Il TCO e l’analisi del ritorno dell’investimento

Qualche giorno fa abbiamo iniziato una riflessione sul TCO quale approccio più moderno e anche più corretto per analizzare un investimento.
Proseguiamo ora l’analisi sul costo totale di possesso prendendo in esame i punti su cui convergono le motivazioni di chi ha adottato questa strategia nel settore auto motive, e in particolare in quello del veicolo commerciale, mettendo il naso anche nei riflessi sul noleggio.
La prima considerazione è che l’adozione di una prospettiva orientata al ciclo di vita risulta una scelta vincente sia per chi compra sia per chi produce e vende. La possibilità di individuare le fasi del ciclo di vita più costose, permette a un produttore o a un fornitore di incrementare le opportunità di riduzione dei propri costi, massimizzando contemporaneamente il valore per il cliente e andando conseguentemente a migliorare la redditività di entrambi. L’acquirente, dal canto suo, può beneficiare di un’offerta di prodotti e servizi maggiormente diversificata e di qualità, anche perché incentrata, appunto, su un’offerta che esalta il valore globale, perseguendo anch’egli azioni di miglioramento della propria efficienza ed efficacia. Considerando, ad esempio, quanto incida il costo del carburante sul costo totale di possesso, vediamo che i recenti sforzi dei costruttori si sono particolarmente concentrati in questa direzione, mediante soluzioni tecnologiche volte a dare soluzioni con veicoli a minor consumo, dotati di sistemi di controllo in remoto della resa del motore e delle parti meccaniche ed elettroniche. Oppure offrendo applicazioni telematiche per il monitoraggio e l’indirizzamento dello stile di guida dei conducenti che, fornite magari unitamente a corsi di guida, consentono di correggere comportamenti ad alto consumo di carburante, lubrificanti, pneumatici e parti soggette a usura.
E’ ormai evidente che la telematica sia in questo momento una tra le variabili determinanti nella scelta di un partner fornitore di prodotti o servizi di mobilità e sempre più clienti valutano positivamente poter disporre di strumenti di ottimizzazione dei percorsi pensati per evitare le congestioni del traffico e favorire una gestione costante e lineare del motore, nonché regolare l’uso della capacità di carico, evitando sotto e sovra utilizzazioni del mezzo e via discorrendo. Con benefici anche sul valore residuo, peraltro, una delle variabili economiche più interessanti (e peggio gestite) per chi noleggia. Quando entrano in gioco diversi elementi di costo, i vantaggi si esaltano anche nel noleggio, sia a breve che a lungo termine. In un’aula formativa in cui abbiamo preso in esame questo approccio, si è potuto constatare, ad esempio, che l’offerta di due dumper a noleggio era alla lunga più conveniente rispetto all’offerta concorrente di un solo mezzo, proprio mettendo insieme tutti gli elementi: capacità di carico, costo del carburante, canoni di noleggio, eccetera. Non immediato da spiegare, ma una volta compreso dal cliente, decisamente vincente.
Logica conseguenza, un altro aspetto che trova tutti d’accordo è la considerazione che conoscere anticipatamente il costo di possesso può significativamente influenzare la decisione del cliente in fase di acquisto, indirizzandolo verso uno specifico fornitore piuttosto che un altro. Questa condizione, apparentemente critica per il fornitore, può diventare invece un’interessante opportunità di business poiché sempre più acquirenti stanno affinando le proprie capacità di analizzare il ritorno economico degli investimenti programmati. Occorre, ovviamente, conoscere molto bene i contenuti dell’offerta concorrente e possedere una compagine commerciale orientata alla relazione approfondita col cliente.
IL TCO e il noleggio
Discorso analogo, se vogliamo più evoluto, è quello legato all’offerta di soluzioni di noleggio. In questo caso i clienti conoscono perfettamente in anticipo il costo totale di possesso, godendo anche del vantaggio di non dover sborsare alcuna cifra iniziale per acquisire il bene, usufruendo tra l’altro di agevolazioni fiscali più o meno interessanti a seconda del settore produttivo di appartenenza. Questo vale soprattutto in tema di uso della tecnologia (IT) ma l’approccio si sta diffondendo anche in altri settori, con l’aggiunta di servizi interessanti per chi decide a sua volta di noleggiare i beni alla clientela retail. Senza per giunta tener conto dell’alleggerimento della gestione operativa, giacché vengono eliminate attività burocratiche di gestione amministrativa (relative, ad esempio, all’immatricolazione, alle pratiche di cessione e di assicurazione, o ai servizi amministrativi e di manutenzione ordinaria e straordinaria) e i costi degli eventuali imprevisti, già compresi e diluiti nel canone stabilito nel contratto. E’ il cosiddetto tema dei “costi nascosti” che il noleggio assorbe, che vanno stanati e spiegati molto bene, entrando nel complesso dei costi di gestione per chi utilizza. I fornitori, da parte loro, si assicurano il controllo totale del cliente lungo l’intero ciclo di vita del bene, con la possibilità di sfruttare un numero superiore di contatti per proporre e vendere nuove soluzioni. Questo tema, mettere cioè in risalto i cosiddetti costi/risparmi nascosti, è anche una delle tecniche di vendita oggi più evolute a disposizione dei noleggiatori.
Ragioni di spazio ci inducono a fermare qui la nostra riflessione. Torneremo senz’altro sul tema con qualche ulteriore considerazione strategica. Sarebbe interessante, nel frattempo, poter leggere il commento di qualche operatore.
Tag dell'articolo: TCO