Nei recenti due interventi definiti “pillole”, ho scritto alcune brevissime riflessioni per temi che mi sono venuti in mente, senza razionalizzare troppo, parlando di come vedo lo scenario attuale e futuro in termini di sviluppo del noleggio, anche alla luce di un 2017 davvero molto interessante. Formazione, cultura, informazione, organizzazione, tecnologia, disponibilità e rinnovo delle flotte sono i quadretti attorno cui ho espresso il mio pensiero; aspetti tra i molti che si potrebbero trattare, senza una logica prioritaria.
Fare sistema, collaborare, sentirsi parte di un ambiente che eroga qualità e non problematiche implicano forse un’analisi più dettagliata di tutti i fattori in gioco, ma abbiamo visto che tutto questo ha trovato o sta trovando gli ambiti propri di approfondimento, ad esempio il Master in Noleggio di Rental Academy.
A questa panoramica generale probabilmente dedicheremo un evento in grande stile che abbiamo in mente di organizzare nella metà del 2018 per festeggiare i primi dieci anni di Rental Blog (2008-2018), in cui far convergere la comunità dei nostri lettori (se verrete tutti, iscritti e visitatori, ci toccherà farlo in qualche palazzetto dello sport).
Alcune tematiche sembrano però più scottanti di altre, anche solo per contingenza e implicazioni. Le domande che mi sento fare più spesso recentemente sono tutte incentrate sulla (presunta) calata degli stranieri e su come cambierà lo scenario. Resteranno i noleggiatori piccoli? E i medi? I grandi finiranno tutti in mano delle multinazionali? Meglio specialista o generalista?
Globalizzazione
Forse il noleggio, almeno nel segmento dei mezzi di produzione e beni strumentali, ci è arrivato per ultimo, ma la cessione di realtà nazionali, locali, familiari alle multinazionali è già in atto da qualche anno. A dispetto della scarsa patrimonializzazione delle imprese italiane, è un processo normale. Prendete il calcio: ovvio, io resto affezionato alla famiglia Moratti, così come lo ero per chi ha fondato i molti club inglesi che amo. Per me il calcio è ancora la poesia degli anni epici, così come la musica è quella ascoltata sul vinile. Ma se oggi vuoi competere a livello internazionale e recuperare efficienza, devi essere una potenza economica e quindi accettare di mettere la tua società nelle mani di chi ha i soldi, sperando che abbia anche il desiderio di portarla ai vertici.
Ecco, io penso a Cofiloc e a Nacanco alla stessa stregua dell’Inter o del Manchester City: se arrivano risorse importanti, know how, organizzazione e qualità, forse ci guadagna anche il pubblico (leggi gli utilizzatori). Semmai, più interessante è capire come e perché questi soggetti abbiano superato quegli ostacoli fisici e mentali che li hanno tenuti fin qui lontani dal nostro mercato che, diciamolo, è abbastanza rognoso, per regole, trasparenza e burocrazia, come suggeriva anche Assodimi al Congresso dell’European Rental Association di Roma nel 2015.
Insomma, vediamo che succede: se ci guadagnerà il cliente, in termini di esperienza positiva e di cultura, allora ci guadagnerà tutto il sistema.
Dimensioni
E’ l’annoso tema che tanto tormenta il maschio insicuro: le dimensioni contano oppure no? Restando sulla metafora, si direbbe che la dimensione (di un noleggiatore) non è un fatto prioritario, non è un vanto da esibire, purché il servizio funzioni bene e la controparte (l’utilizzatore) sia soddisfatta nelle sue aspettative.
Con il conclamato ritorno di interesse delle imprese verso il noleggio, nell’anno che viene sarà invece il caso di riflettere più attentamente sull’identità e sul target, creando un equilibrio che rifletta coerenza negli intenti. L’identità del noleggiatore e la clientela che egli vuole servire dovranno essere chiarea e ben comunicate. E tutto dovrà ruotare attorno ad esse.
Poi, che si agisca in un raggio di una ventina di chilometri o si possieda filiali in ogni regione, non sarà una discriminante: se il servizio sarà puntuale e personalizzato, se l’organizzazione e l’efficienza saranno apprezzate (nel senso anche del riconoscimento del prezzo) da una clientela fidelizzata e non estemporanea, ci sarà certamente spazio per tutti. Tutti però, grandi, medi e piccoli, sono obbligati a crescere: se non in dimensione, almeno in organizzazione, cultura, qualità, valore erogato, funzionalità dei processi e consapevolezza del proprio ruolo all’interno del mercato di riferimento.
Specialista o generalista?
L’ultima pillola del 2017 la devo dedicare alla domanda che mi sento fare più spesso. E anche in questo caso mi viene in soccorso rivolgere lo sguardo alle realtà estere che sono sbarcate in Italia. Diciamo che il generalismo “selvaggio” ha perso parecchio del proprio appeal, ma forse perché in Italia è stato sviluppato in modo troppo ambizioso e poco remunerativo per poter raggiungere uno degli obiettivi portanti del suo funzionamento, cioè lo sviluppo territoriale esponenziale.
La trasversalità del target senza la capillarità del servizio abbassa notevolmente l’interesse della clientela. Dall’altra parte del fosso, anche lo specialista più sfrenato ha dovuto fare i conti con la molteplicità delle sfaccettature del proprio servizio. Se oggi un noleggiatore vuole essere davvero specializzato in un unico settore, è alle necessità del cliente che deve guardare, non alle macchine da mettere nel parco che, semmai, saranno una conseguenza. Se ad esempio si sceglie il sollevamento, ci saranno mezzi e target molto diversi tra loro nel parco mezzi, unitamente all’ampiezza dei servizi (formazione, manutenzione, DPI, eccetera). Ma saranno le persone a specializzarsi sui bisogni dei clienti. Se si sceglie la movimentazione, si guarderà alle necessità di chi si muove (e quindi ai bisogni, più che agli strumenti).
Allora, personalmente, dico che vincerà il multi specialista, colui che saprà mantenere e sviluppare un dialogo con la propria clientela, intercettando e anticipandone i bisogni reali e dando loro risposte efficienti, anche diverse tra di loro. E se dovessi puntare su un segmento particolare, al di là dei bassi volumi che genera, punterei sulla piccola attrezzatura che oggi finalmente mette a disposizione servizi efficienti, macchine performanti e non richiede grossi sforzi finanziari e organizzativi.
A tutti, comunque, auguro un 2018 ricco di grandi soddisfazioni.