Vendere il noleggio con Chat GPT è già possibile?

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È possibile utilizzare Chat GPT per svolgere attività di marketing nell'ambito del noleggio?

Cominciare dicendo che l’intelligenza artificiale generativa è sulla bocca di tutti sarebbe una banalità.

Non passa ormai giorno in cui non si senta parlare di questo o quel nuovo servizio basato su questa nuova tecnologia. Le opinioni in merito sono contrastanti, e vanno dalla meraviglia e lo stupore per quello che sono in grado di fare alla paura e l’allarme per le possibili conseguenze (basta citare il pericolo legato alla possibile perdita di posti di lavoro).

Anche qui su Rental Blog abbiamo già parlato di AI generativa: la nostra Anna Vialetto, ad esempio, pur dicendosi curiosa, ha espresso i suoi timori per il suo impatto sul lavoro e sulle interazioni sociali.

Da grande appassionato di tecnologia, io sono meno spaventato e ancora più curioso di Anna, e per questo cerco di restare (faticosamente) al passo con tutti i nuovi sviluppi. Ma non per forza ignoro i suoi potenziali rischi o gli errori che si possono commettere quando ci si avvicina all’AI generativa in modo incauto.

Per questo motivo oggi vorrei analizzare con voi un esempio interessante di come si può usare l’intelligenza artificiale generativa in alcuni ambiti aziendali che riguardano il noleggio, a partire da quelli del marketing e delle vendite.

Un esempio concreto di come usare Chat GPT nel noleggio

L’esempio a cui mi riferisco è molto pratico e legato a doppio filo a tutte le attività del marketing: l’utilizzo di ChatGPT per la creazione di buyer personas.

Per chi avesse bisogno di una spiegazione su che cosa sono e a che cosa servono, qui c’è un articolo molto esaustivo sull’argomento. A noi adesso basta sapere che sono descrizioni fittizie ma realistiche che rappresentano un gruppo di nostri potenziali clienti.

Durante l’ultima giornata della stagione formativa di Rental Academy, che si è tenuta lo scorso giugno a Milano, ho voluto mostrare ai partecipanti un esempio molto semplice di come sia possibile usare ChatGPT per la creazione di buyer personas per i noleggiatori.

Trovate l’esempio qui.

In questo caso, assolutamente pensato e applicato di getto, ho chiesto a ChatGPT di immaginare di essere un venditore di servizi di noleggio di piattaforme aeree che ha individuato come possibili clienti le imprese che si occupano di manutenzione del verde. Ho chiesto poi di prepararmi una scheda in cui elencare bisogni, attese, speranze e paure.Intelligenza artificiale e innovazione nel noleggio

Che cosa possiamo notare?

Come creare il giusto prompt per fare richieste a Chat GPT

Innanzitutto, il prompt, ossia l’elenco delle istruzioni che ho dato a ChatGPT è piuttosto lungo, con quasi cinque righe di testo espresso in modo discorsivo e colloquiale. Non è cioè una semplice stringa di due o tre parole che userei in una ricerca su Google.

Inoltre, esso è diviso in tre sezioni:

  • il ruolo che ChatGPT deve assumere per darmi la sua risposta;
  • la situazione in cui si trova;
  • la richiesta specifica delle informazioni che voglio ricevere.

Si tratta di un prompt abbastanza semplice ma comunque strutturato. In base al tipo di necessità, i prompt di ChatGPT e di altri servizi simili possono essere ancora più lunghi e dettagliati.

La risposta è stata un elenco delle tematiche e dei punti che ho richiesto, decisamente centrata sulle richieste che ho fatto.

In alcuni punti infatti si parla di temi molto importanti nel sollevamento aereo, come la sicurezza, e vengono usati termini molto pertinenti come “sistemi antiribaltamento”. Non è, in altre parole, un testo generico che dice un po’ tutto e niente. Sembra davvero uscito dalle ricerche fatte da un giovane venditore del noleggio o dalla riunione di brainstorming di un gruppo di lavoro.

L’introduzione, inoltre, sembra fatta apposta per essere copiata e incollata in un report di marketing, con lo spazio tra parentesi per inserire il nome dell’azienda.

Il tutto, devo dirlo, in circa un minuto per scrivere il prompt e attendere i risultati.

Superare i limiti

L’esempio appena fatto è secondo me utile per mostrarci le potenzialità dell’AI generativa, ma anche i suoi limiti, e come possiamo superarne alcuni.

Avrete notato, ad esempio, che le sezioni “attese” e “speranze” riportano elementi che, pur diversi tra loro, potrebbero tranquillamente essere inseriti in un unico elenco.

Un altro punto debole è che il ruolo che abbiamo chiesto a ChatGPT di assumere non è stato sfruttato appieno come elemento di analisi. Praticamente tutto quello che è stato scritto si potrebbe applicare anche a una azienda che vende macchine per il sollevamento aereo, e non per forza a una che le noleggia.

Ciò non significa che non possiamo utilizzare questo testo per immaginarci come migliorare la nostra offerta di noleggio: resta comunque utilissimo.

Ma questo vuol dire che noi stessi dobbiamo imparare a usare questi strumenti, provando e riprovando prompt differenti, variando la quantità di dettagli richiesti.

In questo caso, ad esempio, potrei riprendere il prompt e sottolineare maggiormente nella domanda il ruolo che il noleggio può avere nel soddisfare le esigenze dei clienti.

Oppure potrei proseguire nella chat chiedendo queste cose con una domanda di approfondimento, che ha il vantaggio di tenere buoni i dati forniti fino a quel momento.

chat gpt prompt marketingCome usare ChatGPT

A mio parere, l’esempio appena visto ci dà un’idea delle abilità che dobbiamo sviluppare se vogliamo sfruttare al meglio i sistemi di AI generativa. Esso inoltre illustra in modo chiaro anche quali sono i loro ambiti specifici di utilizzo, i loro limiti e soprattutto i modi in cui possono dare un grande vantaggio competitivo a chi li usa.

L’esempio di poco sopra non va inteso come l’invito a farci sostituire da ChatGPT, ma a utilizzarlo come un efficace ed efficiente supporto.

Personalmente, se fossi davvero il responsabile Marketing di una azienda di noleggio di piattaforme, non mi azzarderei mai a prendere il testo che ho creato con ChatGPT e a metterlo così com’è in un documento aziendale interno. Ma potrei usarlo e affinarlo come base per una riunione con i miei collaboratori in cui discutere e finalizzare le schede delle nostre buyer personas.

Potrei provare a scrivere io gli stessi punti, e confrontare le mie idee con quelle di ChatGPT, scoprendo magari che non avevo pensato a uno o due aspetti (e forse che anche “lui” non ha pensato a uno o due dei miei), combinando così i risultati in un documento più completo.

Oppure potrei usarlo, magari con un prompt differente o collegato, per creare un breve questionario con cui sondare le attese e paure dei nostri clienti. O ancora combinare quello che mi dice aggiungendo o eliminando dei pezzi in base alle informazioni che ho personalmente raccolto parlando con alcuni dei nostri clienti attuali.

Insomma, posso usare ChatGPT come un supporto per strutturare, arricchire, aumentare o perfezionare le mie idee, e risparmiare tempo in questo processo.

Il futuro del lavoro?

Non vorrei che da questo articolo passasse il messaggio che ChatGPT e soci ben presto sostituiranno chi lavora nel Marketing o nelle Vendite. E questo non per scongiurare la distopia simil-luddista in cui saremmo tutti disoccupati, ma per la stessa natura di questi strumenti.

Software come ChatGPT non sono progettati per produrre contenuti che potremmo definire a tutti gli effetti originali. Sono solo molto efficienti nel rielaborare quanto hanno “appreso”.

Questi sistemi, infatti, sono basati su miliardi di analisi statistiche effettuate dall’IA su vari contenuti, come ad esempio tutti i testi scovati su Internet a partire da una particolare chiave di ricerca. Di fatto, essi ricreano testi pedissequamente – anche molto azzeccati in alcuni casi, per carità – in base alla probabilità che quelle parole si presentino in quel contesto.

Riprendiamo il nostro esempio di prima. ChatGPT non “sa” che la sicurezza dei sistemi anti-ribaltamento è un elemento fondamentale delle piattaforme aeree. Semplicemente ripropone queste parole nell’ordine giusto. Statisticamente è infatti molto probabile che, nelle centinaia di siti e documenti che ne parlano, esse siano presenti tutte assieme.

Inoltre non potrà mai sapere quali degli elementi che mi propone sono stati effettivamente validati dalla nostra esperienza con i clienti. Anzi, in qualche caso potrebbe per errore propormi idee o concetti sbagliati o non pertinenti (le cosiddette “allucinazioni”).

Quindi, anche se assegniamo a questi strumenti una sorta di personalità senziente, essi non sono altro che automi molto bravi con le parole. Degli stagisti che hanno cercato documenti in lungo e in largo e sono in grado di farci un riassunto molto ben scritto e strutturato, rielaborando quanto è stato scritto da qualcun altro prima di loro.rental academy formazione per il noleggio

Per questo sono degli ottimi assistenti virtuali che possono organizzare le ricerche e aiutarci a essere, questo sì, molto più efficaci ed efficienti.

In altre parole, non credo che da qui a qualche anno i sistemi di AI generativa ci sostituiranno.

Ma saremo probabilmente sostituiti da persone che li sanno usare o integrare nel loro lavoro meglio di noi.

Un corso di formazione per imparare tutti i trucchi

Giovedì 16 novembre Rental Academy svolgerà un workshop online per spiegare, con l’ausilio di numerose esercitazioni pratiche, come i software di I.A. possono essere utilizzati per rendere più efficienti le attività di vendita e marketing del noleggio.

Puoi trovare tutte le informazioni sui contenuti e su come iscriversi cliccando qui.

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