L’importanza della resilienza aziendale

Resilienza aziendale
Resilienza aziendale

Da anni penso che la parola resilienza sia stata abusata più del dovuto. È stata utilizzata in qualsiasi occasione, per descrivere qualsiasi situazione, per parlare di un qualsiasi argomento. Molto spesso, si è scivolati anche nella banalità di tatuarsela su una qualsiasi parte del corpo, il più delle volte senza un significato o una storia ben precisa da dare a quello stesso tatuaggio.

È un termine che, personalmente, amo molto. Per chi non lo sapesse, si tratta di una parola che ha almeno tre distinti significati:

  1. indica la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi
  2. significa, in psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà
  3. a livello più scientifico, in ecologia indica la velocità con cui una comunità biotica è in grado di ripristinare la sua stabilità se sottoposta a perturbazioni

Il filo comune credo sia evidente: in tutti e tre i casi, infatti, il messaggio sottinteso è proprio quello di riuscire a rialzarsi dopo un momento, un periodo, un evento che ha generato delle difficoltà. Credo sia chiaro, anche, come si tratti di un termine importante, pesante da portare con sé…e proprio per questo motivo credo sia necessario non usarlo con leggerezza, solo perché ormai è sulla bocca di tutti.

Prima di approfondire in modo specifico questo argomento, voglio fare una premessa: io non sono una psicologa, non sono esperta di psicologia aziendale, né tantomeno ho le competenze per studiare e lavorare sulla stessa.

Però, purtroppo o per fortuna, sono una persona per cui “essere resiliente” ha un significato ben preciso. Il mio scopo non è certo quello di tediarvi con il mio storico personale, con le battaglie e le sfide che ho affrontato in passato. Anzi. Però le esperienze che ho vissuto in prima persona e quelle che hanno vissuto i miei cari, hanno sempre fatto smuovere in me delle riflessioni…che oggi voglio ampliare e condividere con voi che mi state leggendo.

Il valore della resilienza aziendale

È proprio questo il focus su cui voglio concentrarmi oggi.

L’ultimo anno è stato indubbiamente un anno difficile. A farla da padrona sono state l’incertezza, la paura, il dubbio di non sapere se e quando saremmo potuti uscire da una situazione come quella generata dal Covid-19.

Siamo arrivati a parlare di pandemia, di emergenza sanitaria, di lockdown, fino a toccare il tema delle vaccinazioni. Abbiamo tutti sperato che si trattasse di qualcosa di passeggero o, quanto meno, di qualcosa di non duraturo.

E invece, dopo un anno, siamo esattamente al punto di partenza. Molte aziende sono state costrette a chiudere i battenti, la crisi economica derivata dai periodi di chiusura totale o di zona rossa ha impattato gravemente su alcune attività aziendali che, schiacciate dalla situazione e dalla mancanza di aiuti concreti, non hanno più retto.

Altre realtà, invece, hanno trovato la chiave di volta giusta e sono rimaste a galla. Pur nella difficoltà, sono sopravvissute. E in alcune di esse, il concetto di resilienza aziendale è quello che meglio esprime il loro trascorso.

In ambito aziendale la resilienza si identifica nella capacità della stessa azienda di affrontare il cambiamento e le criticità del mercato in modo costruttivo. E, come ben si può intendere, è un concetto molto più ampio e profondo del semplice (e, oserei dire, ormai banale) “cadere e rialzarsi” di cui viene spesso dipinto il termine “resilienza”.

All’interno delle aziende, infatti, significa piuttosto avere a disposizione le giuste risorse per analizzare la situazione, comprendere le debolezze e i punti di forza, per capire quale sia l’azione più intelligente da mettere in pratica in quel momento.

Solo in questo modo, un’azienda può effettivamente definirsi resiliente ed essere in grado di reagire positivamente allo stress ambientale, alle situazioni avverse e inattese. E questo non significa necessariamente scombinare e rivoluzionare da zero la stessa realtà, quanto più cercare di creare nuove opportunità.

L’importanza della “consapevolezza di sé”

Come accennato poco sopra, per un’azienda resiliente è di fondamentale importanza essere consapevoli di se stessi. Un concetto che vale tanto a livello personale quanto a livello professionale.

È importante avere chiari i propri punti di forza, i propri punti di debolezza, i valori su cui la stessa realtà aziendale è stata costruita. In questo modo, sarà più semplice comprendere la direzione da dare al necessario cambiamento richiesto dalla situazione contingente.

Ed è proprio in questo momento che assume un ruolo di grande importanza il tema della vision aziendale. Con questa espressione intendiamo l’obiettivo ultimo verso cui l’azienda intende muoversi, un obiettivo che sappia andare ben oltre il beneficio immediato e che invece sia capace di muovere tutti i membri dell’azienda secondo una forte impronta verso il futuro.

In questo momento di presa di consapevolezza entrano in gioco, in primis, le persone. Non so se esista un modo meno schietto di dirlo, ma per permettere all’azienda di essere resiliente è necessario contornarsi delle persone giuste.

Resilienza aziendale leader

Non ce ne facciamo niente dei finti manager, dei dipendenti svogliati, delle persone che si lasciano prendere dalla situazione e provocano danni all’azienda stessa, piuttosto che pensare a salvarla. Primo su tutti, il ruolo di leader deve essere ricoperto da una persona adeguata.

Un leader, soprattutto in un contesto di resilienza aziendale, deve essere promotore di valori e qualità come l’empatia, la fiducia, la responsabilità, l’onestà e l’integrità. Un leader deve saper ispirare, motivare, supportare le persone che da lui dipendono…usando anche il pugno di ferro, se serve. Ma sempre con l’obiettivo di spronare il proprio team a crederci, a credere che nonostante le difficoltà ci sia sempre uno spiraglio di luce a cui appendersi.

Processi e tecnologia al servizio della resilienza

Se alla base di un’azienda resiliente (e di un’azienda in generale) ci sono le persone, anche ciò che può essere fatto per le persone e dalle persone è fondamentale.

In una situazione di difficoltà, come può benissimo essere quella causata dal Covid-19, c’è bisogno di chiarezza. Nei processi, prima di tutto: urge la necessità di piani di sviluppo aziendale sinergici, integrati, multifunzionali.

Anche i modelli di business devono essere dinamici, intraprendenti, aperti al cambiamento. Le contingenze richiedono reattività, altrimenti si rimane indietro e si cola a picco. Per questo motivo, tutto il personale aziendale deve essere coinvolto, deve credere nella possibilità e nella capacità di essere resilienti.

Un concetto, questo, che ben si presta a essere approfondito proprio nell’ambito della pandemia. Quest’ultima, infatti, ha portato con sé un altro tema di fondamentale importanza: la digitalizzazione. Ecco allora che le aziende devono essere in grado di adattarsi dinamicamente alle esigenze del mercato.

Anche perché si tratta di un mercato ferito, acciaccato, che sta arrancando per riprendersi. In un momento storico come quello attuale, cogliere subito il cambiamento e reagire a mente fredda è essenziale. Oltre che la prova inconfutabile di poter essere davvero definiti come un’azienda che ha interiorizzato il tema della resilienza.

Essere resilienti…conta

Costruire la resilienza aziendale non è sicuramente qualcosa di semplice. Necessita di grande determinazione, di forza di mettersi in gioco…anche di un pizzico di pazzia e coraggio per prendere in mano le redini della situazione e incentivare al cambiamento.

Non esiste una ricetta assoluta per diventare resilienti. Se volessimo prendere spunto da qualche suggerimento, potremmo considerare quanto scritto da Rangay Gulati nel libro “Reorganize for resilience” , incentrato proprio sulla resilienza aziendale:

  • è essenziale il coordinamento tra le diverse parti dell’azienda, favorito da uno scambio di informazioni continuo e fluido
  • la condivisione degli obiettivi aziendali deve essere il principale motore verso la cooperazione
  • il potere decisionale dovrebbe essere condiviso
  • lo sviluppo di skills trasversali ai diversi livelli organizzativi dovrebbe promuovere lo scambio di idee e vedute
  • la connessione con l’esterno, come i clienti ma anche i collaboratori, deve rimanere un punto focale

Resilienza aziendale

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