Se il rapporto di Uber con l’Europa (Francia, ma anche Germania e Italia) è particolarmente controverso, c’è una città in cui la più famosa azienda del ride sharing sta lanciando un nuovo servizio: si tratta di Istanbul e del taxi in barca.
Da qualche settimana a Istanbul è infatti possibile, con il proprio smartphone, chiamare una barca con cui attraversare il Bosforo, lo stretto che divide in due la città, oltre che separare l’Europa dall’Asia.
Le barche non saranno di privati cittadini offerte in sharing, ma fornite dalla società locale Navette-Tezman Holding. Non si tratta in realtà della prima volta in cui Uber offre un servizio di taxi in barca: già a Boston fu offerto un servizio simile l’estate scorsa, segno anche di come è facile per l’azienda organizzare servizi anche in forma di esperimento temporaneo. Istanbul (dove Uber è arrivata con i taxi l’anno scorso) è però il primo caso in cui il servizio è permanente e non stagionale.
Le barche trasporteranno gli utenti (fino a 6/8 per volta) lungo diverse tratte: le tariffe saranno calcolate in base alla distanza (ma ancora non si sa se ci saranno i famosi sovrapprezzi di Uber nei momenti di punta). A seconda della tratta i prezzi andranno da 18 a 161 dollari. Si tratta di prezzi considerevolmente superiori a quelli dei servizi pubblici esistenti: attualmente si può attraversare il Bosforo tramite due ponti, una metro sotterranea e soprattutto un servizio di traghetti pubblici che attualmente servono queste tratte per meno di un dollaro.
Il servizio di Uber sarà però molto più agile e rapido in termini di tempi di percorrenza, per cui, come in molti altri casi, si configura come un servizio a costo elevato per chi se lo può permettere e assegna al proprio tempo un valore elevato.
Sperabilmente, inoltre, questo elevato gap di prezzo dovrebbe ridurre il rischio di rivolte popolari, almeno in questo caso.