Ecotassa, nella manovra spunta la misura autolesionista

7 Dicembre 2018

“Una norma elitaria e inefficace che rischia di penalizzare anche il settore della sharing mobility che, con la crescita registrata negli ultimi anni (1 milione di veicoli a noleggio in circolazione, 1 auto immatricolata su 4), è oggi il principale attore della mobilità alternativa e sostenibile e del decongestionamento delle nostre città”.

Questo è il commento diffuso ieri da Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, alla misura che introduce nella manovra incentivi per l’immatricolazione di autovetture elettriche ed ibride e nuove tasse per l’acquisto di autovetture con emissioni di CO2 superiori ai 110 grammi per chilometro. Una misura che rischia di frenare le nuove immatricolazioni del settore che oggi rappresenta quasi il 25% del mercato rendendo necessario, secondo l’associazione, un immediato confronto con la filiera automotive in vista del passaggio al Senato. Nel nostro Paese il 10% dei veicoli è addirittura antecedente alla normativa Euro, il 28% rispondente alle norme Euro1/2/3, il 30% Euro4, mentre le Euro5/6 rappresentano appena il 32% del totale. Per procedere al rinnovo del parco circolante e alla riduzione delle emissioni è necessario agire proprio su quel 68% di veicoli ormai datati e spingere sulle nuove forme di mobilità urbana.

“Paradossalmente la norma così come è prevista oggi non va in questa direzione, ma addirittura rischia di frenare il mercato automotive dei privati e delle imprese che oggi compiono percorrenze non sempre compatibili con le soluzioni di motorizzazione offerte dal mercato – evidenzia il Presidente Aniasa Massimiliano Archiapatti – Per la mobilità aziendale, che in Italia sconta già un ampio gap rispetto ai competitor europei, si tratterebbe di un ulteriore appesantimento della fiscalità che frenerebbe le nuove immatricolazioni da parte del settore.

In vista dell’esame al Senato è assolutamente necessario attivare un tavolo di confronto con l’intera filiera dell’automotive, di cui il noleggio rappresenta un attore centrale, al fine di traguardare l’iniziativa verso obiettivi attesi e realizzabili ed evitare effetti discorsivi su famiglie e imprese. La svolta elettrica non può non tenere conto della ancora limitata offerta di modelli disponibili sul mercato e del loro limite tecnico a soddisfare le esigenze di percorrenza extraurbana tipiche del nostro Paese. A ciò si aggiunga la carenza di un piano infrastrutturale che la renda realmente attuabile e faciliti l’utilizzo delle vetture con motorizzazione elettrica da parte di cittadini e imprese”.

La visione di Aniasa rischia di essere comunque riduttiva, anche perché così come configurata la norma sembra penalizzare un po’ tutti, non solo il settore della sharing mobility, dato che le case automobilistiche venderanno sicuramente meno a fronte dei costi ancora improponibili delle auto elettriche. Anche se non ci occupiamo di politica è difficile osservare con serenità l’operato di questo governo, senza pensare che certe azioni siano quanto meno maldestre e, appunto autolesionistiche.

Nella fattispecie di questa ecotassa, il rischio è quello di impoverire le tasche della gente senza arricchire quelle dello Stato: infatti, la contrazione alle vendite delle auto potrebbe produrre un gettito IVA inferiore rispetto a quanto raccolto con la nuova tassa.

 

Tag dell'articolo: ANIASA

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