Il fenomeno del file sharing illegale ha assunto ormai proporzioni così vaste da far sorgere l’idea di convogliarne l’utilizzo in un alveo autorizzato e maggiormente controllabile. La SIAE (Società Italiana Autori Editori), già attiva nell’affrontare in prima persona il problema con la sua partecipazione al Comitato Tecnico contro la pirateria digitale e multimediale istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha avviato la creazione di un portale dove gli utenti potranno scaricare opere protette da copyright ma nel pieno rispetto della legge.
Legal Bay è il nome del nuovo progetto che sembrerebbe poter dare a tutti i pirati, filibustieri e ladri di musica e immagini delle libertà impensabili; usiamo il condizionale perchè oltre le parole di uno scarno comunicato di qualche giorno fa nulla è possibile sapere né ipotizzare.
Possiamo però porci degli interrogativi, almeno due. Il primo deriva dalla stessa natura pubblicistica della SIAE, riconosciuta fin dalla legge del 1941, grazie all’inquadramento nel “pubblico interesse” della funzione protettrice del diritto d’autore e degli altri diritti connessi; riconoscimento confermato dal DLGS 419 del 1999, pur nell’ambito della privatizzazione degli enti pubblici nazionali (l’attività SIAE è in questo modo disciplinata dalle norme di Diritto Privato). Ricordiamo così che alla SIAE è riservato, in via esclusiva, l’esercizio di una serie di attività nel campo della recitazione, della radiodiffusione, della riproduzione teatrale, cinetelevisiva e musicale e della trasmissione via cavo; aggiungiamo anche una serie di attività “minori” quali la tenuta del pubblico registro cinematografico e del registro pubblico per i software.
Per definire tutto questo possiamo trovare una parola diversa da “monopolio”?
Potrebbe quindi aprirsi il sipario (è il caso di dirlo per restare in tema) su una progressiva, strutturata e legale acquisizione da parte della SIAE di una posizione dominante nel mercato del materiale audiovisivo a mezzo internet, e questo grazie alla modalità accentrata e monopolistica condotta nel settore delle intermediazioni.
Troviamo singolare combattere la pirateria con una piattaforma di stato, anche se la mancanza di particolari ci porta ad andare cauti.
Il secondo interrogativo è strettamente legato a quanto detto: come dovrà evolversi e riorganizzarsi il noleggio (legale) di materiale audiovisivo attraverso i centri autorizzati e le riproduzioni nei cineclub e presso le manifestazioni che innumerevoli sono in lungo e in largo per il Paese; e, soprattutto, quali saranno le nuove imposizioni fiscali?