United Rentals e RSC Holdings hanno annunciato nei giorni scorsi alle rispettive compagini sociali la proposta definitiva di acquisizione da parte della prima nei confronti della seconda. L’accordo vede protagoniste due tra le più grandi aziende di noleggio al mondo: United Rentals è infatti la più grande, e RSC è la seconda nel mercato nordamericano. La somma delle due aziende avrà ricavi da noleggio di quasi 4 miliardi di dollari, il triplo del concorrente diretto più grande tra quelli che restano, 1.000 filiali di noleggio e una flotta da 7 miliardi di dollari in termini di valore di acquisto.
Ciò nonostante, la quota di mercato del nuovo colosso del noleggio non sarà grandissima a livello totale: solo il 13-14% del mercato nordamericano, evidentemente ancora piuttosto frammentato.
Per questo l’accordo è ancora soggetto a numerose procedure di verifica, non solo da parte degli azionisti (molti dei quali comunque si sono detti d’accordo) ma anche delle autorità antitrust americane. La fusione dovrebbe quindi andare definitivamente in porto nella prima metà del 2012.
Le economie e i potenziali risparmi derivanti dall’operazione sono comunque stimati nell’ordine dei 200 miliardi di dollari, di cui ben due terzi già ottenibili nel primo anno di attività del nuovo super-noleggiatore. Dato che in alcuni mercati locali americani c’è una forte sovrapposizione delle sedi dei due noleggiatori, ci saranno chiusure, e quindi potenzialmente anche una riduzione della competizione complessiva, e quindi uno stimolo verso l’alto ai canoni di noleggio.
L’annuncio è stato un po’ una sorpresa nel mercato del noleggio a stelle e strisce, viste le dimensioni delle due aziende.
Gli effetti dell’operazione sul mercato USA del noleggio
RSC, delle due, è quella che ha più da guadagnare da questa fusione con incorporazione: dopo esser stata ceduta da Atlas Copco a due fondi di private equity nel 2006, aveva stentato a tornare all’utile, ma ce l’ha fatta nel 2011. RSC è sempre rimasta lontana dalle performance di United Rentals o di altri operatori locali come Sunbelt Rentals.
United Rentals, l’acquirente, beneficerà di un forte aumento delle proprie dimensioni, e cercherà di dimostrare, in modo invero spettacolare, che quando si tocca il punto di minimo di una crisi (come sembra stia accadendo ora nel mercato americano del noleggio), è il momento di investire pesantemente per sfruttare al meglio la ripresa. Per farlo dovrà concretizzare tutti i risparmi che sembrano a portata di mano, mantenendo l’attività di RSC ed estendendo alle sedi acquisite le proprie capacità manageriali. Oltre a questo, potrà godere del mix di clientela servita (RSC è più attiva nel segmento dei clienti industriali, United in quello dell’edilizia).
Per i fornitori di macchine offerte a noleggio, infine, l’accordo è destinato a ridurre il mercato di riferimento, e a concentrare nelle mani di un unico operatore un grande potere di contrattazione (le due aziende hanno insieme oltre 73.000 piattaforme aeree a noleggio).
Più in generale, una fusione di questo tipo è forse il segnale che il mercato americano del noleggio sta andando verso una progressiva normalizzazione, in cui i leader possono ragionare di fusioni e acquisizioni, nonostante la crisi sia ancora ben presente, e in cui anche i piccoli operatori locali potranno beneficiare della possibilità di applicare canoni più alti.
Teniamolo presente oggi, all’inizio del 2012, perché magari fra due o tre anni potrebbe succedere anche nel mercato italiano del noleggio…