Che cosa dico quando dico noleggio?

Il noleggio ha bisogno di comunicazione
Il noleggio ha bisogno di comunicazione

Il noleggio ha bisogno di comunicazione

Tra qualche mese sono ormai quindici anni che mi occupo di noleggio; che lo studio, lo divulgo, lo insegno e ne scrivo. Naturalmente, ho modificato molte volte il mio pensiero e i focus sui reali aspetti di valore, sia del noleggio in sé, sia su come viene organizzato e comunicato dagli stessi operatori. In uno dei convegni più affollati sull’argomento (sono passati più di dieci anni anche dal quel Nolexpo di Piacenza), il tema “comunicare il noleggio” fu proprio uno dei più interessanti da trattare, e l’argomento ha trovato spazio in seguito in numerose aule formative.

Il noleggio è, banalmente, una modalità di accesso a un bene o a un servizio, una tra le tante a disposizione. Non sempre la più conveniente, ma nemmeno pretende di esserlo. Molto spesso è la più conveniente, anzi, talvolta è talmente conveniente da diventare alla lunga il motivo per cui chi lo offre sparisce dalla geografia del mercato, per lo più soggetti che non ne avevano capito le dinamiche economiche. Molto meno banalmente, il noleggio, o meglio, la sua affermazione e la pari dignità nel panorama della fruizione di beni e servizi, è la cartina tornasole di un sistema sociale ed economico capace di descrivere e orientare un Paese, studiandone i trend sociologici (ex ante o ex post, come si dice di solito) o creando un substrato normativo che favorisca l’economia e la fiscalità, attraverso la promozione di sistemi di uso che hanno a che fare col noleggio.

Il punto è non dare così scontato che quando si parla di noleggio si intenda tutti la stessa cosa. E qui torna in gioco la connessione tra l’organizzazione del noleggio presso i noleggiatori (o comunque chi lo offre sotto le sue diverse forme anche più popolari ed evolute) e chi ne dovrebbe fruire, direttamente (categorie di aziende utilizzatrici) o indirettamente (chi studia i fenomeni sociali ed economici o chi lo racconta sui media). Quando in aula dico che per qualcuno il noleggio è il “mestiere più vecchio del mondo”, mentre per qualcun altro contiene sempre aspetti di innovazione, la gente sorride. In realtà, il noleggio rischia di diventare un luogo comune proprio per come lo si comunica e lo si intende, per come se ne spiegano le valenze, per come lo si organizza e lo si diffonde.

Leggete questo articolo, l’ho trovato su Internet meno di un’ora fa. Sembra la rivoluzione copernicana, l’idea di un genio. Invece è solo frutto dell’approssimazione in cui sembra arrabattarsi la comunicazione online. Infatti, è da almeno quindici anni che si raccontano vicende del genere (negli Stati Uniti, l’organizzazione Rent-a-husband, nata alla fine degli anni ’90 si presenta come “the America’s premier brand in the $110 billion dollar national handyman industry”). Ahimè, il problema non affligge solo la comunicazione media in Rete: anche la stampa specializzata sembra non sforzarsi più di andare oltre a copia-incollare i comunicati stampa o alle solite considerazioni superficiali prive di analisi.

Eppure, è proprio oggi che, in Italia, il noleggio avrebbe bisogno di parlare una lingua più “alta”. Tutti ormai ne abbiamo sperimentato i pro e i contro, in diversi ambiti della vita privata e nella conduzione della nostra azienda. E’ quindi solamente ora di comunicare il noleggio in maniera adeguata a questo dato esperienziale collettivo.

Forse, anche con meno tecnicismi e più senso dell’umorismo, come nel video della nuova campagna del generalista Italnolo.

Tag dell'articolo: Comunicazione, noleggio

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