La crescita della popolarità dei servizi di ride sharing negli USA sta portando a una leggera riduzione del numero di autovetture possedute, ma anche a un minore utilizzo dei mezzi pubblici, della bici e dei tragitti a piedi. A dirlo è uno studio dell’Institute of Transportation Studies della UC Davis, che mette in guardia contro la crescita del numero di chilometri percorsi in auto (e il conseguente aumento del traffico).
Questo nonostante l’uso di servizi come Uber e Lyft, in un numero di casi limitato, possa portare a un aumento dell’uso dei treni pendolari e alla riduzione delle percentuali di possesso dei veicoli.
Lo studio della UC Davis si basa su un panel di consumatori intervistati in 7 aree metropolitane degli USA. Tra i principali risultati dell’indagine ce ne sono sono alcuni interessanti.
- Chi abita in città usa il ride sharing molto di più di chi abita in provincia: le percentuali sono del 29% per i cittadini e solo del 7% per gli altri, a cui si aggiunge un altro 7% di chi la usa quando viaggia lontano dalla propria città.
- Quasi un quarto (24%) degli utenti usa Uber o Lyft ogni settimana (o in alcuni casi tutti i giorni).
- La principale motivazione per l’uso di questi servizi è l’eliminazione dei problemi di parcheggio (37%), seguita dalla possibilità di non guidare se si ha bevuto troppo (33%).
- L’uso è diffuso tra i giovani (36% di quelli con età compresa tra 18 e 29 anni), molto meno tra gli anziani (solo 4% tra chi ha più di 65 anni).
- Nel 91% dei casi l’uso del ride sharing non ha cambiato le idee degli utenti sul possesso di una vettura.
- Se però si usa la macchina di meno è perché al suo posto si usano Uber e Lyft (anche se è difficile stimare l’impatto in termini di chilometri non percorsi con la propria auto).
- Chi ha usato i servizi di ride sharing nel 6% dei casi ha usato meno servizi di trasporto pubblico urbano, ma nel 3% dei casi c’è stato un aumento dell’uso di treni pendolari.
- Se non fosse stato per Uber e Lyft, molti dei tragitti (il 61%) sarebbero stati fatti a piedi, in bici o con i mezzi pubblici.
Tra i risultati del report c’è quindi un aumento del numero medio di chilometri percorsi, nel complesso, in auto. Per questo motivo tra le raccomandazioni dell’Istituto c’è l’intervento delle autorità locali perché privilegino il car pooling o comunque altre forme in cui le auto sono utilizzate da più persone, mediante strumenti come i pedaggi per l’accesso urbano o le corsie riservate.
Sarebbe anche interessante analizzare i dati in possesso delle stesse società di ride sharing, anche se è molto difficile che queste ultime li condividano in modo volontario.