Il Dealer del futuro, suggerimenti per un settore in crisi

Dealer del futuro
Dealer del futuro

Dopo il periodo non semplice appena trascorso, Rental Blog ha deciso di ripercorrere insieme a voi i pezzi principali che vi hanno incuriosito e tenuto compagnia negli ultimi mesi. Questo articolo, pubblicato originariamente il 9 Luglio, presenta e riassume un progetto nato durante il Master in Automotive Management and Digital Marketing, che si propone di analizzare la situazione attuale del mondo Automotive, per dare suggerimenti a 360 gradi per rinnovare e migliorare l’attività dei Dealer, con l’obiettivo di primeggiare o sopravvivere  in un momento storico complesso.

 

Il settore automotive sta cambiando.

L’emergenza Coronavirus ha accentuato alcune delle sue storiche debolezze, reclamando a gran voce la necessità di ridisegnare parte delle dinamiche che, nel corso del tempo, lo hanno caratterizzato.

Inutile ribadirlo: gli addetti ai lavori sono ben consapevoli di quanto sia ancora il lavoro da fare per valorizzare il settore e costruire nuove forme distributive che consentano l’attuazione di una strategia win-win.

Il Dealer del futuro

Il progetto nasce proprio con questo intento.

Un’idea nata dalla mente di Rodolfo Montrone, direttore del Master Automotive Management and Digital Marketing, patrocinato da Federauto. Come lui stesso ha ammesso, la volontà è stata quella di “coinvolgere i ragazzi lanciando loro una sfida: mettere ordine ai numerosi stimoli ricevuti durante le lezioni e incanalarli in un documento unico che fosse in grado di provocare una discussione sul nuovo modello di distribuzione dell’auto in Italia”.

I ragazzi in questione sono stati gli stessi studenti del Master che, nel corso dei quattro mesi di lezione, si sono impegnati a strutturare un documento in grado di lanciare idee e provocazioni all’intera filiera automotive.

Non una semplice esercitazione, ma un vero e proprio Project Work realizzato sulla base di brainstorming, ricerche e analisi che hanno portato alla stesura di un documento rivolto a chi ha già le mani in pasta all’interno del settore e crede fermamente che sia necessario un ridimensionamento delle dinamiche che lo regolano.

Il settore dell’automotive è rimasto uguale a se stesso nel corso degli ultimi decenni: ora il mercato e la contingenza obbligano a fare alcune riflessioni sul business del futuro. La forza di questo studio è una visione libera da vincoli e zavorre, un approccio multidisciplinare, grazie alle differenti esperienze dei componenti del gruppo di lavoro e un elemento comune: la passione.
Luigi Gallo

Chi ha partecipato alla realizzazione del progetto proviene da un background eterogeneo, che tocca l’ambito del marketing, dell’economia, fino a quello della psicologia del lavoro.

Un gruppo creato ad hoc, all’interno del quale ciascuno ha potuto fornire il proprio contributo, andando a toccare più aspetti su cui il sistema dovrebbe porre l’accento.

Non si è trattato, però, di un semplice lavoro di gruppo come può essere inteso da un punto di vista puramente accademico.

Anche su indicazione del professor Montrone, il gruppo è stato chiamato a nominare un proprio Project Manager che avesse poi il compito di gestire l’andamento del lavoro, ma allo stesso tempo di assegnare i ruoli in base agli studi e alle competenze dei membri del gruppo. Chi scrive ha ricoperto proprio questo ruolo.

Il gruppo di lavoro

Di conseguenza, sono stati creati dei sottogruppi ad hoc, per permettere a ciascuno di dare un valore aggiunto all’intero progetto, lavorando soprattutto su un’area in cui ognuno si sentisse più pronto.

In particolare le aree di riferimento prese in considerazione sono state:

  1. l’organizzazione, di cui si sono occupati Mario Pellegrino e Lucio Urgu;
  2. i processi interni, che hanno visto la collaborazione di Anna Vialetto, Giorgio Di Salvo e Luigi Gallo per quanto riguarda la parte relativa alle nuove offerte di partnership, e Pasquale Cavaliere e Christian Vesperini in merito ai processi più vicini alla logistica;
  3. le valutazioni economiche, che sono state lasciate nelle mani di Maria Francesca Fodde, Gabriele Caviglia e Lorenzo Subrizi.

Fondamentale, tuttavia, è stata la collaborazione continua tra i tre gruppi, essenziale per andare a costruire un progetto omogeneo, in cui ogni contributo fosse collegato all’altro, in modo anche da facilitare la lettura e fornire una visione di insieme su quelli che sono stati gli obiettivi e i risultati del Project Work.

Il Project Work è stata un’occasione per mettere in pratica gli insegnamenti acquisiti durante le lezioni del Master. Io mi sono occupato del marketing e della comunicazione, la continua collaborazione con le altre aree del progetto mi ha aiutato a sviluppare le capacità di lavorare in gruppo. Il nostro obiettivo è sicuramente ambizioso ed è il simbolo delle linee guida di tutto il percorso che abbiamo seguito: studiare il presente per cambiare il futuro.
Giorgio Di Salvo

Riprendendo le parole di Mario Pellegrino, uno degli studenti coinvolti “è stato utilizzato un approccio nuovo, indicando soluzioni o scenari inediti in un settore storicamente ‘ingessato’, cercando di proporre una nuova visione dell’attività del Dealer in più aree di intervento. Ha rappresentato un nuovo modo di vedere l’attività del Dealer, ridisegnando i processi e cercando di indicare nuove possibili strategie di intervento che potrebbero essere un punto di svolta nell’attività futura. Il Project Work, all’interno del Master, ha rappresentato un momento formativo importante in cui delineare un orizzonte futuro, ma allo stesso tempo molto vicino, in cui ci troveremo ad agire”.

Per tutti, come sottolineato anche da Christian Vesperini, è stato “un modo di mettersi in gioco, relazionandosi oltretutto con un gruppo di colleghi davvero qualificati che ho imparato a conoscere e rispettare, per il quale nutro profonda stima […]. Spero che queste idee servano per i Dealer e i Car Maker come spunto per l’implementazione dei processi interni all’intera struttura organizzativa”.

Futuro sì, ma non troppo lontano

Come abbiamo detto all’inizio, il progetto va sotto il nome de “Il Dealer del futuro”. Ma che cosa si intende con “futuro”?

Certamente nulla di futuristico. L’obiettivo alla base del documento è quello di rimanere con i piedi per terra, senza vaneggiare o ipotizzare suggerimenti di poca fattibilità.

Soprattutto in un momento storico come quello attuale, caratterizzato da difficoltà intense come quelle del coronavirus, che non ha fatto altro che affossare ulteriormente le problematiche del settore, l’intento è stato piuttosto quello di presentare dei suggerimenti iniziali, a cui pensare e puntare per poi sviluppare – nel tempo e con le giuste risorse e tempistiche disponibili – una vera e propria ridefinizione della rete distributiva.

Non è stato affatto semplice, gli aspetti da analizzare erano molti e nonostante tutto dovevamo rimanere con i piedi per terra. Ma alla fine penso sia stato creato un insieme di spunti interessanti per chi opera nel settore e soprattutto per chi, in un periodo così difficile, deve gestire e mandare avanti un Dealer. Penso di poter dire che molti dei cambiamenti proposti, nel breve, diventeranno realtà. E chi sarà lungimirante avrà una marcia in più rispetto ai competitor.
Pasquale Cavaliere

Suggerimenti che hanno coperto a 360 gradi la struttura di questa stessa rete.

Il progetto copre infatti quattro ambiti principali: il nuovo posizionamento con cui confrontarsi, l’offerta da mettere a disposizione dei nuovi clienti, l’organizzazione e i processi interni al Dealer, le valutazioni economiche da prendere in considerazione per l’eventuale realizzazione di alcuni servizi.

Si tratta di aree con grandi potenzialità di cambiamento e, a questo proposito, è necessario introdurre un appunto che permetta di avere chiara l’impostazione che è stata data all’intero documento.

Tutte le considerazioni che sono state effettuate, infatti, hanno preso come riferimento un Dealer in grado di lavorare su 5 mila veicoli all’anno.

Si tratta di un numero significativo, che non deve però distogliere l’attenzione. L’idea alla base del documento è quella di puntare sui Dealer di una certa dimensione, senza però sottovalutare la possibilità per realtà più piccole di prendere spunto per migliorare alcune delle proprie dinamiche.

Tuttavia, la lettura del progetto non è adatta alle realtà di dimensioni troppo ristrette, in quanto la realizzazione di questi cambiamenti potrebbe scontrarsi con un mancato ritorno sugli investimenti o la mancanza di professionalità competenti e adeguate, necessarie per lo sviluppo di alcune iniziative.

Un nuovo concetto di mobilità

Oltre alle dimensioni del Dealer a cui è stato fatto riferimento, uno dei pensieri fondamentali su cui si sono articolate le analisi, è quello della mobilità e del cambiamento che questa sta subendo negli ultimi anni.

Agli addetti ai lavori è ormai chiaro che il concetto di automobile ha subito, nel corso del tempo, delle mutazioni di notevole importanza.

Non si tratta più di focalizzare l’importanza sul possesso dell’auto stessa. A oggi, anche per far fronte a questo aspetto, vengono proposte modalità di acquisto molto varie, alcune delle quali non puntano nemmeno all’acquisto vero e proprio del cosiddetto “pezzo di ferro”.

Vuoi per le nuove modalità di comunicare l’auto, vuoi per l’evolversi del mercato, vuoi per il cambiamento dei comportamenti, oggi ci si concentra maggiormente sull’utilizzo dell’auto stessa.

Agli occhi dei clienti e dei potenziali tali, non importa se sul libretto di circolazione appare o meno il proprio nome, l’importante è che quel mezzo risponda alle loro esigenze e li conduca dovunque debbano andare.

Proprio per questo, il Dealer deve fare proprio il concetto di mobility as a service. Non solo per via di questo cambiamento nei comportamenti di acquisto da parte dei clienti, ma anche e soprattutto perché la mobilità diventa centrale nella ricerca di servizi adeguati da parte di questi stessi clienti.

Ecco, dunque, che il Dealer deve diventare un fornitore di servizi a 360 gradi. Questo non è sicuramente cosa semplice, ma si tratta di un passo essenziale se è obiettivo del Dealer diventare un punto di riferimento per i propri clienti.

Si tratta di entrare a piè pari in quella che viene definita come mobilità integrata. Non solo la vendita di un “pezzo di ferro”, ma la messa a disposizione di piani di mobilità pubblica, se così vogliamo dire. Piani che trovino la collaborazione di istituzioni pubbliche e amministrazioni locali, in grado di rendere l’offerta del Dealer sempre più flessibile e adeguata alle necessità di spostamento dei nuovi consumatori.

Nuovi scenari su cui riflettere

Per concludere possiamo dire che il Project Work realizzato dagli studenti del Master in Automotive, seppur ambizioso, si propone di dare una svolta all’Automotive, una ventata d’aria fresca che lo aiuti a rialzarsi e a puntare sulle giuste carte per diventare un vero e proprio punto di riferimento a tutto tondo sulla mobilità.

Per i ragazzi coinvolti è stata un’esperienza difficile ma stimolante; un progetto che – come ammette uno dei ragazzi, Lucio Urgu – “ha anche fatto riflettere sulla condizione attuale di un settore che soffre ormai da troppo tempo e che ha bisogno di una profonda rivisitazione. Con questo progetto abbiamo cercato di dare la nostra visione di una concessionaria più efficiente”.

Animati dalla passione per il settore, dall’entusiasmo e con un approccio aperto, costruttivo e scevro da preconcetti e schemi culturali consolidati, la finalità che abbiamo attribuito al nostro Project Work è stata quella di dare la nostra lettura, anche a seguito dei confronti aperti, costruttivi e mai banali avuti con i vari manager che si sono susseguiti durante le lezioni del Master, sul futuro del settore Automotive e, in particolare, sul ruolo dei Dealer nei nuovi canali distributivi e l’impatto della trasformazione digitale in corso sui loro business.
Gabriele Caviglia

Proprio per la necessità e l’urgenza che il settore richiama e per le tante assonanze che il noleggio ha nei confronti dell’evoluzione dell’offerta, Rental Blog ha deciso di fungere da canale di diffusione per questo progetto.

Come detto, si tratta di una lettura rivolta soprattutto a chi condivide questo bisogno di cambiamento, mosso anche dalla curiosità di quelli che possono essere i suggerimenti concreti a cui fare affidamento per dare una svolta alla propria attività.

Il documento completo è disponibile solo su richiesta, inviando un’email a info@moveyourmind.it ma quello che Rental Blog si propone di fare da qui ai prossimi mesi è dare rilevanza ad alcuni dei temi emersi all’interno del Project Work.

Un focus principale sarà dedicato sicuramente all’ambito del noleggio, anche se altri ambiti potrebbero essere richiamati nei prossimi articoli, se non altro come spunto di riflessione.

Tag dell'articolo: dealer

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