Lo sviluppo della tecnologia spinge avanti i furti

Rapporto annuale LoJack 2018 - 1
Rapporto annuale LoJack 2018 – 1

Fonte: LoJack

Puntuale come sempre, l’analisi annuale sui furti d’auto curata da LoJack ci informa che ogni giorno sulle nostre strade vengono rubate 274 vetture e di queste ben 164 spariscono nel nulla. Nel 2017 però i furti sono diminuiti (di poco sotto la soglia dei 100mila), ma sono calati anche i recuperi (solo 4 veicoli su 10).

L’attività criminosa si sta evolvendo con l’impiego sempre più frequente di dispositivi hi-tech utilizzati per sottrarre i veicoli in modo mirato, rapido ed efficace. L’obiettivo delle organizzazioni ora sono i Suv, i cui furti, in controtendenza con il dato generale, sono cresciuti di oltre l’8% rispetto al 2016. Per questi veicoli le Regioni più a rischio sono Lazio, Lombardia e Puglia; i modelli più ricercati sono Nissan Qashqai, Kia Sportage e Range Rover.

Sono queste le principali evidenze che emergono dal Dossier “L’evoluzione dei furti d’auto: emergenza SUV”, elaborato da LoJack Italia, la società americana parte del colosso della telematica CalAmp e leader nel rilevamento e recupero di beni rubati.

Tecnologia difficile da tracciare

Negli ultimi anni si è registrata una lenta e graduale contrazione dei furti di auto (scesi nel 2017 sotto la soglia dei 100mila), a fronte di una più significativa riduzione dei tassi di recupero ‘spontanei’ ovvero di vetture non dotate di dispositivi LoJack, passati dal 53% del 2007 al 40% dello scorso anno (era il 44% nel 2016).

Rapporto annuale LoJack 2018 - 1

Fonte: LoJack

Meno rischi da una parte, ma meno possibilità di rientrare in possesso del mezzo, dall’altra: delle 274 vetture rubate ogni giorno, ben 164 non fanno ritorno al legittimo proprietario.

Malgrado gli sforzi delle Forze dell’Ordine nel contrasto di un business che ormai opera su scala internazionale, cresce l’interesse delle organizzazioni criminali per specifiche categorie di veicoli, come le utilitarie più vendute sul mercato (nell’ordine Panda, Punto, 500) e i Suv. Le prime vanno ad alimentare il redditizio mercato dei pezzi di ricambio, mentre i Suv vengono sottratti su commissione e spesso ne vengono contraffatti telaio, documenti e targa. Completato anche il ricambio generazionale dei criminali del furto d’auto: il ladruncolo occasionale dotato di utensili ad hoc è ormai parte del romanticismo nostalgico. A questi si sono sostituite bande strutturate e organizzate, che sempre più spesso si avvalgono di dispositivi hi-tech che consentono di violare il veicolo e metterlo in moto in pochi secondi, senza danneggiarlo.

Il Qashqai va “a ruba”

Su dieci Suv rubati, sette spariscono per sempre.

Rapporto annuale LoJack 2018

Fonte: LoJack

L’interesse crescente nei confronti di questi veicoli, che conservano mediamente un valore economico più elevato (oltre i 20mila euro) rispetto alle autovetture, evidenzia lo sviluppo verso segmenti più profittevoli e verso sottrazioni su commissione destinate a mercati dell’area balcanica, come Serbia, Albania e Slovenia oppure verso l’Africa, l’estremo Oriente o il Brasile. E il trend è destinato a crescere ulteriormente, di pari passo con la maggiore diffusione di questi veicoli sul mercato.

Rapporto annuale LoJack 2018

Fonte: LoJack

Tra i modelli preferiti dai professionisti del furto, nel 2017 il primato indiscusso è stato conquistato dal Nissan Qashqai (656 unità rubate), che ha scavalcato il Range Rover Sport (399), primo nel 2016 e ora terzo, preceduto anche dal Kia Sportage (429). Seguono Rang Rover Evoque, Hyundai Tucson e Mercedes ML. La geografia delle aree più colpite cambia leggermente rispetto a quella osservata per i furti di autoveicoli che vedono la Campania principale area a bollino rosso, seguita da Lazio (unica regione tra quelle “di testa” a mostrare un trend in crescita per i furti in genere), Puglia e Lombardia. Le Regioni più a rischio per gli Sport Utility Vehicle restano le stesse, ma muta l’ordine, con il Lazio che detiene il primato con 1.210 furti di questi veicoli (+17% vs il 2016), la Lombardia al secondo posto con 813 episodi (-8,7%), poi Puglia (790 e +11%) e Campania, 656 casi e un vero e proprio exploit rispetto a due anni fa (+43%).

Rapporto annuale LoJack 2018

Fonte: LoJack

Si tratta di una tendenza da monitorare con grande attenzione nei prossimi anni e che vive anche di dati contraddittori a livello nazionale: se in Lombardia, infatti, lo scorso anno il numero dei recuperi è diminuito di quasi il 9%, il Lazio, pur vedendo aumentare di circa il 40% i ritrovamenti in dodici mesi, resta ancorato alla percentuale più bassa (22%) tra le Regioni che vantano, si fa per dire, un numero significativo di casi.

Riprogrammazione della chiave e relay attack

Come detto, le pratiche tradizionali (rottura del finestrino, forzatura della serratura di portiere o bagagliaio, furto delle chiavi in ristoranti e appartamenti) stanno cedendo il passo anche nel nostro Paese a nuove modalità hi-tech, fino a qualche anno fa osservate solo in mercati automotive più maturi nei quali gran parte del parco circolante ha già accolto a bordo avanzati dispositivi tecnologici. Quasi il 25% dei furti di Suv viene compiuto anche grazie all’utilizzo di un dispositivo tecnologico, in grado di beffare il proprietario della vettura anche quando ritiene di essere al sicuro. Due sono le tecniche più utilizzate nel nostro Paese: il sistema di riprogrammazione della chiave e il cosiddetto “relay attack”. Il primo si serve della connessione alle porte OBD (diagnostica a bordo) del veicolo e consente al ladro, entrato nell’abitacolo e dotato di un’apposita apparecchiatura, di accedere all’unità di controllo elettronico che contiene le informazioni riservate del transponder e di ottenere facilmente una nuova chiave in meno di un minuto e in alcuni casi anche in meno di 15 secondi.  Si tratta di una soluzione utilizzata sia sui veicoli che hanno una funzione di smart start, sia su quelli privi di antifurti meccanici tradizionali.

Il relay attack non prevede il contatto fisico con la vettura, ma l’uso di due ripetitori in radiofrequenza, che consentono di far “rimbalzare” la comunicazione tra l’auto e la sua chiave anche quando questa è a distanza. In questo modo il veicolo viene di fatto “ingannato”, facendo risultare la presenza della chiave per la normale procedura di autenticazione, quando in realtà essa è fuori portata e rilevando il segnale anche attraverso le mura dell’abitazione. Il sistema sfrutta le debolezze dei software delle case costruttrici e può essere applicato alla maggioranza dei veicoli dotati di smart key. Questo metodo è già molto diffuso in Europa e in via di sviluppo in Italia.

Funzionamento del relax attack nel furto d'auto

Il funzionamento del relax attack (Fonte: LoJack)

Infine, una menzione meritano i dispositivi più tradizionali nel panorama hi-tech, ovvero i device in grado di disturbare il segnale di chiusura del veicolo che lasciano allontanare il proprietario con la convinzione di aver chiuso la vettura, consentendo l’accesso indisturbato al ladro.

I trend emergenti, furti parziali e frodi

Un fenomeno che si è consolidato negli ultimi anni è quello delle sottrazioni parziali, in particolare dei navigatori satellitari integrati nelle plance dei veicoli. Questo nuovo “commercio” è in rapida ascesa e nel solo mondo del noleggio auto, secondo Aniasa, siamo ormai a 2mila casi, per un valore complessivo annuo di circa 10 mln di euro a danno dei noleggiatori. Per il ripristino delle singole vetture, infatti, il costo può variare da 1.700 euro per le utilitarie a oltre 15mila per le premium. Le bande criminali prendono di mira anche pneumatici, attuatori della frizione (delle Smart), volanti multifunzione, fari a led e le costose batterie delle vetture ibride. Tutti elementi asportabili in meno di un minuto e destinati ad alimentare il redditizio mercato nero dei pezzi di ricambio.

Altra dinamica emergente, tipica del territorio partenopeo, riguarda le frodi connesse a “finte sottrazioni di veicoli” denunciate. Negli ultimi mesi a Napoli, in totale controtendenza con i dati nazionali e anche con quelli locali, alcune compagnie assicurative hanno rilevato un netto aumento dei furti di veicoli assicurati con un valore medio che si aggira intorno ai 10mila euro. Dietro questo improvviso boom, potrebbe esserci una frode messa in atto da una banda criminale per cui i proprietari del veicolo, coinvolti nella truffa, cannibalizzano la propria auto, estraendo tutti i pezzi di ricambio rivendibili, per poi farla sparire e intascare i soldi dell’assicurazione oltre ai proventi della vendita delle componenti.

Scatole nere e satellitare non bastano più

La facilità di apertura e accensione di una vettura, insieme all’utilizzo sempre più frequente di dispositivi hi-tech (tra cui, anche i jammer) per ricercare, disturbare e sabotare i sistemi telematici di protezione del veicolo (sono oltre 6 milioni le scatole nere a bordo del parco auto nazionale), rendono sempre più ardua la sfida di tutelare efficacemente il proprio veicolo. Analizzando i dati relativi agli Sport Utility Vehicle, il boom dei furti e il forte calo dei recuperi, pur essendo molti di questi veicoli dotati di dispositivi embedded o successivamente installati, palesano la capacità delle organizzazioni criminali di evolversi e rispondere alle nuove tecnologie.

A seguito dell’acquisizione del Gruppo CalAmp, colosso americano della telematica, LoJack è oggi in grado di fornire la massima sicurezza per il veicolo abbinando la tecnologia in radiofrequenza con i dispositivi telematici LoJack Connect  e aprendo nuove strade alla connected economy. Questo costituisce ‘The New How’ di LoJack, che trasforma le relazioni tra i conducenti, i concessionari e gli assicuratori, reinventando il business per l’intera Industry del settore Automotive, ma anche per le Istituzioni e le società di servizi che influiscono sulla qualità della vita di ogni giorno. In questo modo i concessionari auto semplificano la gestione del parco vetture e trasformano la relazione con i propri clienti e gli assicuratori accelerano la gestione dei sinistri e delle pratiche di liquidazione, migliorando l’esperienza dei clienti.

Dal 2006, anno in cui è approdata in Italia, grazie alla tecnologia in radiofrequenza (non schermabile e in grado di trasmettere anche all’interno di container o nei garage sotterranei) e al supporto sul campo del team sicurezza composto da ex funzionari delle Forze di Polizia Law Enforcement, LoJack ha riconsegnato ai legittimi proprietari 6.800 veicoli (di cui oltre 1.500 dall’inizio dello scorso anno), per un valore complessivo di oltre 145 mln di euro, contribuendo all’arresto di oltre 245 criminali e portando al rinvenimento di altre 340 vetture prive del dispositivo. In Italia LoJack conta oltre 200.000 clienti. Attraverso la partnership con le Forze dell’Ordine, l’intervento di recupero del bene rubato è efficace, rapido e sicuro.

Rapporto annuale LoJack 2018

Fonte: LoJack

Oggi, con l’abbinamento dei dispositivi telematici, è possibile arricchire l’offerta dei servizi per i conducenti che permettono di ricevere alert in situazioni di potenziale pericolo: ad esempio in caso di improvviso calo della batteria, di distacco del dispositivo, oppure quando la vettura viene sollevata a motore spento, così come quando il sistema rileva che l’auto si sta allontanando da un’area segnalata come sicura.

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