Le imprese europee reagiscono bene alla Brexit

Indice Markit PMI e andamento del PIL in Europa
Indice Markit PMI e andamento del PIL in Europa

Fonte: Markit Economics

Una leggerissima ripresa degli indici di attività economica delle imprese europee fa ben sperare per il mantenimento dei loro livelli di fiducia, e lascia intendere che, almeno fino all’estate, le imprese europee non hanno risentito della Brexit.

Questo è quanto segnala la società Markit Economics, che ogni mese calcola un indice di fiducia delle imprese industriali e dei servizi (indicatore denominato PMI), a livello europeo e nelle principali economie del Vecchio Continente.

Il valore finale dell’indicatore PMI composito per le imprese industriali e dei servizi della zona euro, calcolato dalla Markit Economics, è risultato in leggero aumento a Luglio (52,9), rispetto sia al minimo registrato nel mese precedente (52,8) che alla prima lettura di inizio mese.

Non che questo voglia dire che l’economia cresce in modo esagerato: le stime della società di analisi sono di una crescita del PIL europeo dello 0,3% nel terzo trimestre. Tuttavia è sempre utile ricordare che una lettura dell’indice PMI superiore a 50 indica un’espansione dell’attività delle imprese, per quanto piccola, mentre un indice inferiore a 50 denota una contrazione.

Indice Markit PMI e andamento del PIL in Europa

Fonte: Markit Economics

La crescita è guidata dalla Germania, dove ci si attende una crescita del PIL dello 0,5%. La Francia, invece, continua a restare al palo, e abbassa la media europea.

 

Indice Markit PMI nei principali paesi europei

Fonte: Markit Economics

 

La crescita rallenta anche in Italia e Spagna, per lo più a causa dell’incertezza politica, con la differenza che grazie alle riforme fatte negli anni scorsi in Spagna la crescita prevista per il prossimo trimestre è dello 0,6%, da noi solo dello 0,2%.

Indice Markit PMI e andamento del PIL in Italia

Fonte: Markit Economics

Un ulteriore motivo di sollievo è la crescita dell’occupazione, che a livello continentale prosegue a un ritmo che non si vedeva da Febbraio 2008. Una crescita dell’occupazione di questo genere mostra che in generale le imprese sono sufficientemente fiduciose nel futuro da investire nell’assunzione di nuovo personale. Tuttavia il rallentamento o la stagnazione in alcuni paesi potrebbero mettere alla prova questo trend di aumento degli occupati.

Uno sguardo al Regno Unito

Nel frattempo, infine, nel Regno Unito le cose non sembrano andare malissimo dopo la decisione di uscire dall’UE. Da un lato l’occupazione è leggermente cresciuta, contro le attese, e alcuni altri indicatori sembrano reggere; anche la rapida nomina di un nuovo governo ha aiutato da questo punto di vista, e la Banca d’Inghilterra è intervenuta in modo deciso sui tassi di interesse.

Dall’altro, tuttavia, permane l’incertezza sul futuro, che ha portato molte aziende a bloccare investimenti già previsti. Governo e Banca d’Inghilterra si aspettano una recessione nei prossimi mesi, il settore finanziario dovrebbe uscire fortemente ridimensionato, così come la capacità di esportazione; gli indici PMI delle imprese britanniche sono ai minimi. Solo nei prossimi mesi si potrà tuttavia avere un quadro più chiaro dell’impatto di medio lungo termine della Brexit sull’economia britannica.

Tag dell'articolo: scenario economico

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