Spunti e idee da Rental Business Forum

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Giovedì scorso, come i nostri lettori sanno bene, Rental Blog ha organizzato a Milano il Rental Business Forum, il primo meeting interamente dedicato alle tecnologie esponenziali nel mercato del noleggio.

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Oggi, a mente più fredda e dopo esserci riposati nel fine settimana, possiamo provare a fare qualche considerazione in merito all’evento, ma, soprattutto, in merito a questo tema.

L’imperativo dell’innovazione

La prima domanda che tutti, produttori o noleggiatori, consulenti o formatori, addetti ai lavori o esterni al mondo del noleggio, dobbiamo farci è: possiamo permetterci di ignorare l’innovazione? Come potete immaginare, la risposta a questa domanda è un risoluto “no”.

Come ha spiegato in modo molto chiaro Fabrizio Gramuglio, la storia dell’economia di tutti settori è ricca di esempi di aziende che non hanno saputo comprendere il valore dell’innovazione.

I risultati in qualche caso sarebbero anche ironici (come ad esempio la Kodak, che per prima ha sviluppato una macchina fotografica digitale, ma non ha saputo portarla avanti perché voleva proteggere la sua produzione di pellicole tradizionali), se non rappresentassero purtroppo il fallimento di interi gruppi e la perdita di migliaia di posti di lavoro.

Una volta chiarito che l’innovazione è, volenti o nolenti, è un obbligo ineliminabile per le aziende, il focus della giornata si è spostato all’approccio da adottare per perseguirla, seguendo la storia, romanzata ma neppure troppo, di un noleggiatore prima spaesato e poi sempre più pronto e attrezzato.

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Su questo fronte, come era nelle attese, gli ottimi relatori hanno fornito molti spunti utili e interessanti. Provo qui a riepilogare i tre secondo me più rilevanti.

L’approccio all’innovazione

Il primo risultato positivo del Rental Business Forum che ho visto concretizzarsi durante questo evento è emerso alla fine degli interventi della mattinata, dopo un breve sondaggio per alzata di mano proposto da Pier Angelo Cantù e Fabrizio Gramuglio.

Invitati a dichiarare se di fronte all’innovazione si sentivano più preoccupati o più curiosi e interessati, i noleggiatori presenti hanno risposto in modo preponderante “la seconda che hai detto”. Anche se qualche voce si è detta in effetti preoccupata dal timore di non riuscire a gestire l’ondata di innovazione, molte più mani si sono alzate per coloro che magari non si sentono preparati al 100%, ma sono pronti ad affrontare questa sfida.

E, intendiamoci, anche per i pochi “preoccupati” io vedo una situazione positiva: non un’inerme paura che blocca ogni reazione, ma il sano timore di chi sa che deve muoversi, anche se (ancora per poco, ci scommetto) non ha ancora preso una decisione definitiva.

I costi dell’innovazione

L’investimento necessario in nuove tecnologie e nella formazione del personale sicuramente spaventa le imprese. E spesso sentir parlare di innovazione esponenziale realizzata da colossi del settore come Google, Amazon, Apple o Facebook, fa pensare alla necessità di dotarsi di strumenti che costano milioni, se non miliardi, di dollari.

Ma le imprese del noleggio, paradossalmente, sono quelle potenzialmente in pole position da questo punto di vista.

Come hanno sottolineato molti dei relatori (tra tutti Carlo Di Fiore, Roberta Cresci e, indirettamente, Pierino Bravi), i noleggiatori sono tra i primi che possono e devono applicare, questa volta da clienti e non da fornitori di servizio, le logiche che spingono a scegliere il noleggio come formula di utilizzo.

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Anche, anzi soprattutto, nel caso della tecnologia, chi affronta l’innovazione deve adottare logiche di valutazione anch’esse innovative, come il TCO (Total Cost of Ownership). Scoprirà così facendo che ci sono sistemi e metodi che consentono di affrontare gli investimenti in innovazione in modo proporzionalmente meno costoso e meno rischiosi rispetto all’acquisto.

Se l’obiettivo dell’innovazione, come dice Jeff Bezos, è quello di “fare errori rapidamente” (fail fast), il noleggio è lo strumento più adatto per variabilizzare i costi, fare esperimenti e cambiare rapidamente rotta.

La centralità delle persone

L’ultimo spunto che personalmente mi porto a casa da questo evento (sicuramente da ripetere, se possibile con un focus ancora più mirato sulla parte operativa e i processi da adottare per innovare) fa riferimento alle persone che lavorano in azienda.

Come già avevo scritto in un post precedente, le persone sono al centro dell’innovazione. E questo tema non solo è stato al centro dell’intervento di Anna Di Girolamo (e anche di Lorena Delvino), ma è emerso in molti altri momenti, specie se connesso alla cultura dell’innovazione. Senza una cultura improntata alla ricerca dell’innovazione, ma anche alla sua comunicazione, si rischia di restare fermi o di non andare avanti, nonostante tutti gli sforzi fatti da chi spinge in azienda perché si innovi.

E tutto sommato, anche sul palco e negli interventi dei relatori e dei partecipanti, alla fine sono stati questi ultimi i veri protagonisti, più delle tecnologie, spesso mirabolanti, che sono state presentate.

Arrivederci al 2020, quindi. Personalmente non vedo l’ora di partecipare.

Alla prossima!

Tag dell'articolo: Alta Scuola di Management

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