Il parco mezzi italiano per le costruzioni

ospiti al SamoterDay
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“Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa”. Questa frase, piuttosto nota, dello scrittore e giornalista americano Gregg Easterbrook, piace molto agli scettici delle statistiche, che possono così mettere alla berlina anche le indagine di mercato presentate su presupposti solidi, trasparenti e con le migliori intenzioni.

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Un’indagine numerica si presta, infatti, a molteplici chiavi di lettura; quindi i numeri in sé, se non analizzati con altrettanta onestà, dicono poco o niente. In tutti gli altri casi, cioè nelle indagini di cui non si hanno notizie precise circa le fonti e le elaborazioni, ma che hanno l’obiettivo di manipolare con numeri a caso qualsiasi enunciato, il problema non si pone nemmeno, anche se in un mondo sempre più dominato dalle “fake news intelligenti” occorre molto raziocinio per non cadere nelle trappole mediatiche mascherate da numeri strutturati ad hoc.

Palco SamoterDay -relatori Naturelli Mantovani RossiL’indagine curata da SaMoTer-Veronafiere in collaborazione con Prometeia e presentata martedì 29 ottobre nel corso della sesta edizione del SaMoTer Day è seria e ha il pregio di colmare un buco di almeno dieci anni. A tanto risalivano le ultime rilevazioni di una certa affidabilità, rese rapidamente insignificanti dall’abbatersi della crisi, con numeri che stanno lì a ricordarci un mondo completamente diverso: espressioni di valore che, probabilmente, non rivedremo mai più.

La ricerca fornisce una mappatura – per quanto approssimativa perché si tratta pur sempre di un campione ridotto a cui sono stati applicati dei coefficienti – quantomeno aggiornata del parco macchine per costruzioni attivo in Italia. Numeri che, se messi in relazione fra loro e con quelli di dieci anni fa, mettono bene in luce i cambiamenti intercorsi tra il 2008 e il 2018. L’analisi evidenzia le dimensioni, le caratteristiche tecnologiche, l’età media e i principali aspetti connessi alle modalità d’uso dei macchinari, sia in proprietà che a noleggio. Una particolare attenzione è stata posta nell’evitare la duplicazione dei dati. In altre ricerche di quegli anni, infatti, alcuni mezzi venivano conteggiati in entrambi i parchi. Colpa della natura del noleggio di allora, maggiormente incentrata sulla distribuzione (quando non gestita direttamente dal costruttore) e della maggiore propensione all’aberrante pratica del noleggio con riscatto.

Finalmente dei numeri aggiornati

Piattaforme aeree su piazzaleIl campione preso in esame dalla ricerca è di 514 realtà, di diversi settori di attività e dimensioni. Il mercato di riferimento in Italia, che si estende dalle aziende di costruzioni a quelle manifatturiere, estrattive, agricole o specializzate in scavo, secondo Prometeia conta complessivamente 120.224 imprese e 1,018 milioni di addetti per un valore della produzione di 188,71 miliardi di euro.

Sul fronte qualitativo, l’innovazione si evidenzia come una delle principali leve per l’acquisto di nuove macchine per costruzioni. Secondo gli utilizzatori, i requisiti chiave sono l’efficienza e il contenuto green, in termini di emissioni e rumorosità. Un ruolo sempre più centrale, nel comparto, lo vanno acquisendo le macchine intelligenti: il 16% degli utilizzatori e il 31% dei noleggiatori le ritengono un criterio di scelta rilevante per l’acquisto. Quasi il 4% degli utilizzatori (con punte del 16% nel settore estrattivo), inoltre, ha sostituito mezzi tradizionali ancora funzionanti in favore di modelli smart.

Atteso il contesto di interesse della ricerca, il parco macchine del comparto è stimato in 179.224 mezzi, composto principalmente da macchine per il movimento terra (66,1%), per il sollevamento (20,7%), stradali (8,2%), per il calcestruzzo (4%) e quelle per la perforazione (1,1%). In media, il 30% di questi mezzi fa capo ai noleggiatori, con rilevanti distinzioni tra le diverse tipologie di macchine: il peso del parco noleggio spazia dal 61% dei mezzi per il sollevamento al 2% di quelli per il calcestruzzo. Nel 61% dedicato al sollevamento sarebbe stato più opportuno suddividere le piattaforme aeree dalle gru, data la loro differente natura relativa al noleggio a breve (le prime) e a lungo (le seconde), che inquinano non poco i dati. Sarà per la prossima volta.

Le macchine intelligenti

Escavatori VolvoIl manifatturiero è il settore che ha maggiormente rinnovato il proprio parco introducendo macchine intelligenti, seguito dalle grandi imprese di costruzioni. A influire sulla decisione di acquistare queste nuove tecnologie è stata soprattutto la ricerca di modelli più innovativi (67,9%). Il tema è di gran moda sui media nazionali e, in differente maniera, sulle riviste di settore, ma comunque è un dato significativo soprattutto pensando che l’età media dei parchi noleggio italiani è quasi il doppio rispetto al resto d’Europa. Se la tendenza è confermata, si salterebbe direttamente una generazione intermedia di macchine.

Rilevante nella scelta di acquisto è anche la possibilità di accedere a misure di agevolazione: il 44% degli intervistati ha ovviamente dichiarato di averne utilizzate per acquistare le macchine in parco, in particolare super ammortamento, nuova Sabatini e bandi ISI. Sono misure controverse che non tutti usano per rinnovare il parco, ma tant’è, accontentiamoci del trend.

La caratteristica tecnologica più richiesta tra le diverse tecnologie di dotazione sulle macchine, sia nel parco degli utilizzatori che in quello dei noleggiatori, è la geolocalizzazione, mentre i benefici ritenuti più strategici da parte delle imprese (67,4% degli intervistati) riguardano la sicurezza, ma anche la sostenibilità ambientale, in particolare per le grandi imprese di costruzioni, il manifatturiero, le multiutility e le aziende agricole. C’è da dire che i sistemi di geolocalizzazione hanno ridotto i costi di accesso, ma se fini a sé stessi sono ormai superati dalla telematica che, oltre a dove è posizionata la macchina, fornisce una enorme serie di dati circa l’uso del mezzo, manutenzioni predittive, eccetera. Chi legge questo portale ha già avuto modo di approfondire il tema. Le aziende, conferma l’indagine, si aspettano infatti un aumento della strategicità delle tecnologie intelligenti nei prossimi anni: la manutenzione predittiva e la telediagnostica sono quelle riconosciute più determinanti oggi e in futuro; la motorizzazione elettrica è quella che, invece, secondo gli intervistati, vedrà la crescita maggiore.

Movimento terra di  proprietà o a noleggio?

L’indagine stima che le macchine movimento terra siano 118.402: il parco mezzi risulta dimezzato rispetto al 2008, con un calo più forte per gli utilizzatori (-59%) rispetto ai noleggiatori (-19%), in linea con il ridimensionamento del mercato determinato dalla crisi del settore edile. A fronte di ciò, il peso del noleggio nel movimento terra appare in forte aumento nell’ultimo decennio, salendo al 29.6%, dal 18% stimato nel 2008. Confermato quindi il crollo delle dimensioni dei mezzi in proprietà rispetto a dieci anni, mentre il noleggio ha visto una discesa più attenuata ed è già in fase di recupero. I numeri totali del parco macchine per costruzioni facente capo ai soli utilizzatori è stimato in poco meno di 120mila unità, di cui oltre il 70% è rappresentato dal comparto del movimento terra (per il sollevamento, infatti, è quasi normale il ricorso al noleggio e le nostre fonti della ricerca annuale IPAF dicono 25mila unità le PLE disponibili a noleggio nel nostro Paese).

In media, il 78% del parco è costituito da macchine acquistate nuove, il restante 22% da usate. La quota di usato è particolarmente elevata nelle macchine per la perforazione, dove supera il 40%. Per il movimento terra è in aumento al 22%, dal 7% dell’indagine 2008. La scelta di ricorrere a macchine a noleggio, rispetto all’utilizzo di quelle in proprietà, ha inciso per circa il 30% nell’ultimo biennio. Le piccole imprese di costruzioni, i vivai, e le aziende agricole sono le categorie di imprese che maggiormente fanno ricorso a servizi di noleggio. Le macchine di proprietà vengono utilizzate in media per 759 ore annue, contro le 281 delle macchine noleggiate. Per il movimento terra il dato medio (690 ore) è in linea con quello del 2008. Guardando alla composizione del parco per fasi di motorizzazione, nel campione analizzato si rileva una più alta incidenza di macchine obsolete (Fase I e II) tra le macchine per il calcestruzzo e per la perforazione. Movimento terra e macchine stradali, invece, vantano circa un terzo delle macchine in parco in Fase IV e V (di recente inserimento). L’età media è di circa 11 anni, seppur con qualche distinzione: macchine stradali e movimento terra mostrano un’età media intorno ai 10 anni, le macchine per il sollevamento oltre i 14. Tra gli operatori, il parco più “giovane” è detenuto dalle imprese di raccolta e smaltimento rifiuti, scavi e demolizioni e grandi imprese di costruzioni, il più “anziano” dalle piccole imprese di costruzioni.

Nell’ambito della riduzione del parco, nettamente più forte per gli utilizzatori rispetto ai noleggiatori, per i primi ha interessato tutte le tipologie di macchine, con una fortissima flessione per le terne (-75%) ormai quasi sparite dagli ordini; solo una piccola correzione (-18%) per i dumpers. I noleggiatori hanno, invece, dismesso principalmente le macchine più grandi e “tradizionali” (apripista, dumpers, terne, pale cingolate), puntando sulle macchine più piccole e versatili (miniescavatori, minipale, telescopici) che hanno sostanzialmente mantenuto i livelli del 2008.

Torneremo sull’argomento con qualche ulteriore analisi, soprattutto di carattere qualitativo.

Tag dell'articolo: SaMoTer, SaMoTer Day

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