Tutto è cominciato a causa di alcuni funghi.
Nel 2010, i due fratelli Edial e Floris Dekker si trasferirono da Amsterdam a Berlino per creare una start up legata al mondo Internet, anche se ancora non avevano le idee chiare su quale sarebbe stato il suo ambito di azione. Da poco a Berlino, ma comunque ansiosi di farsi un risotto con i funghi (i due sono appassionati di cucina), hanno iniziato a cercare informazioni su come conoscere l’offerta locale, o meglio ancora, su come fare un tour gastronomico dei dintorni.
Non avendo trovato alcuna offerta, hanno capito che questa era l’area di business su cui focalizzare la loro nuova attività: creare uno strumento con cui far incontrare la domanda e l’offerta di giri turistici, eventi e laboratori, anche molto particolari. Circa un anno dopo è nato Gidsy, grazie anche al supporto di importanti investitori come l’attore Ashton Kutcher, il CTO di Amazon Werner Vogels e altri fondi di investimento.
Gidsy applica l’idea del peer to peer a un contesto che può essere definito molto genericamente “cose interessanti da fare”: si va da un giro alla ricerca di graffiti e street art a Lisbona ai corsi di cucina a Roma, dalla ricerca di bottiglie per collezionisti a Berlino a una visita ecologica a Central Park. Gli organizzatori decidono quanta gente deve iscriversi e quanto dovrà pagare. Gidsy gestisce la registrazione e i pagamenti, e assicura che tutto fili liscio.
Le guide, ad esempio, non devono preoccuparsi che i visitatori non si facciano vedere: le prenotazioni devono essere disdette con un anticipo di almeno due giorni. Gli organizzatori ricevono i pagamenti entro un giorno dall’evento. Se qualcosa va davvero storto, si possono gestire i rimborsi. E, come sempre nel campo dei servizi P2P, i partecipanti possono esprimere giudizi e valutazioni online.
Il modello di business quindi è semplice, ma allo stesso tempo complicato: Gidsy trattiene infatti solo il 10% del valore dei servizi, con cui deve anche pagare i costi delle transazioni finanziarie. In altre parole, se una visita guidata costa 10 euro a persona, e partecipano in 10, Gidsy trattiene 10 euro con cui deve pagare 3 euro di commissioni.
Questo significa che il sito deve abbandonare la sua attuale nicchia di organizzatore di giri molto specifici e particolari, ed entrare nel mercato mainstream. Non per niente i due fratelli Dekker considerano come concorrenti principali le guide turistiche, e vogliono sostituirle diventando la prima fonte di informazione su che cosa fare quando si visita una città.
L’obiettivo è raggiungibile, come dimostra la nascita di altri servizi simili (come Vayable, Sidetour e Canaryhop). A quel punto, diventerà possibile organizzare una vacanza completa (o quasi) secondo i dettami del noleggio e del consumo condiviso: noleggiare una macchina, oppure prendere un taxi con Uber, dormire in una casa trovata con Couchsurfing.org o Airbnb, noleggiare un passeggino se si hanno bambini piccoli, e trovare che cosa fare con Gidsy.