Si è detto spesso, anche su queste pagine o dialogando con qualche lettore, che tra le molteplici cause della non completa diffusione del noleggio in Italia un posto di rilievo è riferito a una mentalità culturale non ancora del tutto adeguata. In altre parole, a persone e imprese che non hanno compiuto quel salto mentale o quella consapevolezza dei vantaggi tali da produrre un cambiamento collettivo e quindi visibile.
Ma cosa provoca un cambiamento di mentalità di questa portata? Si tratta di un movimento interiore economico, sociologico o tecnologico?
La tecnologia, ad esempio, aiuta ad abbandonare consuetudini, ma anche prodotti e servizi. Anzi, in alcuni casi la tecnologia quasi costringe a modificare abitudini che non vorremmo abbandonare. Penso all’ascolto della musica o alla visione dei film: l’azione combinata delle case produttrici di supporti da una parte e l’avvento di Internet dall’altra hanno portato dal vinile al CD, all’MP3 e ora allo streaming; siamo passati dalla videocassetta VHS al DVD, gettando periodicamente in discarica preziosi strumenti di lettura quali il videoregistratore, ma ancora prima il walkman per le audiocassette, e poi il lettore MP3, eccetera. Fortunatamente, almeno per quanto mi riguarda, il vinile sta vivendo una nuova stagione felice, ma si tratta di una nicchia, un passione che si mantiene a caro prezzo.
Nel modificare un’attitudine personale e collettiva, ad esempio nell’approccio all’acquisto, Internet ha stravolto l’intero paradigma della distribuzione e del valore aggiunto sul prodotto, destabilizzando un intero sistema economico planetario.
Ma cos’ha a che fare il noleggio con questo riflesso, quando sappiamo benissimo che, per forza di cose, il suo appeal funzionale ed economico si esplica in un raggio chilometrico che riguarda piuttosto la distanza fisica del proprio mercato target e quindi un sistema di organizzazione e relazione piuttosto limitato?
Ma allora, anziché lamentarci di aziende o privati che ancora non lo utilizzano per una questione culturale, perché non cominciamo a sfruttare la tecnologia e le forme aggregative per mettere a disposizione modalità più accessibili (a livello strutturale e geografico) che favoriscano questo cambio di mentalità?
In fondo, dopo anni di latenza, il car sharing è decollato proprio in questo modo.