Tyrolit, trattare le superfici in sicurezza

Tyrolit macchina
Tyrolit macchina

Molte infrastrutture del nostro Paese sono logorate da sollecitazioni fisiche e inquinamento atmosferico, ma in troppi casi la loro precarietà è dovuta a lacune in fase di progettazione e costruzione, oltre che per la cronica mancanza di manutenzione. Garantire la durabilità delle opere infrastrutturali è ormai diventata una vera e propria urgenza. La sicurezza nasce però a monte, nel momento della realizzazione del progetto, quando si devono decidere i materiali e le tecniche costruttive, dove è necessario anche considerare obiettivi come la riduzione dei tempi e degli oneri della manutenzione che, nonostante se ne faccia un gran palare, non è esattamente una priorità nazionale. Tutti i passaggi, tutti i dettagli nelle fasi di lavorazione sono importanti, perché soprattutto in determinati cantieri dedicati alle opere per la viabilità – ponti, viadotti, gallerie, tunnel, canalizzazioni di vario tipo, e così via – dove la manutenzione non è mai agevole e possibile senza creare disagi, un altissimo livello di sicurezza deve essere prioritario e quindi assicurato.

Così, per impermeabilizzare l’impalcato di un viadotto, recentemente si è reso necessario garantire una posa a regola d’arte di un manto protettivo, un’opera chiaramente indispensabile per preservare la pavimentazione dalle aggressioni fisiche e da quelle meteorologiche. Per accogliere i prodotti impermeabilizzanti – in questo caso resine e membrane – si è provveduto alla preparazione della superficie, in due distinte fasi: la prima per pareggiare la superficie non omogenea a lato dell’impalcato, per un’altezza di 15 millimetri per 25 centimetri di larghezza, per circa 400 metri di lunghezza; la seconda fase ha visto l’armonizzazione  della parte scarificata con la parte gettata a grezzo, per una superficie totale di circa 8.000 metri quadrati.

Entrambe le operazioni sono state effettuate utilizzando macchine e utensili forniti da Tyrolit. Per la prima fase è stata adoperata una scarificatrice modello BEF 320 che utilizza utensili in metallo duro. Questa macchina, con quattro ruote motrici, è particolarmente apprezzata per lavori su ampie aree, si distingue per l’innovativo movimento di macinazione che consente prestazioni anche del 30% superiori rispetto alla media dei prodotti in commercio. L’altra macchina protagonista dell’intervento è stata la levigatrice Tyrolit Hydrostress FGE 530, un vero e proprio sistema completo utilizzato anche per la rimozione dei vecchi rivestimenti e la successiva azione di livellamento e preparazione del sottofondo. Questo modello, inoltre, fra i più avanzati della produzione Tyrolit, è dotato di dosaggio dell’acqua per una eventuale levigatura a umido. La macchina utilizza gli utensili diamantati per la levigatura grezza o più fine, a seconda delle necessità. Di fondamentale importanza, come per tutte le macchine Tyrolit Hydrostress Premium***, sono i sistemi di aspirazione continua delle polveri che grazie al loro rendimento garantito, offrono un contributo importante alla sicurezza di impiego delle macchine molto apprezzato dagli operatori.

Ricordiamo che Tyrolit può mettere a disposizione dei noleggiatori queste (e altre) macchine e attrezzature anche a noleggio, con la formula di Partnership Tyrolit Rental Service, che consente agli stessi noleggiatori di noleggiarle a breve nel proprio mercato di riferimento con ampio margine reddituale e un’assistenza completa.

Tag dell'articolo: Tyrolit

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