Automotive, drastiche le stime per i prossimi mesi

Automotive, stime drastiche per i prossimi mesi
Automotive stime drastiche

C’erano una volta gli incentivi…che ora non ci sono più. È stato bello finché è durato, diremmo se si trattasse di una storia d’amore. Ma in questo caso, nonostante il contesto sia completamente differente, è una frase particolarmente adeguata. Quello che il settore Automotive ha vissuto nei mesi scorsi è stato forse un fuoco di paglia, ma quello che si appresta ad affrontare nei mesi che ci separano dalla fine dell’anno, è un fuoco disastroso.

Le ultime stime fatte sui numeri collezionati tra settembre e ottobre, in vista di novembre e dicembre, lasciano ben poco spazio all’immaginazione. Uno scenario che, in realtà, appariva complesso già all’inizio del 2020 e che l’emergenza sanitaria ha solo contribuito a destabilizzare ulteriormente.

2020 nero dall’inizio alla fine

A gennaio e febbraio, infatti, il mondo Automotive già arrancava leggermente, caratterizzato da un calo rispettivamente del 5,8 per cento e dell’8,7 per cento. Numeri sicuramente preoccupanti che, con l’arrivo del Covid-19, si sono ulteriormente inaspriti.

Ad aprile il settore ha fatto registrare un calo del 97,6 per cento, a cui si è sommata una diminuzione delle immatricolazioni pari al 41,7 per cento. E, a quel punto, la frittata era fatta.

Il lockdown ha avuto conseguenze disastrose sul parco auto di tutti i dealer d’Italia, che già nel 2019 era categorizzato come uno dei più vecchi d’Europa. E, nel momento in cui le cose sono sembrate ripartire, gli incentivi voluti dal Governo sono stati – in parte – un buco nell’acqua.

Nei primissimi mesi dopo la quarantena, le immatricolazioni sono tornate più o meno al livello dello scorso anno, subendo poi una crescita nel mese di settembre, registrando un + 9,65 per cento. Risultati che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo e hanno un po’ rianimato le speranze degli addetti ai lavori.

Ma, come se l’Automotive non ne avesse già passate abbastanza, le risorse previste si sono rivelate inadeguate.

Il sogno infranto degli incentivi

Lo stanziamento per le vetture con emissioni di CO2 tra i 91 e i 110 g/km si è esaurito quasi immediatamente, mentre quello destinato alle vetture con emissioni tra i 61 e i 90 g/km è ridotto all’osso, con 11,8 milioni di euro ancora disponibili.

Di conseguenza, le speranze e il sollievo provati nei mesi scorsi erano ben giustificati dall’utilizzo repentino degli incentivi, che però ora volgono al termine…e lasciano ancora dubbi, paure e perplessità su quello che potrà essere il futuro del settore Automotive.

Dagli studi condotti dal Centro Studi Promotor le stime che emergono sono particolarmente negative. Il clima di fiducia degli operatori del settore è crollato a 28,1 nel mese di ottobre, contro il 53,2 fatto registrare ad agosto proprio in seguito alla proclamazione del piano incentivi.

Ma non solo. A ottobre il 70 per cento dei dealer italiani ha dichiarato di essere preoccupato per i mesi a venire, dai quali si attendono ulteriori cali.Automotive, stime drastiche per i prossimi mesi

In altre parole, l’Automotive è in crisi. Non c’è modo più leggero o semplice per dirlo. Le cose sono molto serie e c’è bisogno davvero di un aiuto ulteriore da parte del Governo italiano. Ciò che viene suggerito dagli addetti ai lavori è un piano di incentivi simile a quello di Francia e Germania, adeguato quindi alla gravità e complessità della situazione.

Il settore Automotive vale il 12% del PIL italiano, per cui è evidente quanto urgente sia la necessità di correre ai ripari. Ripari che, al momento, non sembrano però contemplati.

La resistenza del noleggio a breve termine

Una flebile e timida luce di speranza arriva, paradossalmente, dall’ambito del noleggio a breve termine. Duramente colpito dal diffondersi dell’emergenza sanitaria, anche questa branchia dell’Automotive ha dovuto fare i conti con mesi difficili, aggravati da due elementi principali: l’azzeramento del turismo e il ridimensionamento del business.

Chiaramente, con lo stop degli spostamenti e i piccoli lockdown localizzati, il Rent a Car ha subito una battuta d’arresto non da poco. Tuttavia, ha dimostrato di avere delle solide basi finanziarie, che lasciano ben sperare per il prossimo anno.

L’obiettivo, al momento, è quello di stringere i denti e cercare di tenere duro almeno fino alla primavera 2021. Questo perché, sebbene i volumi siano crollati, i dati più preoccupanti sono stati registrati nel corso dei primi due trimestri. Il terzo trimestre, tuttavia, ha segnato un recupero della perdita del 50 per cento sull’anno precedente.

Il noleggio a breve termine è quindi riuscito a rispondere in maniera concreta alla situazione di crisi, pur dovendo riassestare il proprio business. Il classico “mi piego ma non mi spezzo”, se vogliamo. In questo senso, infatti, diversi sono stati i cambiamenti a cui il Rent a Car è andato incontro:

  • il fatturato si concentra attualmente molto più nelle città e non in aeroporto, a causa del rallentamento del traffico aeroportuale e del cambiamento della clientela;
  • il canale costituito dai broker si è azzerato, complice il fatto che le azienda abbiano deciso di puntare sulla qualità, sulla sanificazione e sulla sicurezza, piuttosto che sulla leva del prezzo;
  • è aumentata l’incidenza della clientela nazionale rispetto a quella internazionale;
  • sul totale noleggiato, è in aumento l’incidenza dei furgoni;
  • sono mutati i giorni di noleggio, che hanno subito un aumento rispetto ai soli 2/3 giorni del weekend.

Da queste considerazioni, il canale Rent a Car ne è uscito come più sicuro in un contesto storico come quello attuale.

L’obiettivo è traguardare la primavera perché presumibilmente prima di allora la situazione non troverà rapido sbocco. Tutte le aziende sono in assetto difensivo: la linea è salvaguardare il più possibile i lavoratori per evitare ricadute sul versante occupazionale e ridimensionare la flotta. Dall’ultima rilevazione, il Rac da gennaio a settembre ha immatricolato il 60% in meno rispetto all’anno precedente.
Giuseppe Benincasa, Direttore Generale ANIASA

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