L’articolo pubblicato venerdì scorso sul canone meritocratico, come era prevedibile, ha suscitato feedback contrastanti e molte perplessità, soprattutto sugli aspetti di gestione di questa rivoluzione che riguarda i canoni. Il tema però è affascinante e vale la pensa proseguire la nostra riflessione partendo da una premessa comune a tutti.
Come i migliori venditori di noleggio sanno, infatti, il momento in cui l’interlocutore esprime delle obiezioni e delle perplessità, è semplicemente un privilegio che ci viene riservato. Una perplessità non è un ostacolo, bensì un invito a convincere con più forza, una sorta di “spiegami qualcosa che mi possa davvero portare dalla tua parte”.
Il canone meritocratico è un tema che genera per forza di cose delle perplessità: infatti, è difficile da comprendere e gestire senza l’aiuto di una valida tecnologia. Abbiamo visto la scorsa settimana che gli utilizzatori reali di una macchina cambiano spesso e che non sempre sono gli stessi che stipulano il contratto a occuparsi del lavoro e quindi dell’uso dei mezzi. Ognuno ha il suo stile, i suoi accorgimenti, la sua sensibilità nell’utilizzare mezzi non suoi. Anche il noleggio a lungo termine risulta coinvolto in questo aspetto: certo, è più monitorabile, ma non si può sempre verificare tempestivamente l’effettiva condizione del mezzo se non è il cliente ad avvisarti.
L’obiettivo di gratificare il cliente virtuoso per l’abbattimento dei costi di manutenzione a seguito di un utilizzo corretto delle macchine è quindi così lontano dall’essere realizzabile?
Il prezzo dinamico è già qui
La risposta è no, non lo è. I principali noleggiatori italiani (anche sbirciando tra le pratiche delle multinazionali sbarcate nel nostro Paese) stanno già valutando con molta attenzione la possibilità di proporre un’offerta sempre più differenziata, in cui si possa tener conto anche di questo aspetto che, oltre a migliorare la qualità del noleggio, potrebbe costituire la base per una solida, autentica e duratura partnership tra noleggiatore e cliente. L’obiettivo è quello di introdurre nei processi aziendali il cosiddetto price management, o yield management; ossia intercettare, con l’aiuto di appositi algoritmi, il prezzo che ogni volta il cliente è disposto a pagare, lasciando a lui la scelta all’interno di uno spettro decisionale ampio e motivato.
La necessità di avvalersi della giusta tecnologia non cambia le modalità essenziali del servizio: al termine di ogni noleggio si dovranno sempre svolgere tutte le operazioni di approntamento della macchina ed effettuare i dovuti controlli tecnici secondo gli standard di qualità fissati, possibilmente alla presenza del cliente.
In seguito, ma non a distanza di troppo tempo, effettuare tutte le operazioni di manutenzione ordinaria e, quando richiesta, straordinaria, al fine di garantire al cliente successivo (e comunque prima possibile) la piena efficienza delle macchine e la massima sicurezza operativa. I software sono già pronti per registrare tutto il processo, mettendo in mano al noleggiatore analisi raffinate sugli utilizzi. Ed è qui che entra in gioco il pricing consapevole e il riconoscimento del valore alla clientela corretta.
Il cliente meritevole diventa nostro partner
E’ un tema di organizzazione e qualcuno ci ha obiettato che le macchine non sempre rientrano nelle migliori condizioni oggettive, anche quando non sono state usate con prestazioni oltre il limite o in maniera non corretta. Qualche cliente si lamenterà del fatto che al noleggiatore spetterebbero comunque i controlli giornalieri dell’uso. I costi derivanti dall’attività di approntamento, fondamentale per la buona gestione della flotta, sono quindi molto variabili; ma, nei casi limite, rappresentano una delle voci più importanti nella determinazione delle tariffe per tutti. E’ una pratica corretta?
A nostro parere no. Ed è proprio per questo motivo che sarebbe interesse comune, sia del noleggiatore che del cliente, adoperarsi per il loro possibile contenimento, a quel punto nella maniera più personalizzata possibile, facendo entrambi un salto di paradigma condiviso: passare cioè dal mero rispetto delle norme contrattuali, al senso di reciproca responsabilità.
Forse è un passaggio concettualmente difficile da fare, ma sul piatto c’è parecchio valore: qualora le macchine fossero riconsegnate in condizioni ottimali, si potrebbe generare un vero e proprio circolo virtuoso che porterebbe ampi vantaggi, anche attraverso tariffe più convenienti per tutti. E perché questi vantaggi non dovrebbero essere redistribuiti in primis in maniera più meritoria, puntuale e oggettiva?
Se oggi il riconoscimento del cliente meritevole si esplicita esclusivamente nell’esclusione dall’aggravio dalle franchigie, domani si potrebbe percorrere la strada di personalizzare le tariffe a monte per categorie di clienti; oppure premiare a fine anno chi utilizza le macchine con maggiore attenzione. I passaggi fondamentali sono di tipo culturale e tecnologico.
Per arrivare al noleggio di qualità, sia in questa fattispecie che più in generale, non bisogna guardare al noleggiatore e al cliente come due soggetti terminali di un contratto, ma come elementi di un rapporto di vera partnership, in cui entrambi possono raggiungere insieme gli obiettivi prefissati. Esiste allora un criterio economizzante per entrambi i soggetti?
Un paio di regole potrebbero aiutarci a raggiungere questo importante obiettivo comune. La prima: il noleggiatore deve avere le competenze, le risorse e le strutture organizzative per la gestione ottimale della flotta con interventi rapidi e risolutivi. La seconda: si dovrebbe sempre fare un invito esplicito ai clienti verso un uso regolato dal fair play, chiedendo senza remore di trattare la macchina noleggiata come se fosse di loro proprietà. Possiamo tentare di farlo?
Anche in questo caso la risposta è sì: con l’uso della tecnologia già disponibile, possiamo (e ci conviene) farlo.
Carissimo Pier Angelo…. è sempre un piacere leggerti, lo faccio spesso anche se non “partecipo” rispondendo, come tempo addietro.
Mi dispiace.. ma per la prima volta sono di idee assolutamente all’opposto a quanto tu auspichi… “noleggiatore e cliente.. elementi di un rapporto di vera partnership..”
Ma quando mai.. e poi in Italia?
Se non fossi tu a pensarlo e proporlo mi verrebbe da ” scompisciarmi dalle risate” … e non me ne volere del linguaggio un pò free…
Qualche anno fa ( non posso far nomi.. ma io ero presente.. ) un dirigente prossimo alla pensione di una grande realtà del nostro settore rivolgendosi a circa 400 persone ( tra venditori, responsabili vendita, direttori di filiale ecc… ) ad un Convegno al Midas di Roma.. disse testualmente: ” I CLIENTI VANNO COLPITI AL CUORE…. ( applausi scroscianti.. ) e dal momento che il cuore ce l’hanno al posto del… VANNO TUTTI.. ( allegorico.. ) .
Aveva ragione… i CLIENTI TUTTI.. NESSUNO ESCLUSO.. non ti riconoscono un bel niente.. MAI ! Ed i sogni o i buoni propositi da “Libro Cuore” non sappiamo di che farsene.
Il nostro settore ( escluso rarissime realtà ) è composto nella maggior parte di clienti che non si meritano nulla e tu proponi addirittura di catalogarli in una speciale classifica meritocratica… per offrirgli un miglior servizio ad un costo minore sperando in conseguenza di ottimizzarne il lavoro e trarne un successivo vantaggio economico…
Ti invito caro Pier a frequentare per per qualche settimana, assiduamente un centro nolo.. del nord, del centro e del nostro “fantomatico” sud.. e poi magari farne una successiva e approfondita riflessione!
In Italia le tariffe dei noleggiatori sono RISIBILI.. rispetto agli investimenti.. ai rischi ed hai ritorni economici!
Io credo che l’unico messaggio utile da “passare” ai “nostri cari clienti” è quello che dovrebbero PAGARE di più e SEMPRE se vogliono un servizio all’altezza delle loro richieste, nel caso contrario possono tranquillamente andare a… comprarsele le macchine.
Scusami ma non credo ci siano altre soluzioni…
A presto!
Vittorio Tavanti
Caro Vittorio,
cominciavo a sentire un po’ la mancanza dei tuoi commenti ai miei articoli. Se non ti conoscessi personalmente, mi limiterei alle risate che ho fatto leggendo quello che hai scritto, peraltro nel tuo stile iconoclasta da buon toscanaccio.
Invece ti rispondo con poche considerazioni, giusto per rimarcare che:
1 – la penso in modo diametralmente opposto da come la pensi tu, ma questo può essere che sia anche dovuto ai nostri diversi punti di osservazione
2 – il tuo pensiero è davvero curioso, soprattutto nel passaggio in cui teorizzi che il cliente deve essere solo “inc***to”. La natura del noleggio dovrebbe invece favorire il continuo ritorno del cliente ai nostri servizi, e non lo vedo compatibile col fatto che il noleggiatore continui a metterglielo in quel posto (a meno che non si tratti di un cliente masochista, ma ne conosco pochi; mentre continuo a conoscere noleggiatori masochisti, a cui piace più lamentarsi che cambiare le cose)
3 – In genere sono più interessato a modificare gli status quo, piuttosto che partecipare ai collettivi piagnistei, comodi alibi che le persone si mettono davanti per non voler cambiare le cose addossando sempre le colpe a qualcun altro
4 – La tecnologia disponibile oggi consente di essere competitivi, scegliendo se continuare a compiacere il cliente con prezzi sempre più bassi o se educarlo ad apprezzare il valore che riceve.
Mi spiace, Vittorio, ma non partecipo alla continua diffusione di una cultura che vede nel noleggio solo gli aspetti più beceri, peraltro sì favoriti da molti degli stessi noleggiatori, ma sicuramente da un sistema imprenditoriale e da un quadro normativo di scarso livello.
Si può cambiare? Certo.
Altrimenti non spenderei il mio tempo a scrivere e portare nelle aule formative concetti come questo.
Con affetto.
Pier