Pierre Boels, presidente dell’ERA, European Rental Association (e CEO di Boels Rental) durante il webinar dedicato ai premi e all’aggiornamento del mercato ha, infatti, presentato i risultati di un sondaggio in cui si evidenzia che gli investimenti pianificati per il 2020 nei parchi macchine del Regno Unito sono in calo tra il 40 e il 70 per cento.
Secondo gli intervistati, le attività di noleggio nel secondo trimestre 2020 in terra d’Albione sono diminuite nella misura del 40 per cento rispetto all’anno precedente. In previsione del terzo trimestre, l’attività dovrebbe attestarsi a una contrazione tra il 20 e il 30 per cento. Di conseguenza, gli intervistati del Regno Unito prevedono di ridurre gli investimenti del 2020 anche fino al 70 per cento.
Una tegola che va ad aggiungersi alle difficoltà finanziarie già preventivate a causa della Brexit ben prima dell’esplosione della pandemia anche sul suolo di Sua Maestà.
Secondo ERA, i traumi del post Covid-19 sul noleggio risultano particolarmente gravi anche nell’Europa meridionale, Italia compresa, dove però l’attività del secondo trimestre è scesa complessivamente nell’area attorno al 20-40 per cento in media, con una previsione sul terzo trimestre inferiore del 10-15 per cento rispetto all’anno precedente. Anche in questa zona, gli investimenti per il 2020 dovrebbero contrarsi attorno a un 40-50 per cento rispetto all’anno precedente.
L’Europa centrale e settentrionale hanno registrato un impatto relativamente più lieve, con un volume d’affari calato nel secondo trimestre solo del 10 per cento rispetto al normale, con una stima a consuntivo 2020 inferiore del 5 per cento rispetto ai livelli dell’anno precedente.
Gli intervistati di queste regioni si aspettano comunque di tagliare gli investimenti del 20-50% per quest’anno (occorre tenere presente che il grosso degli investimenti, per compagnie come Loxam e Boels, deriva da operazioni di acquisizione e non tanto sul parco mezzi).
Guardando al futuro del settore del noleggio nel continente, Boels ha dichiarato:
Naturalmente, il suo futuro sarà strettamente legato agli investimenti nelle costruzioni. La domanda più importante è quanto il mercato delle costruzioni si riprenderà nei prossimi 12-18 mesi. C’è grande incertezza perché sono in corso pochissimi nuovi progetti. Tuttavia, il futuro del nostro settore potrebbe essere molto più luminoso di quanto pensiamo, perché il noleggio è una parte essenziale della ripresa verde
E’ un tema che tocca ancora poco il mercato italiano, che ripone tutte le sue speranze nel fattore anticiclico del noleggio e nella pioggia di denari che dovrebbero arrivare dall’Europa per sbloccare i grandi cantieri.
Nel resto del continente, come sottolinea Boels, il Green Deal delinea la strategia dell’UE per diventare un continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050 e anche il noleggio si prepara a un’identità ecocompatibile:
Nonostante le circostanze difficili, il problema urgente dei cambiamenti climatici rimane e probabilmente influenzerà le attività future. La necessità per il settore delle costruzioni di ridurre le proprie emissioni di CO2 per raggiungere gli obiettivi del Green Deal è promettente per il noleggio perché, in termini ambientali, spesso si confronta favorevolmente con il modello di proprietà. Dopo ogni recessione vediamo un numero crescente di flotte noleggiate rispetto a quelle di proprietà. Il noleggio può, inoltre, aiutare gli appaltatori a gestire le incertezze causate dalla crisi. La pandemia ha avuto anche l’effetto di accelerare l’adozione dei processi digitali, in tutti i paesi: le aziende più digitalizzate sono state in grado di affrontare meglio la crisi, essendo in grado di passare ai processi digitali più facilmente.
