Aumentano le dimensioni delle flotte a noleggio negli USA

Secondo l’ultima edizione del Wells Fargo Construction Quarterly, le dimensioni delle flotte dei noleggiatori negli USA sono cresciute molto dal 2010 a oggi. Usando come base il valore delle macchine, la crescita registrata alla fine del 2015 è stata del 55% in cinque anni.

Nell’ultimo anno la crescita in valore è stata del 12,6% per le compagnie generaliste più grandi, mentre nel caso dei rivenditori-noleggiatori e delle società indipendenti la crescita delle flotte è stata del 17,9%.

Secondo questo rapporto, la crescita è dovuta da un lato a quella parallela delle attività dei noleggiatori (più sedi e filiali richiedono ovviamente più macchine), ma anche ad altri fattori. Le imprese edili, infatti, hanno dovuto far fronte a una crescita dei lavori, sia previsti che arretrati, accompagnata da una sostanziale difficoltà di programmazione di tali attività. Questo le ha spinte a sfruttare uno dei principali punti di forza del noleggio, ossia la flessibilità con cui esso consente di adeguare la propria capacità produttiva alle esigenze del momento.

La flessibilità dei contratti di noleggio a breve termine è stata inoltre particolarmente adatta alle esigenze dell’industria del petrolio e del gas naturale: dopo il boom degli anni precedenti, la riduzione dei prezzi globali del petrolio ha infatti messo a dura prova la capacità finanziaria di numerosi produttori del cosiddetto gas di faglia (shale gas) che hanno inondato di petrolio il mercato negli ultimi anni. Il noleggio degli strumenti produttivi, con le sue vantaggiose condizioni finanziarie, è stato uno degli strumenti che ha consentito a numerosi operatori, in proporzione, di resistere sul mercato.

Da ultimo, non ha di certo guastato anche il sostegno dei produttori di macchine offerte a noleggio. Questa combinazione di elementi relativi alla domanda e all’offerta ha quindi favorito la crescita delle flotte.

Ottimismo e cautela

In ogni caso, nel mercato del noleggio negli USA restano elementi sia di ottimismo che di cautela.

Paradossalmente, se il governo federale USA dovesse finalmente far passare una legge che spinga a reinvestire nelle infrastrutture pubbliche (negli USA da anni si levano periodiche grida d’allarme sui rischi derivanti dalla anzianità di ponti, strade e dighe), per i noleggiatori verrebbe meno un fabbisogno di flessibilità nella domanda: le aziende di costruzione potrebbero infatti procedere a nuovi acquisti di macchine e non a noleggiarle.

La cosa sembra comunque molto difficoltosa: un provvedimento del genere richiederebbe l’accordo tra il Presidente Obama e un Congresso in mano ai Repubblicani, cosa notoriamente quasi impossibile.

Sul fronte del settore petrolifero, il 2015 ha già visto in parte l’impatto della crisi del prezzo del petrolio e della riduzione del numero di pozzi di fatturazione (fracking) attivi, specialmente in stati come il Texas e il Nord Dakota. Questo ha già contribuito a ridurre i valori medi di time utilisation per le aziende di noleggio di quelle zone.

Tuttavia non è chiaro per quanto a lungo i prezzi del petrolio si manterranno bassi: i miglioramenti della situazione in Iran stanno spingendo nuove quantità di petrolio sul mercato. Se l’instabile situazione politica del Medio Oriente (Siria, Iraq, ma anche Libia) dovesse migliorare, non è escluso un ulteriore aumento dell’offerta di petrolio e gas, con ulteriore riduzione della convenienza a produrre per i petrolieri americani e altre ondate di concentrazione delle aziende attive nel settore.

In passato tuttavia abbiamo già fatto notare come la crisi degli ultimi anni abbia favorito il noleggio a stelle e strisce, spingendo molto la sua penetrazione in termini di numero di clienti. Se questi clienti, conquistati dai vantaggi del noleggio, decideranno di continuare a sfruttarlo, il beneficio in termini di base di clientela raggiunta è destinato a durare.