Lavoro e vita privata sul filo dell’equilibrio

Lavoro e vita privata sul filo dell’equilibrio
Lavoro vita privata

Passiamo circa tre quarti della nostra vita lavorando, immersi in una società che sembra averci insegnato quanto sia necessario fare una scelta tra lavoro o vita privata.

Come se non fosse possibile integrare queste due dimensioni. Trovare, cioè, un equilibrio rispettoso sia delle nostre ambizioni professionali, sia del tempo che dedichiamo a noi stessi, delineando un confine di tempo e di spazio tra i due ambiti. La società iperconnessa in cui viviamo ha reso sempre più sfocati i confini tra queste due aree.

Sempre meno distinzioni

La contrapposizione lavoro/tempo libero è stata introdotta per la prima volta a metà dell’Ottocento. Ovviamente, nella società dell’epoca l’assenza di strumenti come computer e smartphone – che rendono possibile oggi stare a contatto con il lavoro, o addirittura svolgerlo, al di fuori del tradizionale ufficio e orario prestabilito – rendeva molto più facile delineare una demarcazione tra la vita professionale e quella privata.

Se è chiaramente indiscusso il vantaggio apportato dalla tecnologia, è però altrettanto evidente che una società ad alti livelli di connettività come la nostra, ha quasi del tutto eliminato i confini tra questi due ambiti.

Come siamo diventati

Secondo un’indagine europea condotta nel 2020 dalla multinazionale olandese Randstad, specializzata nella ricerca, selezione e formazione di risorse umane, il 71 per cento dei lavoratori italiani è sempre connesso.

Risponde a mail, telefonate e messaggi di lavoro anche al di fuori di orari di lavoro, riferendo la sensazione di essere sempre collegato con la propria attività.

In Europa, solo il Portogallo e la Romania hanno percentuali superiori alle nostre. Più di un lavoratore italiano su due si occupa di questioni di lavoro anche in ferie. Quasi quattro su dieci si sentono addirittura obbligati a farlo a fronte di una richiesta di lavoro.

Vi riconoscete in queste descrizioni?

Se da una parte i dati dicono che molto spesso l’attività lavorativa sconfina nel tempo libero, sembra altrettanto vero il contrario. L’indagine evidenzia, infatti, anche la crescita della propensione a gestire questioni private durante la giornata lavorativa. Il 54 per cento dei dipendenti, complice anche la popolarità dei social media, si occupa di attività non lavorative durante l’orario di lavoro.

Telelavoro e gestione del tempo

L’emergenza Coronavirus e il massiccio ricorso a forme non ben regolamentate e spesso improvvisate di smart working, hanno reso la definizione dei confini della sfera lavorativa e di quella privata ancora più confuse, con ricadute sulla salute fisica (in termini di sensazioni di forte stress, mancanza di tempo, disturbi del sonno, difficoltà relazionali) e sulla produttività.

Ecco perché la ricerca di un equilibrio tra vita privata e lavoro è diventata una tematica molto attuale. Tale equilibrio, infatti, è molto importante. Perché aumenta la soddisfazione e la produttività aziendale, anche e soprattutto, perché da esso dipende la nostra salute, sia fisica che mentale.Lavoro e vita privata sul filo dell’equilibrio

In inglese l’espressione viene tradotta con il termine “work-life balance”.

Si tratta di un concetto ampio, usato per la prima volta in Gran Bretagna alla fine degli anni Settanta, che indica la capacità di bilanciare in modo equilibrato il lavoro (inteso come carriera e ambizione) e la vita privata (famiglia, svago, divertimento).

Come raggiungere l’equilibrio tra vita privata e lavoro

Esistono delle strategie e degli accorgimenti per mantenere un sano equilibrio tra vita privata e lavoro.

Ecco alcuni consigli per preservare il proprio tempo libero e la salute rimanendo produttivi ed efficienti sul lavoro, sia che si debba svolgerlo in ufficio, sia che si abbia la possibilità di un’organizzazione più flessibile.

  • Definire le priorità attraverso una corretta pianificazione delle attività. Questo consente di conciliare i propri impegni personali e le relazioni sociali con il tempo dedicato al lavoro. Se si desidera gestire al meglio il proprio work-life balance è necessario dedicare del tempo al lavoro e a se stessi. Consigliato quindi interrompere il multitasking, ma sviluppare un progetto e portarlo a termine in modo qualitativo. Solo dopo averlo terminato, concentrarsi sul successivo.
  • Non trasformare il tempo libero in stress. Molto spesso il tempo libero rischia di trasformarsi in una corsa a tutte le attività che non abbiamo potuto fare nel corso della settimana lavorativa. È importante che l’obiettivo principale resti invece il relax, utile a recuperare energie in vista di una nuova settimana di impegni.
  • Imparare a dire “No”. Le attività da gestire sono molteplici e quando il manager o il collega chiede supporto, anche in un momento in cui non sarebbe possibile interrompere ciò che si sta facendo per dedicarsi ad altro, è cortesia rispondere “sì”. La risposta positiva però è un errore quando non si ha questa possibilità. Imparare dire “No” non è semplice, ma altamente costruttivo per il proprio lavoro e per il proprio benessere. Steve Jobs diceva: “Focus is about saying no”.
  • Creare dei confini ben precisi. Ad esempio evitando di portare il computer a letto o di rispondere a una telefonata di lavoro durante il tempo trascorso in famiglia. È importante definire con il datore di lavoro, i colleghi e i clienti, dei limiti per chiarire in modo trasparente la propria disponibilità.

A ognuno il suo equilibrio

In generale, possiamo parlare di un work-life balance positivo nel momento in cui il lavoratore si sente complessivamente appagato dalla sua vita e ritiene di dedicare il giusto tempo al perseguimento dei suoi obiettivi.

Sicuramente non esiste un equilibrio unico per tutti, né ne esiste uno “giusto” o uno “sbagliato”. Si tratta di un bilanciamento strettamente personale e in continua evoluzione, che può cambiare a seconda dell’età, degli obiettivi e del sistema di valori.

Per noi italiani la strada verso il work-life balance, ovvero il pieno equilibrio tra vita privata e lavoro, è ancora lunghissima.

È questo il quadro che emerge dall’analisi del Randstad Workmonitor.

Eppure la ricerca di questo equilibrio, fondamentale tanto per la salute mentale quanto per la produttività aziendale, resta uno dei fattori maggiormente ricercati dai lavoratori nella scelta di un’azienda e potrà essere raggiunto solo ottimizzando le opportunità dei lavoratori di beneficiarne, implementando la flessibilità lavorativa e incoraggiando lo sviluppo del loro potenziale e della loro libertà di scegliere.

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