L’imprenditore del noleggio trucca le carte?

noleggio imprenditore trucca le carte
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L’Italia è un Paese strano e pieno di contraddizioni.

Se prendiamo in considerazione, ad esempio, le questioni relative alla legalità, è facile notare come siamo spesso vittime di un dualismo insanabile.

Con la mano destra ci professiamo garantisti a oltranza. Facciamo in modo che chi si trova al centro di indagini giudiziarie possa difendersi, possibilmente oltre i diversi gradi di giudizio e magari vedersi assolto dopo anni per banali questioni burocratiche, a onta di ogni evidenza.

Con la mano sinistra, diventiamo giustizialisti quando qualcosa ci riguarda da vicino o se ci vengono intaccati dei privilegi, trasformando le nostre opinioni in sentenze di condanna su due piedi.

Il servizio delle Iene

La vicenda che ha portato “agli onori della cronaca” il mondo del noleggio in questi giorni è ormai conosciuta da tutti gli operatori. Quei pochi che ancora non conoscono i fatti di cui stiamo parlando, possono rivedere il servizio qui.

Martedì 9 aprile, mentre la maggior parte di noi stava guardando una delle più belle partite di calcio degli ultimi anni, su un altro canale TV andava in onda l’indagine condotta da Roberto Pelazza, con al centro alcune presunte irregolarità contestate a un noto imprenditore di Cuneo che noleggia e vende macchine nuove e usate.

Si tratta di un’azienda storica, non di uno sprovveduto garagista; quindi, la vicenda fa ancora più rumore.

Un’azienda cresciuta molto, con sedi in tutta Italia, che ha investito parecchi soldi e che fattura 80 milioni l’anno, come viene ricordato nel servizio. Certamente un protagonista del noleggio e della distribuzione del nostro Paese.

Il noleggio italiano è una specie di parrocchia, dove ci si conosce più o meno tutti. Un ambiente complessivamente sano, che a volte si agita di rumor, fisiologici in un contesto così piccolo. La maggior parte delle aziende di noleggio più conosciute sono comunque strutturate, serie e sanno quello che fanno.

Sanno cosa significa erogare servizi di qualità, sanno come si presidia la salute e la sicurezza di chi usa le loro macchine. I grandi passi fatti dal sistema noleggio in Italia, nel suo insieme, sono sotto gli occhi di tutti.

Perché vogliamo parlare di questa vicenda

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La foto che, secondo l’accusa, sarebbe stata falsificata per truffare l’assicurazione

Se a volte ci permettiamo di segnalare qualche pratica anomala è per richiamare gli operatori a una sempre maggiore qualità comune, che poi ritorna a tutti come beneficio generale e reputazione positiva di sistema.

È per questo motivo che il servizio delle Iene sta generando parecchia inquietudine tra i principali player del settore, di cui anche Massucco fa parte.

Rental Blog non fa giornalismo d’indagine, quindi non è nostro compito cercare la verità dei fatti o andare a scavare nel torbido.

Non è nemmeno nostro intento fare del moralismo spicciolo: se dovessimo dar retta a tutte le “soffiate” che ci arrivano diventeremmo peggio dell’attuale stampa nazionale.

Il nostro obiettivo è quello di contribuire a evidenziare gli aspetti che possono fare del noleggio italiano un settore industriale virtuoso e affidabile, un riferimento per tutto il sistema industriale.

Sosteniamo chi lo fa bene pubblicando articoli, interviste e approfondimenti e con il supporto di attività formative e consulenziali quando ci vengono richieste.

Non possiamo però sottrarci dal commentare il servizio ed è normale essere tra quelli che si augurano che niente di ciò che abbiamo visto sia vero.

E, soprattutto, che non ci sia dell’altro su cui indagare.

Le anomalie nel servizio delle Iene

Se dovessero essere accertati i fatti contestati a Massucco, si aprirebbero scenari molto gravi per l’azienda, ma anche risvolti negativi sulla credibilità dell’intero sistema noleggio.

La prima cosa che mi sento di sottolineare è l’anomalia di fondo che sta alla base del servizio, anche se ormai sembra diventata prassi comune.

Se un cittadino qualsiasi avesse evidenze o prove comprovate di gravi irregolarità con risvolti giuridici, dovrebbe rivolgersi alla magistratura e non a un programma televisivo che ha semplicemente lo scopo di fare un po’ di audience.

Quindi, l’ex collaboratore freelance dell’impresa incriminata che si è rivolto alle Iene, si presta a essere scambiato come un soggetto animato da una specie di regolamento di conti. Mi chiedo perché non abbia consegnato la sua documentazione alla Procura della Repubblica anziché rivolgersi alle Iene. Per non incorrere in una sorta di autodenuncia?

Purtroppo, anche lo stesso imprenditore appare stranamente incerto nelle risposte date alle domande di Pelazza e nel contraddittorio con l’ex collaboratore che ha del surreale. Quando afferma di non essere al corrente di una tale prassi e di non aver chiesto lui di fare certe cose, non appare così convincente.

Sappiamo bene che, in certe aziende, tutto passa dalla figura dell’imprenditore, peraltro responsabile anche sul fronte giuridico. Ci auguriamo pertanto che, nell’eventualità di doversi difendere di fronte a un giudice, le argomentazioni e la postura siano più efficaci, ma ad assisterlo adeguatanmente ci penseranno i suoi avvocati, nel caso ce ne fosse bisogno.

L’azienda ha comunque rispedito le accuse al mittente in un comunicato (che potete leggere qui) in cui ha dichiarato di non aver mai richiesto il presunto risarcimento assicurativo di cui si parla nel servizio e di essersi già rivolta a un ente specializzato per “verificare la corrispondenza alla normativa” delle macchine usate coinvolte nell’accusa dell’ex-collaboratore e dimostrarne la fallacia.

Il contesto delle evidenze

Certo, le evidenze al centro del servizio – sempre ammesso che siano reali – appaiono piuttosto gravi e circostanziate. Al momento, nessuno sta facendo una bella figura, né l’imprenditore, né l’accusatore, né il mondo del noleggio in generale, purtroppo.

Nemmeno la compagnia assicuratrice che avrebbe rimborsato il danno della cabina descritto nel servizio ne uscirebbe bene, se davvero ha risarcito l’impresa a fronte di una foto ritoccata con Photoshop. Un altro aspetto in cui occorre fare chiarezza.

Voglio dire, a volte dalle assicurazioni non si riesce a ottenere un rimborso di cui si ha legittimamente diritto anche per un danno di entità di gran lunga inferiore, figuriamoci se questi hanno scucito 60mila euro sulla base di un’immagine farlocca in cui è stata cancellata una benna.

Se non fosse tutto così tremendamente serio, ci sembrerebbe di commentare una sorta di remake di un film comico degli anni ’60, tipo “Totò, Peppino e il noleggio”.

Qualcosa quindi non torna, né da un lato né dall’altro.

L’immissione sul mercato europeo di macchine operatrici per un utilizzo diretto o a noleggio necessita di un Certificato CE, a seguito di una norma comunitaria emanata a luglio 1993 (quindi più di trent’anni fa). Non dubitiamo che un’azienda di tale livello, attiva nel settore da oltre sessant’anni e con un documento di qualità scaricabile dal sito, sappia cosa significa disporre di tali documenti.

Rimanendo sul contenuto del servizio, ci vengono comunque spontanee alcune domande.

Come possono ancora essere oggetto di compravendita in Italia macchine prive di un regolare Certificato di conformità CE? La risposta è che probabilmente sono macchine acquistate altrove, che non lavoreranno mai in un Paese del continente ma che sono, diciamo, in transito.

E come può sfuggire un’anomalia così grave a chi è preposto alle verifiche periodiche di legge delle macchine che lavorano sul nostro territorio? Anche qui può esserci una risposta plausibile: nel movimento terra, core business dell’azienda Massucco, non tutte le tipologie di macchine sono soggette alle verifiche periodiche annuali.

Altro quesito: alle aste si possono acquistare macchine prive di documenti così importanti senza che ciò venga messo in evidenza? È ritenuta cioè una prassi normale “sapere” che certi documenti possano essere di dubbia provenienza?

miniescavatore noleggioFare luce al più presto

Ci sono poi delle riflessioni ulteriori che rendono più che mai necessario che venga fatta luce al più presto su questa vicenda. Soprattutto sui dubbi che il servizio non ha spiegato; occorre fare luce sui fatti e stabilire la verità oggettiva e le eventuali responsabilità.

In questo contesto non tocca a noi essere garantisti o giustizialisti a priori: adesso che il vaso di Pandora è stato scoperchiato, ci interessa che la realtà delle cose venga accertata nelle sedi appropriate, non nei tribunali sommari delle TV o sui social.

Se venisse comprovato che tale prassi era normale nell’attività di un’azienda così importante, sarebbe auspicabile una dura sanzione.

Al di là della sopravvivenza stessa dell’azienda coinvolta, che preoccupa tutti, in termini di credibilità sarebbe una drammatica sconfitta per tutto il mondo del noleggio: competitor, associazioni, lo stesso mercato.

Anche la credibilità delle case costruttrici che hanno rilasciato all’azienda la delega di dealership per la vendita di macchine nuove sarebbe messa a dura prova. Quantomeno, qualcuno dovrà spiegare con quali profondità di analisi, accertamenti e modalità contrattuali i produttori rilasciano questi mandati.

Ecco perché qualcosa non torna del tutto, ed ecco perché, fino a prova contraria, dobbiamo sperare che sia tutto frutto di uno scoop televisivo nato da una contesa interna tra un freelance e il suo vecchio cliente. A quel punto, smettiamo di interessarci alla cosa.

Le nostre considerazioni

In ogni caso, allo stato attuale, il servizio delle Iene deve far riflettere gli imprenditori e i manager del noleggio sul livello di controllo delle attività nelle proprie aziende. È l’occasione per alzare il rigore organizzativo e guardarsi per bene dentro, sia sul rispetto delle norme, sia su un piano etico.

Occorre anche ribadire con forza, dentro e fuori le aziende, che il noleggio non è quello descritto nel servizio delle Iene, anche se dovesse corrispondere alla verità in questa circostanza.

Non sappiamo cosa succederà adesso: al momento in cui scriviamo non risultano essere stati fatti esposti alle Procure. Esiste questo filmato, in cui si evidenziano delle presunte pratiche anomale e in cui emerge un comportamento titubante da parte dei protagonisti. Non sappiamo nemmeno se nel filmato ci siano dei presupposti perché una Procura possa procedere d’ufficio, aprendo un fascicolo. Lo scopriremo solo vivendo.

Al momento siamo tutti scossi, con addosso una sensazione di disagio che non fa bene a nessuno, soprattutto alla cultura del noleggio diffusa in questi anni. Ci sono troppi risvolti inquietanti per poter passare oltre con superficialità o liquidare il tutto come l’ennesimo gossip.

Una cosa mi tormenta, in modo particolare. Mettiamo che sia capitato un incidente grave a qualcuno che ha usato un escavatore il cui Certificato CE sia risultato fasullo. Al di là dei risvolti penali, come ci si sente nell’essere responsabili di una cosa del genere?

Se questa vicenda dovesse finire in un tribunale e se fossero accertate in sede di giudizio le pratiche descritte da Pelazza, non parleremmo più di un film comico di Totò e Peppino. Staremmo vivendo un incubo reale che non riguarda solo la reputazione di un’azienda o magari di altri soggetti che portano avanti pratiche simili.

Sarebbe piuttosto un film dell’orrore che riporta indietro le lancette del noleggio moderno di almeno trent’anni.

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