Questo è il nostro Paese

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E, alla fine, anche alla formazione professionale forse è stato dato il via libera! Ma come forse? Sì, perché lo strumento con cui la sera di giovedì 21 maggio ci è stato comunicato che è possibile riprendere le attività formative presenziali, è stato semplicemente la risposta a un quesito posto all’interno della sezione FAQ del sito del Ministero del Lavoro. Avete capito bene, una risposta all’interno delle FAQ.

Un po’ di confusione

Nasce, quindi, spontanea una domanda: che valore giuridico può avere il contenuto di questa risposta?

Forse non è più in vigore l’art. 1, comma q del DPCM 17/05/2020, che disponeva la sospensione di servizi educativi, di attività didattiche e formative? O cos’altro?

E cosa dobbiamo fare? Ripartiamo? Alcune Regioni si sono espresse altre non ancora: insomma, è il caos.

Tutto questo la dice lunga sull’importanza che riveste la formazione professionale – e anche la scuola, detto per inciso – per le Istituzioni e per i nostri Governanti, che preferiscono rivolgere le attenzioni alle acconciature e alla manicure della popolazione piuttosto che al lavoro sicuro ed efficiente.

Cercherò di tenermi alla larga da disquisizioni politiche, ma mi è inevitabile sottolineare un dato di fatto: il via libera dato dal Governo a determinate attività ma non alla formazione alla sicurezza, non dimostra già di per sé una evidente visione insensibile e ottusa?

Questione di priorità?

Corsi-formazione-sicurezza-lavoroRicordo, non tanto per noi che lavoriamo nel comparto, ma per chi incappasse in queste mie righe casualmente, che la formazione professionale si ripromette due obiettivi strettamente legati tra loro, ovvero il formare il lavoratore a utilizzare al meglio e in sicurezza un determinato macchinario e permettere al lavoratore di rientrare a casa dalla sua famiglia sempre sano e salvo, dopo una giornata di lavoro il più produttiva possibile.

Ecco quindi che efficacia e sicurezza – sia in cantiere che in fabbrica, ovunque – sono due concetti che vanno a braccetto; ma che evidentemente per i nostri Governanti vengono dopo la brillantina, la tinta, la spiaggia, lo spritz con gli amici e la zumba in palestra. Da lì il fatto che la ripartenza venga determinata con uno strumento a caso, quasi un: “Ops mi ero dimenticato della formazione”, senza alcuna rilevanza giuridica, quindi un mezzo attaccabile da chiunque; qualcosa che crea incertezza e quindi porta al nulla se non all’elusione. Questo è il nostro Paese.

E così abbiamo Regioni che si sono espresse in merito, altre che si esprimeranno, forse; ci sono centri di formazione che fremono, datori di lavoro impazienti, lavoratori in attesa di formazione e altri che non la faranno mai, se non magari di pessima qualità, abbinata allo spritz o recapitata via fax previo contante in busta.

Sì è proprio questo il nostro Paese.

Defiscalizzare la formazione

Ad alcuni sembrerà strano che mi esprima così, non l’ho mai fatto in precedenza. Del resto, in IPAF abbiamo tante fortune, sono in molti a sostenerlo. Oltre a poter contare su una struttura internazionale con vedute e orizzonte ampi, da un lato possiamo avvalerci di un ventaglio di corsi e-earning e online che ha permesso ai nostri Centri autorizzati di non fermarsi del tutto, e dall’altro possiamo fare affidamento sull’aiuto e sul supporto di due delle principali associazioni del settore, ovvero Aias, con il Presidente Francesco Santi e Ancors, con il Presidente Luigi Ferrara, che mai come in questo periodo hanno saputo fare proprie le nostre richieste e le esigenze in merito alla formazione andando a tampinare le Istituzioni a più non posso.

Se davvero, come sembra, l’attività formativa può ripartire ufficialmente, anche noi ci ributtiamo ventre a terra a lavorare per la sicurezza. Vogliamo bussare a tutte le porte, vogliamo sollecitare tutti e ovunque e chiedere a gran voce, una volta per tutte, l’introduzione della defiscalizzazione degli oneri di sicurezza.

Visto che non siamo riusciti a far passare il concetto di sicurezza né come un valore etico né come un aspetto di efficacia ed efficienza sul luogo di lavoro, puntiamo a farlo considerare un valore economico-finanziario!

Magari avremo più fortuna e magari alcuni imprenditori e le loro associazioni dedicheranno finalmente maggior tempo e attenzione anche ai temi della salute e della sicurezza dei propri collaboratori, e non solo per obblighi di legge o per avere della carta bollata con cui dimostrare di aver fatto qualcosa.

Che ne dite? Ci aiutate?

Tag dell'articolo: formazione, IPAF, sicurezza

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