Negli ultimi anni è cresciuta in modo rilevante la “sharing economy”, ovvero il modello economico basato su pratiche di scambio e condivisione di beni e servizi. Gli ambiti di maggiore sviluppo sono certamente quelli dell’ospitalità (Airbnb) e dei trasporti (UBERpop e BLABLACar) che in un certo senso hanno rivoluzionato i rispettivi mercati di riferimento proponendo modelli economici efficienti e soprattutto sostenibili.
Come qualsiasi fenomeno nuovo che si presenti queste aziende hanno dovuto confrontarsi (e si devono ancora in gran parte confrontare) con norme nazionali rigide che non sono in grado di regolare in modo compiuto questi fenomeni. Ecco che quindi spesso ci si trova davanti a squilibri e magari ad accese proteste delle categorie sociali che svolgono servizi concorrenti a quelli della sharing-economy secondo modelli tradizionali (taxisti, albergatori, eccetera).
L’approccio più corretto a queste nuove realtà ritengo che sia quello “laico”, ovvero cercare di evitare di mettere in atto una caccia alle streghe preconcetta bollando come negativo qualsiasi fenomeno economico che nasca dalla sharing economy; contemporaneamente, tuttavia, non si deve ignorare il fatto che esistono delle regole, certamente migliorabili, ma a cui è necessario restare ancorati saldamente se non si vogliono commettere errori dalle conseguenze dannose.
Con riferimento al mondo delle attrezzature di lavoro quindi è importante mantenere una costante attenzione alle realtà della sharing economy, seguendo tutte le iniziative di interscambio e intermediazione via Web che sono nate e nasceranno. Contemporaneamente, è fondamentale non dimenticare l’insieme delle regole in vigore nel nostro Paese e le responsabilità che conseguono al datore di lavoro che mette a disposizione dei propri lavoratori attrezzature di lavoro. E le responsabilità, in caso di danno, non risparmiano neanche i privati cittadini.
Quindi anche il rapporto con il noleggio professionale deve essere inquadrato con grande prudenza: di certo gli strumenti del Web 2.0 non potranno mai sostituirsi all’attività professionale di noleggio attrezzature ma potranno invece costituire uno strumento per veicolare e diffondere in modo più efficiente la domanda di beni che il mercato genera, sempre nel pieno rispetto delle regole e con la finalità di tutelare in modo efficacie la salute e la sicurezza delle persone.