Con questo articolo completiamo la nostra serie sul cloud computing per le aziende di noleggio, iniziata qui e proseguita con l’analisi prima dei benefici e poi dei prerequisiti per usare queste nuove tecnologie.
Sul fronte dei rischi del cloud computing (il tema di oggi) il primo che viene subito in mente è quello della sicurezza dei dati. E la sicurezza fa riferimento essenzialmente a due problemi: il rischio che i dati siano sottratti con un attacco informatico, e quello che vadano, peggio ancora, completamente o anche solo parzialmente perduti.
L’opinione comune, in modo tutto sommato naturale, è che il cloud computing sia poco sicuro: d’altra parte, chi copierebbe i propri dati aziendali sul server di un’altra impresa? C’è un po’ la percezione di dover tenere i dati “vicino a sé”, dove li si può sempre tenere d’occhio.
I fornitori di soluzioni cloud rispondono a questi dubbi con due considerazioni che cercano di ribaltare la prospettiva: quanto è sicuro il server presente nella nostra azienda di noleggio? E che cosa succederebbe se (facciamo gli scongiuri) dovesse guastarsi? L’attività aziendale resterebbe probabilmente ferma per un giorno o due.
Presso un fornitore di servizi online (ad esempio, Amazon), invece, il guasto di un server non viene neppure percepito dagli utenti, perché la macchina viene subito sostituita da un’altra. E, per quanto riguarda la sicurezza, l’accesso ai server (sia fisico che virtuale), viene costantemente monitorato da professionisti che fanno questo di mestiere.
Occorre comunque verificare che il fornitore di servizi cloud abbia una serie di strumenti e piani di gestione delle emergenze, fisiche e di sicurezza dei server, e che offra precise garanzie in tal senso nel contratto di servizio (cosa che spesso è già prevista come standard).
Mai abbassare la guardia
La professionalità e le garanzie fornite dal fornitore non devono però far passare in secondo piano i rischi interni all’impresa di noleggio. Un rischio da monitorare è legato, ad esempio, alla possibilità che un dipendente, dopo esser stato licenziato, si impossessi di dati aziendali, il che deve far nascere precise procedure di controllo.
Inoltre, come abbiamo già visto parlando dei requisiti, occorre che la linea di connessione aziendale sia sempre efficiente. Anche per questo servizio, dunque, saranno necessarie connessioni di sicurezza e contratti stringenti sul livello di servizio garantito dal fornitore (che, tuttavia, potrebbero già essere stati adottati nella normale amministrazione).
Sempre a proposito di garantire l’accesso ai dati, un altro elemento da considerare è la loro portabilità: occorre assicurarsi che i dati, in caso di chiusura del contratto o di cambio del fornitore, siano sempre accessibili e, possibilmente, riutilizzabili senza grossi sforzi per il passaggio a una soluzione di altro tipo. Soluzioni che, come per Facebook, prevedono che i dati restino di proprietà del fornitore, non sono neppure da prendere in considerazione.
Una soluzione mista?
In conclusione al nostro speciale, possiamo dire questo: se ancora non si è convinti delle soluzioni di cloud computing (soprattutto sul fronte dei rischi che abbiamo appena analizzato), non è obbligatorio fare il passaggio in modo immediato.
Molte aziende di noleggio stanno iniziando a sperimentare i sistemi cloud, mantenendo però in casa una versione del o dei software che usano quotidianamente. In questo modo c’è tutto il tempo di fare le proprie valutazioni, e di considerare tutti gli aspetti e le funzionalità dei prodotti utilizzati, passando a una soluzione completamente “nella nuvola” in un secondo momento.
Tuttavia, si può immaginare già ora che questo sarà il futuro dell’uso dei software: più passerà il tempo, più si affievoliranno gli ostacoli a questi sistemi, e sempre di più saranno le funzioni disponibili online. Il caso dell’online banking, da questo punto di vista, per certi versi è un esempio di quello che ci aspetta.