Mancano le figure tecniche, cosa possiamo fare?

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Con l’intervento di Ilaria Nembro, Brand and Communication Manager del Gruppo Tesya (CGT, CGTE, CLS e altre aziende in Italia ed Europa), apriamo una riflessione sulle azioni concrete necessarie per attirare le nuove generazioni nel settore del noleggio. 

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Mercato del lavoro e mancanza di manodopera qualificata è un binomio che ricorre da diversi anni ed è rimasto una costante, anche nel grande cambiamento che la pandemia ha portato nel mondo del lavoro.

Questo cambiamento, a partire dalla diffusione dello smart-working, ha ridefinito il paradigma del concetto di flessibilità, dalla value proposition ai nuovi equilibri interni a cui le organizzazioni si sono dovute adattare.

La richiesta di nuove competenze

Per cavalcare la transizione digitale e favorire lo sviluppo dell’industria 4.0, le aziende, come anche il nostro Gruppo, hanno sempre più bisogno di tecnici specializzati, ma faticano a trovare personale qualificato.

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Ilaria Nembro, Brand and Communication Manager del Gruppo Tesya

C’è un’alta richiesta di professionalità con competenze meccaniche, elettriche, elettroniche e informatiche e la carenza di queste figure corre trasversale ai vari settori dell’industria italiana.

Come Gruppo Tesya, possiamo affermare che questo non è un problema riscontrabile solo in Italia, ma che osserviamo anche nei paesi europei in cui operiamo. In questo articolo, però, mi vorrei concentrare sul mercato italiano.

Se guardiamo i bollettini pubblicati ogni mese dal sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) scopriamo che le categorie in cui si evidenziano le maggiori difficoltà di reperimento di personale sono proprio quelle degli operai specializzati e delle professioni tecniche.

Di contro, la disoccupazione giovanile in Italia è attualmente del 30 per cento.

Un mismatch tra domanda e offerta a cui contribuiscono da un lato gli interessi lavorativi dei giovani, sempre più condizionati dalle nuove tendenze del web; dall’altro, gli stereotipi e i pregiudizi che ancora avvolgono le professioni tecniche.

La nostra ricerca

Questi dati di fatto sono stati evidenziati da un’indagine sui giovani che abbiamo commissionato ad AstraRicerche proprio con l’obiettivo di fotografare e comprendere il percepito dei giovani del mondo del lavoro e della figura del tecnico nei paesi in cui Tesya opera.

Sul profilo professionale, nei confronti del tecnico permangono pregiudizi e sentimenti contrapposti rispetto a una figura che in realtà si sta evolvendo per rispondere alle nuove aspettative dettate dall’innovazione tecnologica. E che rimane di fondamentale importanza per un tessuto produttivo che è centrale allo sviluppo economico del Paese.

Per i giovani italiani, la figura del tecnico è ancora avvolta da stereotipi: per il 35 per cento dei rispondenti ha uno stipendio basso; il 32 per cento non la considera una figura professionale stimata. Per il 30% non è per niente una professione ‘cool’ perché non ha grandi responsabilità e non deve prendere decisioni (fa cioè quello che altri gli dicono di fare); per il 47 per cento fa un lavoro faticoso.

Non solo, il 41 per cento afferma che le scuole professionali e tecniche sono consigliate per chi ha poca voglia di studiare. A questo si aggiunge un tema di competenze che evidenzia una preparazione non adeguata.

Eppure, gli Istituti Tecnici Superiori, ossia il segmento di formazione terziaria non universitaria, insieme all’Ifts, sono nati proprio per sala controllo manutenzione predittivafavorire un’occupazione qualificata nell’attuale mondo del lavoro.

Diamo uno sguardo ai numeri

In Germania gli 800mila studenti delle scuole tecniche rappresentano l’1 per cento della popolazione; in Francia gli studenti di questo tipo di percorso di studi sono 400mila, mentre in Italia sono meno dello 0,1 per cento.

La disoccupazione giovanile in Germania è il 6 per cento; in Francia il 19 e in Italia, come abbiamo già detto, è del 30 per cento.

Di contro, il mercato manda segnali molto diversi e precisi: la figura del tecnico è sempre più richiesta dalle aziende in ogni settore e si evolve insieme alla tecnologia.

Sempre più aziende, come è il nostro caso, sono orientate verso sistemi di manutenzione predittiva basati sulla teoria del guasto zero.

La capacità del tecnico è quella di analizzare, comprendere e prevenire i problemi e, di conseguenza, intervenire direttamente per risolverli.

La figura del tecnico si è quindi evoluta in quella del tecnico predittivo, in cui l’interpretazione dei dati e l’utilizzo efficace della tecnologia giocano un ruolo determinante.

Nel nostro Gruppo, su oltre 3.400 dipendenti, circa 1.400 sono tecnici, con un piano di assunzioni del 25 per cento in più di queste figure entro il 2025.

Siamo dunque estremamente sensibili a questo tema, che ci tocca direttamente. Ma sentiamo anche il dovere morale di contribuire con le nostre conoscenze e la nostra forza a dare un impatto significativo in questo ambito, perché riteniamo importante investire sul futuro dei giovani e accompagnarli nel loro percorso di formazione e di crescita. meccanici sicurezza assistenza

Riposizionare la percezione

Da una parte stiamo quindi lavorando a livello di comunicazione per riposizionare la figura del tecnico, cercando di spiegare esattamente quello che fa e come sta evolvendo questa professione.

Ci affidiamo anche ai media e al contributo di chi lavora negli organi di informazione, che svolgono un compito importante per supportare e contestualizzare questi messaggi verso i giovani, ma anche l’opinione pubblica in generale.

Dall’altro lato, stiamo lavorando direttamente con le scuole superiori con campagne informative integrate che vedono in campo l’uso del digitale combinato a eventi fisici nelle nostre filiali.

Per fortuna non siamo gli unici a veicolare questo tipo di messaggio.

Altre aziende del settore sono impegnate a raccontare le opportunità e le soddisfazioni di questa professione ed è fondamentale che ci sia un racconto corale per poter arrivare alle famiglie e ai ragazzi e operare davvero un cambiamento culturale.

Infine, partiremo con un progetto pilota in collaborazione con CNOS FAP (salesiani) per formare 30 tecnici (tra Italia e Spagna) attraverso il percorso annuale di IFTS, ponendo l’ITS come sfondo per eventuali e auspicabili fasi 2.0.

L’obiettivo generale del percorso è quello di formare la figura professionale di un tecnico all’avanguardia, in grado di operare su sistemi meccatronici avanzati applicati all’industria.

Una figura lavorativa che in generale si colloca fra le professioni che provvedono alla manutenzione di apparati di natura meccanica, elettrica, pneumatica e oleodinamica, utilizzando strumenti di diagnostica e applicando metodologie preventive, predittive e prognostiche ispirate ai paradigmi dell’industria 4.0.

Questo primo progetto ha l’ambizione di diventare una scuola con diversi centri di formazione tra Italia, Spagna, Portogallo e Balcani che permetta a quanti più giovani possibile di avere un futuro lavorativo nei nostri settori.

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