Uber ha lanciato un servizio di bike sharing in partnership con JUMP, una startup che ha recentemente ricevuto il primo e unico permesso per operare un sistema di condivisione di biciclette free-flow a San Francisco.
Il contratto sottoscritto da JUMP con l’autorità dei trasporti della città californiana le consente di attivare 250 biciclette elettriche senza necessità di postazioni fisse. Se tutto va secondo i piani, dopo i primi nove mesi JUMP potrà aggiungere alla propria flotta altre 250 biciclette.
Il servizio sarà chiamato Uber Bike, e i clienti potranno prenotare le biciclette attraverso la sua App. Ovviamente, a differenza di quanto avviene con i taxi, le bici non si muoveranno ma saranno le persone a doverle raggiungere, come normalmente avviene con i servizi di bike sharing free-flow.
I vantaggi per Uber
Questa partnership costituisce un’ottima occasione per Uber per raggiungere un pubblico più vasto e fornire a tutti suoi clienti una serie più ampia di opzioni di trasporto. Oltre a questo, il servizio basato su biciclette e ovviamente molto più sostenibile e green.
Si tratta del primo tentativo di Uber di ingresso nel mercato del bike sharing. È importante notare che i concorrenti internazionali di Uber si sono già mossi in questa direzione. India Ola ha lanciato il suo sistema di bike sharing (chiamato Ola Pedal) in alcuni campus universitari. Nel sud est asiatico Grab ha lanciato il suo servizio all’inizio di febbraio, mentre in Cina Didi Chuxing ha rilevato le attività della fallita Bluegogo.
I dirigenti di Uber hanno dichiarato che era da diverso tempo che stavano pensando di entrare nel mercato del bike sharing, ma che non avevano ancora trovato la soluzione giusta per farlo. La partnership con JUMP, che recentemente ha ottenuto un’iniezione di capitali da 10 milioni di dollari, costituisce in questo punto di partenza.
Il bike sharing rientra in una visione più ampia del trasporto urbano, che adesso può essere gestita in modo più completo attraverso la App di Uber. Ci sono un sacco di posti, infatti, in cui è più facile arrivare in bicicletta che non in auto.
Uber e JUMP non hanno reso noti i termini della loro partnership, se non che il piano prevede una durata minima di 18 mesi, che corrisponde al periodo di valutazione dell’autorità dei trasporti di San Francisco. Tuttavia, anche se per ora solo questa città californiana è interessata dal servizio, non è detto che Uber possa estenderlo anche ad altre, specie se si considera che le modifiche al software dell’App sono facilmente replicabili una volta che sono state lanciate anche solo in una città (ovviamente i costi di start-up comprendono anche l’acquisto delle bici, che non si sostengono una tantum, ma sono proporzionali al numero di città in cui si lancia il servizio).
L’azienda si è comunque dichiarata ottimista sul ruolo che le bici avranno nel mondo della mobilità condivisa, anche se ora deve concentrarsi su questo primo progetto pilota per farlo funzionare al meglio.