Alta Scuola di Management, episodio 3

È passato un po’ di tempo dalla pubblicazione dei primi episodi del nostro storytelling dedicato all’Alta Scuola di Management. Da quel momento… sono cambiate diverse cose! Prima di raccontarvi cos’è successo nel corso delle successive lezioni tenute da Fabrizio Gramuglio e dagli altri docenti di Rental Academy, ripercorriamo un po’ quanto vi abbiamo raccontato finora.

In primis abbiamo contestualizzato il percorso formativo dell’Alta Scuola, raccontandovi com’è nato e con quali obiettivi. Abbiamo cercato di guidarvi all’interno di un approccio e di un processo nuovo, caratterizzato da modi diversi di vedere le cose…e da tanti inglesismi!

Un aspetto che, passando al secondo appuntamento, vi abbiamo raccontato attraverso le parole dei partecipanti. Dopo la prima lezione abbiamo chiesto loro di condividere con noi le loro aspettative nei confronti dell’Alta Scuola e ciò che ne è emerso è stato un giusto mix tra diffidenza e curiosità. Ingredienti che hanno reso poi più scoppiettante e interessante l’interazione avuta nelle varie lezioni.

Infine vi abbiamo regalato uno spaccato di cosa vuol dire seguire l’Alta Scuola di Management. Grazie a un video registrato nel corso di uno degli appuntamenti, vi abbiamo fatto capire quanto sia importante unire il divertimento alla formazione.

E oggi, per chiudere questa introduzione e passare al messaggio succoso di questo articolo, vogliamo ridare nuovamente la parola ai partecipanti.

L’Alta Scuola di Management è terminata, anche se i progetti e gli obiettivi da portare avanti sono ancora molti (e molto, molto interessanti). Di conseguenza, abbiamo chiesto a chi ha seguito le lezioni di darci un feedback, di dirci se le alte aspettative dimostrate all’inizio del percorso sono state soddisfatte o meno. Come pensate sia andata a finire?

Un percorso di successo… ma con qualche miglioramento!

Il corso ha decisamente superato le mie aspettative“.

Docenti di altissimo valore, metodologie innovative e forzatura sul mettere in pratica costruendo un progetto reale, ottima soluzione“.

Direi bene, no? Al di là dell’aspetto pratico, come la durata o la giornata delle lezioni, le valutazioni al termine dell’Alta Scuola di Management sono state molto positive. Parlando di dati (perché sappiamo che ci siete molto affezionati), 2 partecipanti si sono detti “molto soddisfatti“, mentre i restanti 5 hanno dato una valutazione di 4 punti su 5 (quindi, direi, comunque un buon risultato).

In termini di aspettative, la maggior parte di loro ha evidenziato come i contenuti e gli argomenti esposti abbiano rispettato l’idea che avevano in mente prima di iniziare il percorso. Due di loro, invece, hanno dato una valutazione di 2 e 3 punti su 5. E questo ci piace molto. La perfezione, del resto, non piace a nessuno…no? Anzi, proprio queste due valutazioni saranno il punto di partenza per costruire la nuova edizione dell’Alta Scuola di Management, ricalibrando il tiro e – chissà – spingendosi sempre più in alto.

L’importanza di mettersi alla prova

[…] unico neo, dal mio punto di vista avrei preferito la non divisone in gruppi, ma la creazione di un unico progetto con l’apporto di tutti i partecipanti“: questo, per esempio, potrebbe essere uno spunto per il prossimo anno. Durante il percorso i partecipanti sono stati chiamati a portare avanti un progetto molto complesso, che ha stimolato la loro attenzione e la loro proattività. Divisi in due gruppi, hanno avuto modo di mettere in pratica passo dopo passo quanto spiegato dai vari docenti.

L’idea dei due gruppi distinti è nata anche per dare un po’ di brio alla formazione, stimolando la competitività insita un po’ in tutti noi. Una volta suddivisi, i partecipanti hanno costruito dalla A alla Z un progetto molto particolare, centrato sul tema dei locker. Un argomento che ha suscitato l’interesse di tutti, perché perfettamente contestualizzato nel moderno settore del noleggio.

Il “lavoro di gruppo” non è stato un semplice compitino. Anzi. Di compiti i partecipanti ne hanno dovuti fare parecchi! Hanno dovuto mescolare la loro vita lavorativa alla formazione che stavano portando avanti, incastrando impegni e riunioni tra una lezione e l’altra  per dar vita a quel pezzo in più del progetto che poi avrebbero presentato la volta successiva.

Compiti - Alta Scuola Management

Dal questionario di valutazione inviato ai partecipanti al termine dell’Alta Scuola di Management.

Un processo complesso da gestire, ma che ha incontrato la soddisfazione e la motivazione di tutti. Complice anche le modalità di presentazione che sono state loro richieste. Di cosa stiamo parlando? Del (temibile) pitch da 3 minuti. Ve lo immaginate presentare il lavoro di una settimana, raccolto in poche slide, senza perdersi in discorsi pindarici e cercando di condividere solo le informazioni davvero importanti?

Ebbene, ai nostri partecipanti è piaciuto. Okay, lo ammettiamo. Forse i nostri docenti sono stati un pochino generosi e hanno lasciato un po’ di margine in più alle loro presentazioni…Ma la metodologia è stata molto apprezzata, soprattutto perché seguita dai feedback dei docenti e dell’azienda produttrice coinvolta nel progetto.

Alta Scuola di Management pitch e feedback

Dal questionario di valutazione inviato ai partecipanti al termine dell’Alta Scuola di Management

Se posso dire la mia da osservatrice, questa è stata la parte migliore del corso. Vedere aziende diverse lavorare insieme, confrontandosi e impegnandosi alla realizzazione di un progetto, è qualcosa che non succede tutti i giorni. Ma la parte di confronto con chi ha promosso il tema dei locker e sviluppato due diverse idee, è stata la mia preferita.

Era come un esame universitario, quando esponi la tua tesina a cui hai dedicato ore intere delle tue giornate. Solo che mentre da studente speri che il professore non ti chieda niente, ti dia il voto e ti rispedisca a casa…in questo caso il confronto è stato ricercato, sperato, stimolato.

E se il corso lo avessero pensato proprio i partecipanti?

Come scrivevo poco sopra, la prima edizione dell’Alta Scuola di Management è stata un successo, che però ha bisogno di qualche miglioramento o modifica in più. Incuriositi dai feedback ricevuti dai partecipanti, abbiamo pensato: “perché non chiedere direttamente a loro come avrebbero strutturato il percorso?“. E così abbiamo fatto.

Nelle quattro ore a disposizione abbiamo chiesto loro di suddividere le varie attività secondo il tempo che avrebbero ritenuto necessario per ognuna.

Innanzitutto, per la maggior parte la lezione teorica avrebbe dovuto ricoprire solo un’ora del tempo, mentre per alcuni un massimo di due ore. Di conseguenza, le esercitazioni di gruppo avrebbero avuto a disposizione mezz’ora oppure un’ora.

A questo punto, anche il lavoro sul progetto sarebbe stato incluso all’interno della mattinata di lezione. Il tutto avrebbe dovuto includere lavoro in gruppi, pitch e feedback. Rispettivamente, il lavoro sul progetto avrebbe dovuto richiedere mezz’ora oppure un’ora, seguito da un pitch di mezz’ora e da un’altra mezz’ora di feedback.

E per quanto riguarda i compiti a casa? Qualche furbetto li vedrebbe tolti. La maggior parte, però, li avrebbe mantenuti riducendo un po’ il tempo da dedicarvi.

Lesson(s) learned!

Per concludere questo terzo episodio di storytelling sull’Alta Scuola di Management il modo migliore è terminare come abbiamo iniziato: ridando la parola ai partecipanti. Sono stati loro i veri protagonisti, che si sono messi alla prova e hanno affrontato tematiche a volte anche molto complesse. Che cos’hanno imparato da questo percorso?

In generale, la creazione e l’adozione di un nuovo approccio è stata centrale. Soprattutto prestando attenzione a tutti gli aspetti in gioco: il Business Model per avere chiari gli obiettivi, gli elementi digitali per portare l’azienda a essere al passo con i tempi, la collaborazione all’interno del team e il prezioso riscontro dei clienti.

Vorrei rifare il corso da capo, per imparare meglio quello che ho intuito“, ha commentato qualcuno. E questo, come alcuni di loro hanno spiegato anche durante le lezioni, non per mancanza di chiarezza. Ma per curiosità, interesse e attenzione a tematiche e metodologie finora poco utilizzate, ma estremamente importanti per portare l’azienda a un livello superiore.

Grande impatto, soprattutto sullo sviluppo di nuovi progetti aziendali. Ma la cosa più grande è l’impatto sui pensieri e sulle riflessioni, una visione nuova sul mondo.

Credo mi abbia aiutato a tracciare meglio la strada che vorrei percorrere con i miei collaboratori, per il bene della mia azienda.

Sicuramente porta una mia crescita personale, che spero di essere in grado di trasferire alla mia azienda.

Mai, e dico mai, un corso al quale ho partecipato è s stato allo stesso modo affascinante, utile, stimolante e mai noioso.

L’Alta Scuola di Management che non si ferma

Questa prima edizione dell’Alta Scuola di Management, però, non è finita qui. Alcuni dei partecipanti hanno espresso la volontà di programmare altri corsi online per dare seguito all’esperienza.

Esperienza che, tuttavia, non ha ancora raggiunto la linea del traguardo. Il progetto dedicato ai locker ha ancora tanti obiettivi da consolidare, tra cui quello di diventare effettivo sulla base delle considerazioni, delle analisi e delle proposte fatte dai due gruppi di lavoro.

Ma la cosa più stimolante riguarda l’idea di una Startup School, degna prosecuzione di un percorso così rivoluzionario. L’obiettivo è quello di collaborare con altri imprenditori del noleggio per creare un progetto di business innovativo.

Lo abbiamo ripetuto spesso su Rental Blog: il mondo del noleggio ha delle potenzialità eccezionali. Per gli imprenditori e gli operatori del settore bisogna saper rischiaresaper guardare oltre. Anche troppo, se serve. Con gli strumenti, le metodologie e il supporto giusto anche le idee più innovative possono trovare una realizzazione concreta.

Che dite, vi abbiamo incuriosito per partecipare all’edizione del prossimo anno?

Alta Scuola di Management episodio 3

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