Tu da che parte stai?

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Qualche giorno fa, sul suo profilo Linkedin, Pier Angelo Cantù faceva questa considerazione:

“In queste settimane si è visto che le persone si dividono in due categorie principali:

1) “Chi e come mi tirerà fuori da questa brutta situazione”?

2) “Cosa posso fare per tirare fuori me stesso e gli altri da questa brutta situazione”?”

Il tema è stato raccolto da Marco Rossi, socio di Rimev e di Grow Up Center di Rimini. Riportiamo per intero il suo interessante intervento.

“Prendendo spunto dal post di Pier Angelo Cantù, non ho resistito a scrivere questo articolo. Penso che molto di quello che abbiamo vissuto in questi giorni dipenda dal contrasto tra le persone che rispondono in un modo e chi risponde nell’altro.

C’è una parte di persone che di certo pensa che da questa brutta situazione ci sia qualcuno che ci debba tirare fuori: medici, ricercatori e scienziati dall’emergenza sanitaria; e lo Stato da quella economica. Senza pensare a quello che potrebbero fare loro, dal semplice stare a casa, non sparare conclusioni e soluzioni sul web sentite dire dal cugino di un amico.

Affidarsi alle persone competenti è la prima regola da fare quando ci troviamo in ambienti che non ci competono e come ho sentito dire in questi giorni, non ricordo da chi “informarsi meno e informarsi meglio”, stiamo attenti alle fonti e cerchiamo di verificare quello che viene detto, anche per il virus ci vogliono due tamponi negativi consecutivi per avere lo stato di guarigione, dovremmo adottare lo stesso metodo per le informazioni, forse se due fonti diverse danno la stessa notizia allora è più probabile (non certo) che la notizia sia fondata.

Stesso discorso vale per coloro che ci dovrebbero tirare fuori dal dramma economico e quindi lo Stato con tutte le sue declinazioni: non possiamo e non dobbiamo essere sempre d’accordo con lo Stato, ma dobbiamo fidarci.

Dobbiamo convenire che ci siamo trovati a dover gestire per primi nel mondo occidentale una situazione che avrebbe sorpreso e colto impreparato chiunque. Ci sono stati degli errori, sicuramente, ma le questioni da gestire sono tante; fortunatamente viviamo in una democrazia e non è possibile fare come in Cina che immediatamente è stato tutto chiuso e bloccato, non lo avremmo accettato, si è dovuto andare per gradi nella chiusura, anche perché se avessimo da subito in autonomia capito la gravità della situazione e avessimo colto il messaggio di stare a casa, forse si sarebbe potuto procedere con un blocco meno stringente (certo la comunicazione non è stata il massimo), ma ormai quello che è stato è stato, non mi piace parlare di come sarebbero andate le cose se…. non lo potremo mai sapere ogni decisione fa prendere una strada e le altre non sono più percorribili ne valutabili.

Anche le decisioni che verranno prese per la ripresa dovranno essere importanti, mi auguro solo che vengano prese con l’ausilio dei massimi esperti e mi auguro che tutti abbiano l’umiltà di comprendere i propri limiti e di affidarsi a coloro che possono saperne di più, se abbiamo compreso una cosa in questo periodo è che c’è bisogno di professionisti in ogni settore e mi auguro che questo sentimento rimanga anche quando tutto questo sarà finito, non abbiamo bisogno di chi ci dice quello che vogliamo sentirci dire, ma abbiamo bisogno di chi ci dice qual è la cosa giusta da fare.

C’è una frase che trovo spesso in vari contratti ed è: “comportarsi con la diligenza di un buon padre di famiglia” ed è questo che più che mai dovremo fare; un figlio a volte non comprende il rimprovero, la punizione, ma il genitore sa che quel pianto che ha scatenato nel figlio lo renderà una persona migliore domani, quindi non possiamo comprendere tutto, ma dobbiamo fidarci di chi sa più di noi.

Seconda categoria di persone, alla quale mi sento di appartenere, ovvero coloro che si chiedono cosa possono fare per tirare fuori se stessi e gli altri da questa situazione.

Lasciando stare tutto il personale sanitario e tutti coloro ai quali sono affidati i servizi essenziali, rimangono tutti gli altri, tra i quali gli imprenditori, che sono chiamati ad uno sforzo notevole, nell’affrontare una situazione dove sono stati costretti, in un primo tempo a giocare in difesa cercando di salvare il salvabile per poter garantire la sopravvivenza delle loro attività, a volte esponendo loro stessi e i loro collaboratori a dei rischi anche troppo elevati, ma un ruolo che viene dato agli imprenditori è quello della tenuta sociale, attraverso gli stipendi e il pagamento delle tasse si garantisce la regolarità della vita dei dipendenti, dello stato e degli stessi imprenditori.

Tutti si aspettano il loro compenso e gli imprenditori hanno il dovere di darlo, ma il tutto nasce dalla loro attività e se questa non funziona il meccanismo s’inceppa, a questo punto deve entrare in gioco lo Stato, che per i dipendenti ha i vari ammortizzatori sociali, ma per le imprese?

Si è parlato di tante cose, ma nel concreto si è visto ancora ben poco e quel poco che c’è, spesso si incaglia nella solita burocrazia; purtroppo avremmo bisogno di certezze sia di tempi che di modi, ma queste tardano ad arrivare. Come imprenditori siamo costretti a “inventare” il nostro futuro, è una cosa che facciamo quotidianamente, ma solitamente si tratta di sviluppare le varie attività.

Oggi si tratta di reinventare il domani. In tutto quello che sta succedendo probabilmente c’è un’altra certezza e cioè che, dopo, tutto sarà diverso e personalmente la prendo come una sfida molto interessante e stimolante, ed è questo che personalmente posso fare affinché il dopo possa essere meglio di quello che c’era prima.

Lasciando stare il motivo, avere un po’ di tempo per poter riflettere, osservare, curiosare è un lusso che poche volte nella vita ci è concesso, quindi è bene sfruttarlo al meglio, è nelle difficoltà che spesso escono le cose migliori, dall’ultima crisi sono nate delle mie attività che oggi mi danno tante soddisfazioni, il futuro è tutto da disegnare cerchiamo dei pennarelli per farlo.

Marco Rossi

Marco Rossi

In conclusione, le persone si dividono in due ma entrambi i gruppi di persone hanno bisogno l’una dell’altra; questa è un’altra lezione che è uscita da questo periodo; da soli non si va più da nessuna parte e tutti dobbiamo fare il nostro compito, come cittadini, come dipendenti, come imprenditori, come Stato, come Europa e come cittadini di questo mondo, perché mai come adesso credo si sia capito di quanto le distanze non esistano e se c’è una persona che sta male dall’altra parte del mondo è anche interesse nostro affinché guarisca il prima possibile.

Questo periodo ha messo in luce tutte le criticità di ogni persona a qualsiasi livello, la convivenza forzata in famiglia, la gestione delle imprese, la sanità, lo stato sociale eccetera.

Osserviamo bene tutto e con professionalità e serietà valutiamo il domani”.

Tag dell'articolo: Coronavirus

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