7 errori di base nella gestione di un sito web

Gli errori nella gestione di un sito web
Gli errori nella gestione di un sito web

E’ stupefacente notare come, nonostante siamo ormai nel 2017, alcune aziende continuino a commettere errori anche gravi nella gestione della propria presenza online.

E non sto parlando solo di cose eclatanti, come avere musica di sottofondo nel sito, video che partono in automatico o, addirittura, filmati o elementi di navigazione in Flash.

Gli errori nella gestione di un sito web

Sto parlando di errori in genere meno eclatanti, ma comunque molto rilevanti, e a volte molto gravi. Vediamone insieme alcuni.

Errore n. 1: Spendere di più per i biglietti da visita che per il provider del sito

Il primo errore è forse uno dei più tecnici, ma è connesso alla tendenza di molte aziende di gestire gli aspetti di comunicazione in modo superficiale e poco professionale, per risparmiare fino all’ultimo centesimo. Così come i biglietti da visita vengono fatti disegnare a una dipendente (perché ha fatto il liceo artistico…), il sito viene fatto fare al famoso “amico” o “cugino” del proprietario che, essendo pagato qualche spicciolo (magari in nero), non si farà scrupoli di scegliere il peggior provider e il servizio di hosting meno costoso possibile.

Questo ovviamente significa che i server utilizzati saranno lenti, magari vecchi, e affollati da decine di altri siti in competizione con il nostro per le stesse risorse.

Errore n.2: Scegliere un indirizzo web che non si riesce a scrivere o a ricordare

Avevi detto “sito-meraviglioso.it” oppure “sitomeraviglioso.it”? Oppure era “ilsitomeraviglioso.it”, con l’articolo?

Certamente, ai siti ci si può arrivare tramite i motori di ricerca o da altri collegamenti. Ma avere un dominio facile da ricordare e da scrivere pone un ostacolo in meno a chi ci sta magari cercando.

Meglio non creargli altri problemi.

Errore n.3: Costruire la propria presenza online su un terreno che non possediamo

Forse ancora peggio di nome a dominio sbagliato c’è un sito costruito su una piattaforma gratuita, ma che non garantisce la permanenza del sito nel tempo, come WordPress.com o Blogger.

Intendiamoci: sono ottime piattaforme per utenti amatoriali, o per iniziative che nascono già con un respiro corto, e sono progettate per essere chiuse dopo qualche tempo.

Ma appoggiarsi a una piattaforma simile per il proprio sito aziendale non solo denota scarsa professionalità (e incapacità di investire), ma anche mette a rischio l’azienda di perdere tutto se la piattaforma dovesse chiudere o decidere di cancellare (per qualsiasi motivo, lecito o meno) il suo sito. Senza contare che in genere queste piattaforme hanno funzionalità di base, molto limitate rispetto a quelle necessarie per un’azienda.

Ah, un’altra cosa: queste considerazioni valgono anche per Facebook…

Errore n.4: Usare un indirizzo email generico per la propria azienda

Questa è una cosa che forse è abbastanza limitata a singoli professionisti e a microaziende, ma al giorno d’oggi è comunque un errore da evitare.

Specialmente se si è investito tempo e denaro per creare il proprio sito, perché usare per il business un indirizzo di Gmail, Hotmai, Virgilio o di altri provider?

Un conto è usare Gmail o un programma sul PC per gestire la posta (che va benissimo). Ma in ogni caso registrare un dominio, anche solo per avere qualche indirizzo email, costa pochissimo, e dà subito un messaggio radicalmente diverso sulla professionalità e la competenza di chi si ha di fronte. In tutti i settori di attività.

Errore n. 5: Fornire un’esperienza di navigazione lenta

E’ accettabile che una pagina carichi i suoi primi contenuti in 10 secondi? Assolutamente no, e neppure in intervalli molto più brevi.

Questo comporta non solo l’insoddisfazione dell’utente, ma anche il rischio (o forse meglio dire la certezza) di essere realizzati da Google e dagli altri motori di ricerca.

In alcuni casi, la velocità di caricamento di un sito si può misurare in millisecondi, e non in secondi.

Errore n. 6: Far trovare ai visitatori errori o rischi per la loro sicurezza

Così come un sito lento, anche un sito irraggiungibile, a causa di errori di base nelle sue impostazioni o a causa di un hosting scadente (vedi al punto 1), genera insoddisfazione negli utenti e penalità dai motori di ricerca.

Allo stesso modo, gli errori possono essere collegamenti sbagliati (le cosiddette pagine 404), o la presenza di pagina cancellate dal sito senza utilizzare gli appositi accorgimenti.

Peggio ancora è quando il sito è stato colpito da qualche virus o malware che cerca di farsi scaricare sui PC o gli smartphone dei visitatori. In questo caso sarà Google stesso a segnalare il problema a chi lo usa, suggerendogli caldamente di starne alla larga.

Vogliamo davvero che succeda una cosa del genere?

Errore n.7: Restare indietro dal punto di vista tecnico e grafico

Usare versioni vecchie e non aggiornare dei vari software che stanno alla base del sito lo rende non solo più lento, ma anche più vulnerabile all’attacco degli hacker (che sfruttano “buchi” del codice che, nelle versioni più nuove, vengono man mano chiusi).

Oltre a questo: quando è stata l’ultima volta che avete modificato la grafica del vostro sito?

Non sto parlando di cambiare grafica ogni 6-12 mesi, ma del fatto che, se non è aggiornata con gli standard e gli stili più moderni, rischia di apparire trascurata e poco professionale, come un manager di 40 anni che ancora usasse il vestito della laurea per andare al lavoro.

Questo anche perché il mercato ormai è ricco di soluzioni tecniche standard e open source dove i costi di acquisto degli strumenti sono molto contenuti: non è necessario spendere una fortuna per avere un sito moderno e aggiornato.

E voi, cari lettori, state commettendo (o avete commesso) qualcuno di questi errori? Non abbiate paura di ammetterlo, magari usando i commenti qui sotto.

Riconoscere di avere un problema è il primo passo per risolverlo…

Tag dell'articolo: Comunicazione, internet

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