So già che cosa stanno pensando i lettori di Rental Blog che leggono questo articolo: che cosa c’entra la famosa catena di caffetterie Starbucks con il noleggio? Si sono messi a noleggiare le macchine da caffè?
Nulla di tutto questo.
Il fatto è che Starbucks, che ha fatto del caffè la sua missione, non ha mai aperto un punto vendita in Italia, nonostante sia stato proprio in un bar di Milano che il suo fondatore Howard Schultz ha trovato il modello di caffetteria da lanciare in tutto il mondo. Ultimamente si sono diffuse alcune voci che potrebbe finalmente avvenire nel 2011 o nel 2012 questo ingresso nel nostro paese, e questo mi ha fatto pensare.
L’assenza (o la futura presenza) di Starbucks in Italia è sempre stata oggetto di grandi dispute, sul web e altrove. Da un lato ci sono gli appassionati della catena, che la frequentano ogni volta che si recano all’estero e non vedono l’ora che Starbucks arrivi qui da noi; dall’altra gli appassionati dell’espresso tradizionale all’italiana, a cui nella migliore delle ipotesi Starbucks non interessa nulla, o che addirittura ne osteggiano l’arrivo perché si tratta di un tipo di caffè che poco o nulla ha a che fare con il nostro tradizionale espresso.
Questi ultimi (i “nemici” di Starbucks) sostengono che da noi ci sono mille posti diversi in cui si beve un caffè migliore (il migliore del mondo!), che costa meno e che non è offerto da una multinazionale americana, in questo mostrando qualche cenno di ostilità simile a quella riservata a Mc Donald’s.
I primi, invece, dicono che sarebbe ora che arrivasse anche in Italia il modello di Starbucks, che è basato su un ottimo servizio, sulla possibilità di stare nel bar anche senza consumare nulla, e godere ad esempio della connessione Internet gratis senza che nessuno ti venga a chiedere di comprare qualcosa.
“Bene – diranno i lettori di Rental Blog – ma ancora non ci hai spiegato che cosa c’entra con il noleggio”.
Semplice: così come Starbucks, anche le grandi aziende del noleggio internazionale, salvo qualche caso rarissimo, snobbano l’Italia. Perché? Perché siamo la patria del noleggio, dove sono in voga tradizioni millenarie sui suoi ingredienti e come offrirlo, che mal si adattano alla loro offerta?
Direi di no.
Eppure, così come si beve molto caffè, qui da noi ci sarebbe anche una domanda significativa di noleggio per un operatore straniero.
Secondo me il motivo per cui Starbucks non è ancora presente in Italia è in parte collegato alla domanda: la maggior parte degli italiani non ama il caffè americano e lo considera una pallida imitazione dell’espresso. Ma poi bisogna aggiungere le rigide normative e la morsa della burocrazia (il Wi-Fi, ad esempio, solo da poco è stato liberalizzato), i rapporti sindacali (che Starbucks, da buona azienda USA, non ama particolarmente), la concorrenza di caffetterie all’angolo, spesso storiche, che fanno pagare un terzo per caffè espresso.
E qui veniamo al parallelo con le aziende estere del noleggio: anche loro in Italia si troverebbero, rispetto ai loro paesi di provenienza, di fronte a maggiori vincoli burocratici, minori possibilità di servizio, una scarsa tutela legale per la figura del noleggiatore e una concorrenza sui canoni che allungherebbe di molto i tempi di recupero dell’investimento.
Ma soprattutto si troverebbero di fronte a una domanda a cui forse interessa poco il loro prodotto, e che a un’offerta chiara, con condizioni e obblighi contrattuali ben definiti, e tutele per il noleggiatore (si pensi all’uso della carta di credito per garantirsi il pagamento) preferiscono prendere a noleggio per molto meno un prodotto più vecchio, magari poco sicuro, senza assicurazioni, da non noleggiatore non professionista, che però ti fa lo sconto e magari non si lamenta se lo pagano a 90 giorni.
Insomma: in queste condizioni, chi glielo fa fare?