Un gruppo di ex dirigenti di HTC (marca dell’elettronica di consumo specializzata in telefoni cellulari e smartphone) ha realizzato uno scooter elettrico, che è stato presentato al CES a Gennaio 2015 e sarà testato a Taiwan a partire da questa estate.
Lo scooter si chiama Gogoro, e secondo i suoi inventori è un concentrato di tecnologia, che grazie alle batterie elettriche ottiene prestazioni superiori alla media in termini di ripresa e velocità (come tutti i veicoli elettrici, grazie alla minore perdita di coppia). Tutto sullo scooter è stato ottimizzato per massimizzare la durata della batteria, a partire dall’aerodinamica, dalla scocca leggera in alluminio al sistema integrato di sensori che riducono tutte le fonti di consumo. La distanza massima (dichiarata) che Gogoro può percorrere con una carica è di 95 km.
Ma la caratteristica che separa Gogoro da tutti gli altri scooter elettrici è il fatto che le batterie non vengono ricaricate dall’utente, ma occorre sottoscrivere un abbonamento che permette di prelevarne di già cariche (a coppie), disponibili tramite una rete di distributori automatici in città.
Gogoro è ovviamente accompagnato da un’App che avvisa il guidatore dei livelli di carica e indica il distributore più vicino per sostituire le batterie scariche.
Il modello di funzionamento, come i nostri lettori più assidui avranno già intuito, richiama da molto vicino quello di Better Place, la startup parzialmente finanziata da Renault che si era data come obiettivo proprio quello di rivoluzionare il sistema di trasporto con auto elettriche basate sulla sostituzione delle batterie invece che sulla loro ricarica. Anche Tesla, leader indiscusso del settore, ha ipotizzato un sistema analogo.
Tra i motivi alla base del fallimento di Better Place ci sono stati i costi non solo delle batterie ma anche delle stazioni di ricarica e sostituzione, che rendevano di fatto impossibile creare una rete sufficientemente vasta. Vedremo se Gogoro riuscirà ad avere successo superando questi ostacoli, anche sfruttando le minori dimensioni e la maggior facilità teorica di gestione delle batterie su un motociclo rispetto a un’autovettura. I fondatori di Gogoro sostengono che una coppia di batterie può essere sostituita in una GoStation in 6 secondi, e ciascuna stazione costa solo 10.000 dollari, rendendo molto più semplice costruire la rete ed estenderla nello spazio e nel tempo. Gli scooter in città percorrono inoltre tragitti più brevi delle auto, e questo facilita l’uso di quelli elettrici.
Come per Better Place, inoltre, una rete di punti di ricarica batterie potrebbe a suo modo contribuire a risolvere un altro annoso problema: quello della variabilità dell’energia prodotta dagli impianti eolici e solari. La rete di stazioni di ricarica potrebbe essere infatti sfruttata per caricarsi di giorno (quando il sole splende) e cedere energia di notte.
Ci sono poi molti altri elementi che potrebbero ostacolare la corsa di Gogoro: alla lunga le batterie si usurano, e l’App dovrà essere programmata per informare ogni guidatore della reale carica residua. Non tutti poi saranno contenti di doverle per forza cambiare: il bello della ricarica casalinga è proprio di non dover più andare al distributore, a maggior ragione se le batterie sono così leggere da poter essere portate a casa con sé.
Il prezzo sia per l’acquisto di Gogoro che per l’abbonamento al servizio di scambio batterie non sono ancora stati resi noti: l’abbonamento al servizio di sostituzione delle batterie è però destinato a far crescere il costo complessivo dello scooter durante la sua vita utile, anche se esso va a sostituire il costo della ricarica casalinga e quello della benzina.