L’Automotive sa davvero rispondere alle sfide del mercato?

automotive sfide mercato
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In uno degli ultimi articoli inerenti l’Automotive abbiamo riportato i dati del report ANIASA; successivamente, siamo andati più a fondo cercando di capire quali sono i principali trend a cui il settore sta prestando o deve prestare attenzione.

Rileggendo entrambi questi contenuti mi sono fatta una domanda: ma qual è la verità? Voglio dire, come sta andando davvero il settore? Non metto assolutamente in dubbio i dati Aniasa,  anzi. Sono quelli che più di tutti hanno suscitato in me delle considerazioni.

Quello che non mi spiego è, in una situazione delicata come quella attuale in cui si sommano diverse difficoltà per l’Automotive, come sia possibile guardare a un futuro realistico caratterizzato da digitalizzazione, elettrificazione, forme avanzate di sharing e così via.

Personalmente, credo ci siano tutti i presupposti per sperare e osannare una rivoluzione nel settore, che in minima parte è già in atto, che evidenzi nuovi paradigmi e approcci all’auto. Allo stesso tempo, sotto alcuni punti di vista, penso che questi cambiamenti dovranno necessariamente scontrarsi con la dura realtà che caratterizza l’attuale scenario di questo mercato.

Che fine hanno fatto i chip?

Qualche giorno fa, mentre trascrivevo un’intervista, la persona intervistata ha sottolineato una delle difficoltà più importanti che il noleggio (indipendentemente dal settore industriale) sta affrontando in questo momento: reperire la materia prima e i componenti.

Un po’ questa affermazione mi ha sorpresa, un po’ mi ha aperto la mente ad alcune riflessioni. A fine Maggio vi avevamo accennato al problema dei chip con cui l’Automotive stava combattendo, spiegandovi perché in termini di noleggio auto avrebbe avuto conseguenze molto complesse.

A distanza di un mese e mezzo la situazione sembra ancora più drastica. Mossa da una certa curiosità, sono andata a scandagliare il web alla ricerca di informazioni, partendo da una domanda che mi assilla da qualche tempo: ma se stiamo osannando la ripresa del settore Automotive, come si contestualizzano queste difficoltà?

Ciò che ho scoperto è che al momento l’acciaio ha raggiunto un prezzo inconcepibile superando di quasi il doppio quello iniziale: parliamo infatti di 1.300 euro a tonnellata. Ma non solo. Non c’è traccia di microchip. E, di conseguenza, le forniture e lo sviluppo dei modelli hanno subito un brusco rallentamento.

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Insomma, i produttori siderurgici e di componenti europei non riescono a rispondere alla domanda perché impreparati (ma non parlavamo già da mesi di crisi economica?).

A tutto questo c’è da sommare la transizione elettrica richiesta dall’Unione Europea. Ah, pensavate fosse una nota positiva nella tempesta che l’Automotive sta affrontando? Beh, non esattamente. Alcune delle principali case automobilistiche hanno definito questo obiettivo come “irrazionale“.

Anzi, molte di loro hanno sottolineato come questa tanto acclamata svolta elettrica penalizzi la maggior parte dei protagonisti del settore. Il cosiddetto piano Fit-for-55 vieta la vendita di veicoli nuovi a benzina o diesel. Una decisione che viene considerata da più parti un grosso errore che l’UE sta commettendo senza rendersene conto: c’è il sostegno nei confronti di “tutti gli sforzi per rendere l’Europa a emissioni zero entro il 2050, come previsto dalla proposta di legge sul clima, ma vietare una singola tecnologia non è una via razionale da perseguire in questo momento“.

Ma quindi?

Molti di voi si staranno chiedendo il perché di questo sproloquio sul mare in tempesta di cui è in balia il settore Automotive. Insomma…non è chiaro? L’Europa…

  • …punta all’elettrificazione totale della mobilità, ma le case automobilistiche la ritengono un’opzione al momento irrealizzabile;
  • …spinge su un panorama automobilistico caratterizzato da auto elettriche, ma gli italiani non sono pronti ad acquistare questa tipologia di veicoli, ancora troppo costosi. Senza contare la totale mancanza di infrastrutture a supporto, ad esempio le colonnine;
  • …vieta la vendita, nei prossimi anni, di auto nuove a benzina o Diesel, ma l’Automotive sta facendo i conti con la mancanza di microchip e componentistica essenziale alla produzione di nuove auto.

Non vi sembra che ci siano un po’ di controsensi in tutto questo? Ed è evidente che, pur non essendo coinvolto direttamente, anche il noleggio sia destinato (suo malgrado) a subire importanti conseguenze. E non solo in termini di “stagione estiva”, come vi abbiamo raccontato qualche mese fa. A lungo andare si tratta di problematiche strutturali che potranno impattare notevolmente e irrimediabilmente sul comparto noleggio, purtroppo in modo negativo.

Ecco allora che arriviamo al punto cruciale di questo articolo (sì, lo so, ci ho messo un po’ ad arrivare qui in fondo). Forse lo avevo già proposto o accennato in uno dei miei precedenti contributi: ma le auto usate fino a quando vogliamo continuare a schifarle? 

Scusate la schiettezza, ma abbiamo una soluzione (seppur minima) così a portata di mano e non la utilizziamo?

Il mercato dell’usato, in questo momento, c’è…ed è pure fertile. L’ultima ricerca condotta da Areté nel mese di Luglio è fondamentale per comprendere questa mia considerazione. Ciò che emerge, infatti, è che più di un italiano su 10 dichiara di voler cambiare la propria auto entro la fine dell’anno; di questi una quota crescente ne acquisterà una usata di ultima generazione.

Le motivazioni? Ragioni economiche, prevalentemente. Le preferenze emerse dalla ricerca si concentrano su auto di nuova generazione, anche se le motorizzazioni ibride ed elettriche non hanno ancora colto nel segno. Più del 51% sceglierà un motore endotermico, in barba alle dichiarazioni dell’UE secondo cui entro il 2030 dovranno circolare esclusivamente auto elettriche.

Stiamo parlando di acquisto, questo è vero. Ma stiamo parlando anche di un acquisto che, tra una decina di anni, arriverà al suo punto di non ritorno. E se pensiamo che, come emerso dai dati ANIASA, il noleggio a lungo termine sta progressivamente riacquistando terreno, perché non tentare di combinare le due cose?

Una transizione nella transizione in atto

L’idea è quella di sostituire la propria auto e rivolgere uno sguardo al mercato dell’usato fresco e sicuro, per poterne trarre i vantaggi più interessanti: costi, minori preoccupazioni in caso di furti, possibilità di guida anche a neopatentati, auto che comunque sono in linea con le normative attualmente in vigore.

Nonostante rischi di andare incontro a una svalutazione inevitabile, se non altro per il divieto di vendita di auto a motore endotermico, questo tipo di usato rimane il più apprezzato dagli italiani. Perché dunque non sfruttarlo?

Alcune analisi condotte da diverse testate, come SicurAUTO (affiliato di Gazzetta Motori), Il Corriere della Sera, ma soprattutto la società Rent4You, hanno evidenziato in particolar modo come il noleggio a lungo termine di auto usate rappresenti un business da non sottovalutare, particolarmente apprezzato dai privati.

Ciò che è emerso è che, puntando sul NLT di auto usate, si può arrivare a risparmiare quasi un quarto delle spese auto mensili  e senza compromettere troppo la qualità.

Questa formula, al di là dell’evidente risparmio economico, porta con sé diversi vantaggi: le auto usate vengono completamente revisionate e ripristinate al nuovo prima di essere proposte per il noleggio. Devono quindi superare una serie di spinosi e puntigliosi controlli meccanici e verifiche di qualità.

Altri esempi? Sono spesso in pronta consegna, necessitano di una valutazione creditizia meno rigidagodono delle stesse agevolazioni fiscali delle nuove. Se si sommano questi “nuovi” vantaggi a quelli già garantiti dalla formula del NLT, capite bene che siamo davanti a una soluzione davvero molto interessante.

Sono diverse le società di noleggio che hanno iniziato a fare l’occhiolino a questo tipo di soluzione (una su tutte, Leasys…che tra l’altro meriterebbe un plauso anche solo per il tipo di comunicazione utilizzata).

Soprattutto in un periodo storico come quello attuale in cui, nonostante la lenta ripresa economica, rimangono evidenti i freni cui sono sottoposti gli acquisti degli italiani, il noleggio dell’usato potrebbe essere la soluzione più adatta da abbracciare.

Si tratterebbe sicuramente di una transizione nella transizione, per un settore che trova nella sua capacità e disponibilità a rinnovarsi continuamente un punto di forza (giocando d’anticipo in controtendenza) quanto un punto di debolezza (assecondando il trend). Ma se l’Automotive sta affrontando un mare in tempesta da cui difficilmente sarà possibile uscire in poco tempo, perché non tentare?

Le carte in tavola ci sono tutte. Voi cosa ne pensate?

Sarei ben contenta di sentire la vostra opinione e le vostre sensazioni in merito; per farlo, potete scrivermi a redazione@rentalblog.it.

Potremmo usare i vostri commenti come sequel di questo articolo o per aprire un dibattito costruttivo con diversi punti di vista in campo!

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Tag dell'articolo: noleggio, settore automotive

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