Meglio un circolo virtuoso o vizioso?

Rispondere all'obiezione che il canone di noleggio è troppo alto
Rispondere all’obiezione che il canone di noleggio è troppo alto

Rispondere alle obiezioni sul canone di noleggio

La domanda del titolo, un po’ alla Catalano, potrebbe essere sostituita da questa: cosa succederebbe se tutti i noleggiatori di mezzi operativi o beni strumentali, a partire dallo stesso momento, smettessero di farsi la guerra suicida a colpi di ribassi, mancato ritiro di cauzioni, contrattualistica sbrigativa, assurde dilazioni di pagamento e, più in generale, scandalose concessioni atte solo a favorire l’avvicinarsi di una clientela a cui interessa solo saccheggiare dal noleggio, piuttosto che considerarlo uno strumento essenziale per il proprio sviluppo imprenditoriale?

In fondo, nel settore auto già funziona così: ritiri il mezzo se hai prenotato l’importo sulla tua carta di credito, altrimenti ti rivolgi altrove. Sarebbe così impensabile?

Io credo di no. Tra l’altro, negli incontri “segreti” che alcuni noleggiatori amavano fare, un po’ alla carbonara, in occasioni informali, si parlava proprio di questo. Naturalmente, tutto era poi ridicolizzato dal comportamento del giorno dopo, in cui le encomiabili decisioni condivise venivano puntualmente disattese. Ne sanno qualcosa i leader del florido settore del sollevamento.

Non si tratta di fare cartello, ma di muovere passi concreti verso una professionalità riconosciuta o verso la creazione di una barriera di ingresso degli operatori, che le regole inesistenti non possono ancora generare. Finché il Codice Civile non descriverà chi è e come deve essere organizzato un noleggiatore professionale, solo il mercato può dettare queste regole, nel bene o nel male. Ma occorre qualcuno che lo vada a dire al legislatore, perché la legge non si scrive da sola.

Purtroppo, al momento, chi potrebbe farlo è impegnato a “fare cassa come riesce”, a tirare a campare in una stagione di saldi e ribassi senza fine, diffondendo implicitamente che il noleggio offerto vale talmente poco che si può anche quasi non pagare. Spiragli di cambiamento di rotta se ne vedono ancora pochi.

E’ una riflessione pessimista?

Assolutamente no.

Io credo che il noleggio in Italia abbia avuto almeno un decennio (1997-2007) di vacche grasse, di “coltello dalla parte del manico”, di condizioni favorevoli per riuscire a organizzarsi come sistema imprenditoriale, in un mercato in grado di adattarsi a regole professionali. Ora è semplicemente più difficile, ma non del tutto impossibile, se lo si vuole. Perché, parliamoci chiaro, alle imprese il noleggio serve più che mai, non ne possono fare a meno, è la legge dei costi variabili che lo impone. Ma per la legge del più furbo, se sulla loro strada gli utilizzatori trovano società disposte a svalorizzare quello che offrono, a negoziare al ribasso pur di acquisire clientela (di dubbia fidelizzazione e magari anche solvibilità), perché mai proprio loro lo dovrebbero apprezzare (inteso nella sua ampia accezione)?

Si potrebbe allora cominciare con un piccolo passo alla volta e in questo risiede l’ottimismo di poter trasformare in virtuoso questo circolo vizioso, anzi viziato. Contratti chiari e trasparenti; mezzi in regola e ben mantenuti; cauzioni; anticipi parziali o totali; normative rispettate; giusta dimensione dei parchi macchine e corretta diffusione dei vantaggi per le imprese. Punti di offerta moltiplicati e in sinergia. Accordi di collaborazione di filiera nella logica dei reciproci vantaggi e un po’ di creatività nello sviluppo del business.

Che senso ha continuare a mandar fuori macchine e attrezzature con tariffe che non sostengono i costi operativi e l’ammortamento tecnico dei mezzi? Non sarebbe come drogare continuamente un mercato che così non si modificherà mai? In Italia, oltretutto, la droga non è ancora legalizzata…

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