo fra diverse soluzioni saranno collegati al consumo dell’acqua, dell’energia elettrica, alla capacità di carico, al ciclo di lavaggi necessari, al nostro utilizzo previsto, eccetera.

Terminiamo con queste considerazioni questo primo articolo dedicato al costo di possesso. Nel successivo, analizzeremo più approfonditamente la prospettiva orientata al ciclo di vita del bene e al suo apporto economico che lo qualifica come investimento nel suo complesso.

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