Summit 2022, la consapevolezza di essere protagonisti

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Oana Samoila

Ci siamo lasciati qualche giorno fa con un resoconto approfondito dei lavori svolti nella mattinata nel recente Summit IPAF, sottolineando più volte come la qualità delle presentazioni abbia contribuito alla perfetta riuscita della convention sul piano dei contenuti. 

Come detto, l’evento ha però evidenziato carenze negli aspetti organizzativi e relativi alla fruizione della location. 

Il pomeriggio è iniziato subito col botto, con quella che – a detta di molti – è stata la presentazione più avvincente e coinvolgente, che aveva come tema l’efficacia dello storytelling nel contribuire a generare comportamenti più consapevoli negli aspetti di sicurezza.  

La speaker è una professionista molto conosciuta nel settore del sollevamento e nel nostro mercato; anche noi l’abbiamo coinvolta spesso a trattare lo stesso tema applicato al noleggio in eventi di Rental Academy. 

Sicurezza e narrazione  

Oana Samoila, Key Accounts Sales Manager di AlmaCrawler, è salita sul palco con i favori di una presentazione da parte del moderatore che ha incuriosito subito gli astanti.  

Samoila ha offerto una panoramica stimolante del modo in cui la mente umana impara, sottolineando gradualmente le ragioni della potenza dello storytelling applicato alla sicurezza. In pratica, come le persone imparano attraverso un mix di metodologie visive, uditive e cinestetiche 

La platea è stata gradualmente coinvolta, con calma e incisività, in uno sviluppo quasi circolare di informazioni tra marketing e neuroscienze, valorizzati da un sapiente utilizzo di tutti i livelli della comunicazione verbale, paraverbale e non verbale.  

Perché lo storytelling è così importante nella formazione e nella diffusione della cultura della sicurezza, ha chiesto Samoila a un’audience col fiato sospeso nonostante le note difficoltà della fase post prandiale? 

Quando si racconta una storia, ha detto, l’ascoltatore cerca istintivamente di dare un senso a ciò che gli viene detto. Senza lo storytelling il cervello umano spesso trova difficile inserire l’ascoltatore nel contesto che gli viene spiegato, il che rende molto più faticoso permettergli di trattenere informazioni incisive, come una check list di sicurezza o le istruzioni della formazione. 

Dare informazioni in un modo che le renda più intelleggibili e relazionabili aiuta l’assorbimento del loro senso e conferisce alle informazioni stesse un significato che i semplici fatti o l’apprendimento meccanico non possiedono. 

Lo storytelling è coinvolgente su molti livelli della psiche umana e fornisce l’opportunità di sperimentare senza rischi, permettendo alle persone di inserire o visualizzare scenari concreti e vissuti e considerare più efficacemente come ci saremmo comportati noi in quel contesto. 

In breve, lo storytelling crea coinvolgimento emotivo e promuove il consolidamento delle cose apprese da noi stessi o da altri, attivando quelle parti del cervello che le imprimeranno nei comportamenti. 

Finale con applausi prolungati e decisamente meritati.   

Intuizioni degli appaltatori

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Un momento del summit

Martin Hall, Direttore Salute e Ambiente presso l’appaltatore Morgan Sindall-Safety, ha tenuto un discorso intitolato “Sicurezza, il punto di vista di un appaltatore”. Ha descritto la miriade di sfide che si trova ad affrontare lui stesso come appaltatore di lavori, tra cui la caduta di oggetti, la lotta contro le scarse pratiche di sicurezza nei cantieri e i problemi di “dissolvenza delle competenze” anche tra operatori e supervisori addestrati ed esperti. 

Ha suggerito con esempi concreti come l’industria possa adottare e idealmente superare degli “standard minimi” di sicurezza.  

Un altro punto chiave del suo intervento è stato l’ammissione che molti utenti ancora si impegnano per valutare accuratamente il rischio, specialmente gli operatori esperti che pensano che gli incidenti comuni non possono accadere a loro, proprio perché esperti. 

Hall si è concentrato su un tema che in IPAF Italia è molto dibattuto: i rischi degli oggetti e dei materiali caduti dall’alto. Un oggetto piccolissimo (un accendino, ad esempio, o un bullone) diventa un proiettile già cadendo da un’altezza di dieci metri. Figuriamoci un telefonino, che magari cade dalle mani dopo esserci fatti un selfie su una piattaforma a 50 metri di altezza solo per soddisfare la brama di pubblicare la foto su qualche social.     

I vantaggi del reporting  

A seguire, Paul Roddis, IPAF Training Manager, ha fornito una cronologia degli sviluppi della formazione IPAF, evidenziando l’accelerazione nella produzione di nuovi corsi di formazione, soprattutto attraverso le innovazioni digitali degli ultimi anni. 

In particolare la pandemia ha accelerato questo processo, rendendo conveniente e flessibile l’apprendimento in remoto, aumentando l’adozione dell’offerta di formazione globale IPAF, peraltro già pronta ben prima del 2020. 

Roddis ha spiegato quanto sia stato importante il portale IPAF Accident Reporting e i dati raccolti nell’aiutare a dirigere le risorse e influenzare il contenuto di tutti gli aggiornamenti della formazione negli ultimi anni.  

Ha detto che IPAF ha bisogno di “cambiare la mentalità delle persone” sulla familiarizzazione delle macchine, in quanto è fondamentale per la sicurezza e insegna una conoscenza preziosa che non può essere impartita attraverso la formazione standardizzata dell’operatore. 

Certo, la palla poi passa all’imprenditore e alla sua sensibilità che spesso viene meno quando i controlli sono carenti. 

Ha riservato un elogio speciale per la nuova applicazione mobile ePAL per gli operatori e i manager, lanciata l’anno scorso e descritta come “la più grande innovazione che IPAF abbia mai introdotto”. 

Le sfide che rimangono aperte includono la necessità di tenere il passo con i cambiamenti e gli aggiornamenti attraverso 63 varianti del corso per operatori IPAF in 14 lingue diverse, in un contesto di crescita forte sostenuta dalla domanda negli ultimi dieci anni.  

Un’altra sfida chiave è replicare quella crescita per la formazione degli operatori quando si tratta del corso IPAF per manager e responsabili di cantiere.  

In questo senso, Roddis ha indicato esempi di operatori ben addestrati che sbagliano, di manager che non sanno che ciò che fanno o fanno fare è sbagliato, e di operatori addestrati che segnalano errori di pianificazione e gestione, ma non vengono ascoltati.   

“Chiaramente, non raggiungeremo mai il nostro obiettivo di zero cadute, a meno che non agiamo su questo problema. Abbiamo bisogno che tutti, le società di noleggio, le società di formazione, gli operatori, i manager e infine gli appaltatori, formino adeguatamente senza sosta il loro personale”.  

Noleggiatori a confronto

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L’italiana CMC tra i main sponsor dell’evento

Il Summit si è concluso con una tavola rotonda moderata dal direttore degli eventi KHL Murray Pollok, che ha coinvolto quattro leader di importanti società di noleggio discutere della sicurezza nel settore.   

Pedro Torres, CEO di Riwal, ha detto: “Abbiamo KPI di sicurezza, riunioni settimanali in cui parliamo di sicurezza, abbiamo una legislazione sulla sicurezza e abbiamo anche una matrice di escalation di sicurezza. Cerchiamo di dare un valore altissimo alla sicurezza, perché siamo consapevoli che noleggiamo la sicurezza, non solo le macchine. Dobbiamo migliorare il reporting dei near miss e i numeri relativi al reporting degli incidenti in tutti i paesi in cui operiamo”. 

Andy Studdert, ex presidente e amministratore delegato di IPAF, ha sottolineato che: “Dobbiamo ricordare che la cultura del lavoro sta cambiando continuamente; molte persone entrate nel nostro settore negli ultimi dieci anni hanno un’etica diversa. Inoltre, la società sta cambiando e dobbiamo cambiare il messaggio e il modo in cui lo diciamo”. 

Paul Rankin, Powered Access Division e Chief Operating Officer di Loxam, ha commentato: “Un ambiente aperto è fondamentale, e se parlare come operatore (anche solo segnalando un incidente) arriva al punto in cui ciò viene considerato come una “soffiata”, allora noi come manager e come individui, dobbiamo renderci conto che la cultura che abbiamo creato è sbagliata”. 

Anche Will Temple, Head of Powered Access, Sunbelt Rentals, ha ripreso l’argomento, certamente delicato: “È necessario creare un ambiente di comunicazione e fiducia: si comincia con il senior management, che deve essere all’altezza. Quando vediamo che i nostri dirigenti si impegnano adeguatamente sulla sicurezza, ciò è davvero importante. Se non ci si allinea tutti a una politica di sicurezza efficace sul campo, non si otterrà mai ciò che si desidera ottenere”. 

La conclusione della Presidente   

A Karin Nars di Dinolift, nuova Presidente IPAF, è toccato il compito di chiudere i lavori della conferenza internazionale che, se ve l’abbiamo raccontata bene, è stata decisamente densa e impegnativa, ma altresì approfondita e perciò gratificante.   

“Dovremmo tutti essere orgogliosi di appartenere a un’organizzazione globale, impegnata a migliorare la sicurezza nel nostro settore e non dovremmo mai perdere di vista chi siamo”. 

Karin ha ricordato di essere la prima Presidente donna di IPAF e che anche suo padre lo è stato. “Mi ha sempre insegnato a credere in me stessa e a seguire i miei sogni. Voglio che IPAF lanci un programma che sostenga le pari opportunità per tutti, e userò la mia voce per promuovere tale programma”. 

Le parole di Nars in chiusura sono state un invito per uscire dalla sala con una consapevolezza nuova: “Ho imparato che dovremmo sempre riconoscere le cose positive che abbiamo fatto nel nostro settore e celebrarle. Siamo tutti ambasciatori della sicurezza“. 

Un bel programma da portare tutti nel quotidiano e non solo nel nostro lavoro, mi pare.  

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Karin Nars

Tag dell'articolo: IPAF, Summit IPAF

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