Smart Mobility, verso il futuro della mobilità

Smart Mobility, verso il futuro della mobilità
Smart Mobility

Anche se in questo momento la situazione del mercato Automotive spaventa, nonostante i primi e lenti segni di ripresa, è inevitabile (se non altamente richiesto) guardare avanti e cercare di essere quanto più lungimiranti possibili.

Lo abbiamo già detto in alcuni articoli pubblicati nei mesi scorsi, ma è importante ripeterlo ancora una volta. Soprattutto in una situazione come quella attuale, solo chi riuscirà a vedere più in là degli altri, avrà più possibilità di sopravvivere.

Quello che tratteremo oggi, in realtà, a molti potrà sembrare un tema futurista, più che futuro. Ma in realtà, soprattutto per alcune specifiche Case Automobilistiche, è esattamente la direzione verso cui ci stiamo muovendo.

Ma andiamo con ordine.

Smart Mobility, ma cosa significa?

Ne abbiamo sentito parlare molto spesso, anche se altrettanto spesso ci è sembrata una cosa troppo distante, una cosa che abbiamo commentato con un “Figurati, in Italia queste cose non saranno mai possibili”. E invece ci sbagliavamo.

O meglio. Forse in Italia faticherà a svilupparsi, impiegherà molto più tempo rispetto a molte altre azioni. Ma arriverà. Anzi, in parte, è già arrivata. Il noleggio della auto on demand, il car sharing, gli stessi veicoli elettrici… ne sono tutti un esempio. Piccole cose, penserete.

In effetti, rispetto al significato vero e proprio di Smart Mobility, sì, si tratta di piccoli passi avanti. Ma allo stesso tempo, questi elementi rappresentano anche l’inizio di un cambio di prospettiva, di un movimento che – nel tempo – condurrà anche l’Italia a raggiungere un modello di mobilità nuovo, avanzato e intelligente, che ben si integri all’interno delle città di tutta la nazione.

Perché, alla fine, Smart Mobility significa proprio questo: ottenere uno sviluppo sostenibile della città. All’interno di questa espressione sono racchiusi un insieme di cambiamenti e di elementi a cui bisogna prestare attenzione, che non si limitano solamente alla modalità attraverso cui ci sposteremo nel corso dei prossimi anni.

Tecnologia, infrastrutture, soluzioni di mobilità, persone. Tutti ingredienti estremamente importanti, volti a dare come risultato una ricetta ambiziosa, ma che se amalgamata nel giusto modo, potrebbe rappresentare un vero e proprio toccasana per la salute non solo delle nostre città. Ma anche per la nostra salute.

L’importanza della tecnologia

Come abbiamo detto, gli ingredienti principali di questo nuovo modello di mobilità sono diversi.

Abbiamo innanzitutto la tecnologia. È sicuramente un aspetto che un po’ spaventa, se si pensa al fatto che negli ultimi anni siamo diventati progressivamente succubi di tanti strumenti tecnologici.

In questo caso, tuttavia, le nuove tecnologie possono essere di supporto al modo in cui ci spostiamo. Attraverso specifiche applicazioni o piattaforme, potremmo avere la possibilità di disporre di auto sempre connesse, tra di loro ma anche connesse con i più tradizionali mezzi di trasporto.

Questo aspetto evidenzia molto bene come la tecnologia sarà costretta ad andare di pari passo con lo sviluppo di nuove infrastrutture. Riuscendo a mettere in comunicazione tutti i mezzi in quel momento su strada, sarà infatti possibile gestire in modo migliore anche la congestione del traffico, per esempio.

E questo comporterebbe un coinvolgimento a 360 gradi anche delle principali infrastrutture urbane e stradali, che non devono assolutamente procedere su un binario separato. Anzi. L’innovazione deve essere generale e deve includere tutti quegli aspetti e quegli elementi che possono rendere la mobilità e il contesto in cui questa si svilupperà quanto più adeguato possibile.

A tal proposito, nel corso del tempo si svilupperà quella che a oggi chiamiamo Smart City. Una città intelligente, basata sulla mobilità integrata, sulle nuove tecnologie e sulla cooperazione. Un argomento molto ampio, a cui dedicheremo maggiore attenzione nel nostro prossimo articolo, tra una settimana.

Nuove soluzioni di mobilità

L’obiettivo di questa nuova mobilità è quello di fornire un’esperienza senza soluzione di continuità, una mobilità flessibile, integrata, sicura, conveniente. E per farlo, sono diverse le opzioni a disposizione.

Uno dei temi principali è quello della condivisione degli autoveicoli, servizi on demand che permettano di combattere i grandi ingorghi del traffico e l’inquinamento che da questi può generarsi. Ecco perché, nei prossimi anni, non saranno solamente le auto a essere al centro di questo nuovo progresso.

Anzi, entreranno in gioco (come in parte sta già accadendo) anche altri mezzi di trasporto:

  • Bike commuting o bike sharing. Siamo già avvezzi a utilizzare le bici messe a disposizione nelle principali città italiane, per spostarci da un punto all’altro, evitando lo stress del traffico. Per questo motivo, nei prossimi anni il bike sharing rappresenterà un fenomeno in crescita e, anche nel rispetto delle leggi anti inquinamento, sarà sicuramente un punto di forza nella lotta all’insediamento di una mobilità green sotto diversi punti di vista.
  • Car sharing. In questo attuale momento storico probabilmente la condivisione di una stessa vettura sta accusando qualche colpo. Ma se e quando anche questa emergenza sanitaria sarà sconfitta, tornerà sicuramente a essere uno degli strumenti di mobilità principali. Non solo tra privati, ma anche per tra le aziende. Lo stesso si può dire dei servizi on demand, che permettono di chiamare un’auto a noleggio semplicemente attraverso mobile.
  • Ridesharing. Forse la modalità che ha perso più terreno negli ultimi anni e che sicuramente con l’avvento della pandemia ha riscontrato non poche difficoltà. Si tratta di sfruttare semplicemente i sedili vuoti delle automobili, riducendo quindi il numero di vetture su strada e, di conseguenza, migliorando anche la situazione del traffico.

Negli ultimi mesi, inoltre, ciò che ha suscitato più discussioni è l’utilizzo di monopattini elettrici. Forse manca ancora una normativa che ne regoli il cammino su strada. Tuttavia, soprattutto nelle città più congestionate, potrebbe trattarsi di una soluzione conveniente, in particolar modo per le persone più giovani e per i lavoratori che hanno bisogno di destreggiarsi nel traffico.

Il futuro della mobilità

Insomma, penso sia ormai chiaro che la Smart Mobility è un fenomeno complesso e caratterizzato da diversi elementi.

Proprio per questo motivo, il processo che porterà alla sua completa adozione sarà molto lungo. In Italia probabilmente non vedrà la luce nel breve periodo. Tuttavia, rimane comunque qualcosa a cui strizzare l’occhio, soprattutto per capire come dovrà evolversi la città e come dovremmo noi stessi adeguarci a questo mondo in continuo cambiamento.

La Smart Mobility sarà la miccia che farà esplodere il fenomeno della Smart City, a cui dedicheremo l’articolo di giovedì prossimo. Quello che ci preme sottolineare in questo momento, sono i punti principali di questa nuova modalità di spostarsi che, se studiata e progettata nel modo corretto, porterà sicuramente vantaggi ad ampio raggio.

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