“Ti danno l’ombrello quando non piove”. Così si canzonavano le banche ai tempi in cui almeno un ombrello te lo davano ancora, anche se fuori stagione. Con questo soffice anatema, si intendeva la propensione del sistema creditizio a fornirti sostegno finanziario solo se a latere ci mettevi a garanzia il tuo patrimonio.
In tema di sistemi che, pur in presenza di contesti di mercato super privilegiati come l’obbligatorietà, sono gradualmente venuti meno alle loro funzioni, il mondo del noleggio soffre la pressoché totale assenza delle forme assicurative di copertura dei rischi specifici. Appropriazione indebita, danni materiali ai mezzi, responsabilità verso terzi per danni causati da mezzi propri dati a nolo… Le casistiche ancora scoperte, oppure coperte in modo fittizio (cioè con polizze talmente onerose da rendere conveniente la gestione di rischi senza copertura), sono davvero moltissime.
I noleggiatori possono garantirsi, a caro prezzo, coperture base di salvaguardia patrimoniale o del valore del proprio parco; ma i segmenti di rischio da coprire sono talmente tanti che, trasferendo anche parzialmente gli oneri della loro copertura ai clienti, verrebbe poi a mancare la componente di guadagno finanziario del noleggio (già così difficile da far percepire).
Un bel rebus
La dimensione delle operazioni di noleggio, nella maggior parte dei casi, non giustifica l’intervento di broker, fornitori di coperture “one shot”; e nemmeno della elevata creatività dei Lloyds, che si muovono ormai solo per assicurare le tette di Madonna o le ginocchia di Leo Messi, ma non per coprire la filiera dei rischi (valore residuo compreso) di una macchina operatrice da 500mila euro.
Anche le trattative gestite a livello di singola azienda con il proprio assicuratore non portano buoni frutti, in quanto nessun agente avrà mai deleghe in bianco da parte di compagnie sempre più portate a gestire rischi standard.
Certo, se il sistema giuridico italiano riconoscesse il noleggiatore come figura professionale tipica, probabilmente inserirebbe di conseguenza alcune variabili direttamente nel Codice Civile, agevolando le compagnie a prendere in esame il settore (o magari rendendo obbligatorie certe coperture). Come già succede in Francia con l’appropriazione indebita che, quando a danno di un noleggiatore professionale, viene considerata furto.
Nell’attesa, mentre i volumi di noleggio continuano a crescere a scapito di quelli della vendita, la gestione dei rischi è demandata ai noleggiatori, costretti a giochi di prestigio per trovare il miglior equilibrio possibile tra accollarsi i rischi, calcolare giuste franchigie e mantenere la convenienza per l’utilizzatore. Sperando che questo almeno paghi con puntualità. E non è sempre detto.