Dove volete arrivare il prossimo anno?

Ci capita di essere contattati da aziende di noleggio che ci chiedono un check consulenziale; a volte sull’organizzazione in generale, recentemente molto spesso sugli strumenti più adeguati da utilizzare nel gestire la comunicazione digitale.

Riguardo a questa tematica, è in questa fase che emerge chiaramente un’abitudine del passato, dura a morire e cioè quanto le aziende vogliano arrivare subito alle soluzioni operative, magari alle sole campagne sui social, ignorando la necessità di stilare prima un progetto organico, una pianificazione degli obiettivi vista in un orizzonte almeno triennale, su cui innestare poi la programmazione di attività e monitorarle in itinere.

Più in generale, verso la fine di ogni anno, le strutture stilano il loro bellissimo business plan pieno di idee e obiettivi di crescita, non solo economica. E fortunatamente, lo fanno quasi tutte in un documento scritto. Poi però, esattamente come succede per i buoni propositi che si fanno a capodanno, prese dalle attività quotidiane, si dimenticano questo planning chiuso in un cassetto, salvo ricordarselo solo nel momento in cui si dovrà procedere con la riunione di rendicontazione (spesso solo economica) dell’anno in corso. Se va bene, quella di revisione semestrale, oppure addirittura a fine anno.

Vi riconoscete in questa descrizione?

 Fare un planning e seguirlo

Eppure, negli ultimi dieci anni, le aziende che sono state in grado di creare e seguire una buona pianificazione sono quelle che hanno sentito meno la pressione della crisi economica. Chi ha saputo rivedere e ricalibrare le attività sulla base delle richieste di un mercato che stava cambiando, ha assecondato (in alcuni casi anticipato) le tendenze in atto.

Di norma, le aziende medio grandi si avvalgono di personale specializzato per creare un business plan ricco e completo, capace di tenere conto anche di eventuali “piani B” con flessibilità e dinamismo. Ma le aziende più piccole, e molti noleggiatori ricadono tra queste, non sembrano preoccuparsene; al massimo si pongono obiettivi vaghi di tipo economico, in termini di fatturato, ma non prendono in alcun caso in considerazione, ad esempio, il ritorno degli investimenti in attività strategiche come formazione, crescita, risultati, oppure nella creazione di nuovi servizi da offrire.

Programmare e monitorare

Quando un’azienda crea il proprio prospetto di cash flow, spesso si basa sul guadagno dell’anno precedente, applicando una percentuale desiderata di quello che vorrebbe o si immagina potrà essere il flusso di cassa in incremento dell’anno che verrà. Ma non funziona più così. O meglio, forse fino a qualche anno fa poteva anche andare bene, ma oggi il mercato è troppo variabile e dinamico. Le offerte cambiano quotidianamente e così il contesto; non solo da un giorno all’altro, ma anche da un minuto all’altro (Amazon docet, con i suoi infiniti cambi di prezzo giornalieri): rimanere competitivi significa poter generare la migliore offerta al cliente. Che, come sappiamo, non vuole dire il prezzo più basso, ma il miglior rapporto qualità-prezzo sia per noi che per lui.

E qui rientra in gioco dotarsi di un progetto organico anche riguardo alla comunicazione digitale e alla social strategy, che devono avere i loro obiettivi e i loro ritorni programmati.

Avere chiari obiettivi a breve, medio e lungo termine, poter analizzare e misurare i risultati sulla crescita in quote di mercato, in soddisfazione dei clienti e dei dipendenti, poter quantificare il ritorno della formazione e di tutto ciò che è utile per l’azienda, immaginarsi nuovi mercati o modelli di business fin lì ritenuti imprevedibili: questo è pianificare con cura la propria attività, programmarla e monitorarla.

Un lavoro senza dubbio lungo e complicato, che proprio per questo va adeguatamente preparato e, soprattutto, seguito con costanza, per arrivare davvero dove si desidera arrivare, senza sorprese lungo il percorso.