Uber ha finalmente svelato il suo servizio, gemello di quello relativo al trasporto di persone, dedicato al trasporto di merci su strada. Uber Freight, questo è il suo nome, metterà in contatto le imprese di trasporto con i padroncini in cerca di incarichi, in un modo analogo a quello che oggi riguarda passeggeri e autisti.
E analogamente a quanto avviene nel mondo dei taxi, anche per le merci Uber di propone di rendere più fluido questo sistema di trasporti. In un post sul blog aziendale che annuncia questo servizio, l’azienda descrive come gli autisti saranno in grado di trovare potenziali clienti con pochi click sulla sua App, in modo molto più semplice di come avviene attualmente.
Uber avrà un ruolo nella determinazione dei costi dei trasporti, e ovviamente applicherà anche qui il surge pricing, ossia il sistema per cui i prezzi aumentano anche in modo molto forte durante i periodi di domanda elevata. I camionisti saranno sicuramente contenti di essere pagati più rapidamente (in 7 giorni, contro una media di 39 negli USA), ma resta da vedere se saranno soddisfatti dei prezzi praticati da Uber.
In fondo, nel caso dei taxi, l’applicazione delle tariffe molto competitive di Uber (nei periodi di domanda normale) ha reso felici i passeggeri, ma molto meno contenti gli autisti: d’altra parte, come anche su questo blog abbiamo più volte fatto notare, quello dei taxi è un settore maturo e governato da lobby fortissime (di sicuro in Italia, ma forse anche in altri paesi). Nel settore dei trasporti su gomma, invece, esiste già un mercato estremamente competitivo, per cui sarà difficile per Uber garantire prezzi molto bassi rispetto alla situazione attuale.
Lo scenario futuro
Tuttavia c’è uno scenario più vasto da tenere presente in questo caso. L’ingresso di Uber nel trasporto merci deriva dall’acquisto della società di camion a guida autonoma Otto, avvenuta nell’estate 2016. E questo è un settore del mercato relativamente più semplice da sviluppare di quello dei taxi. Anche se le tecnologie utilizzate sono grosso modo le stesse, nel caso dei camion infatti il contesto di riferimento per la guida autonoma è quello delle autostrade, molto più semplice da navigare dei centri urbani.
Nel 2016, ad esempio, Otto ha già effettuato la sua prima consegna (un viaggio di circa 200 chilometri per consegnare 2.000 casse di birra).
Per ora Uber Freight si occuperà di coordinare i trasporti di numerosi padroncini, cercando di diventare rilevante e importante anche in questo mercato così come lo è in quello del trasporto di persone. Nel momento in cui avrà creato la propria rete di trasporti e i robot di Otto saranno pronti, chi si accorgerà del fatto che non c’è nessuno alla guida dei suoi giganti della strada?
A parte i quasi due milioni di camionisti americani, ovviamente…