Grazie ai sistemi di car sharing, negli USA come in Europa sta diventando sempre più semplice muoversi nelle città senza possedere la macchina che si usa: oltre alle aziende tradizionali dell’autonoleggio, sono sempre più presenti servizi con cui si può prendere a noleggio la vettura di qualcun altro, sia di un’azienda (sistemi come Car2Go o EnJoy) sia di altri privati (servizi peer-to-peer).
Ma uno degli ostacoli, se vogliamo anche banale, allo sviluppo di questi servizi, è la necessità di gestire il passaggio delle chiavi della vettura. Un passaggio che, nell’autonoleggio tradizionale, è gestito dal personale della filiale, ma che nelle forme di car sharing più innovative deve essere cambiato radicalmente.
Questo è il motivo per cui RelayRides (che da oltre un anno è entrata negli aeroporti e offre il servizio di noleggio delle auto anche all’interno di più di 300 negli USA) ha comprato la rivale Wheelz. Quest’ultima infatti possiede la tecnologia DriveBox, che consente di aprire la macchina e farla partire con una carta magnetica o una App per cellulare.
Non dover usare le chiavi facilita l’ingresso nel sistema di nuovi noleggiatori, e se il sistema è facile da installare è ancora meglio.
RelayRides in passato ha già lavorato con uno dei suoi soci, General Motors, per consentire a chi ha una macchina GM con sistema OnStar di noleggiarla e far entrare eventuali utilizzatori attraverso un’App o un SMS. Le macchine presenti nel “parco mezzi” (se così possiamo chiamarlo) di RelayRides sono a oggi molte migliaia.
Se il car sharing dovesse prendere piede su scala maggiore di quella attuale, potrebbero esserci conseguenze rilevanti sia per i volumi di traffico che per le vendite delle case automobilistiche. La società di ricerca Frost and Sullivan, ad esempio, stima che nel 2009 un’auto di questi sistemi avrebbe potuto sostituirne 15.
L’obiettivo di RelayRides è proprio quello: mettere una vettura a disposizione di 100 milioni di americani (a 10 minuti di passeggiata a piedi) entro il 2015. L’obiettivo è ambizioso, ma l’acquisto di Wheelz potrebbe aiutarla a raggiungerlo.
Il servizio è diverso da quello di Uber: qui non si tratta di noleggio con conducente, ma di vero e proprio autonoleggio, a breve o anche a lungo termine, con i suoi pro e i suoi contro. Ma a differenza di sistemi come Car2Go, dove è un’azienda a investire, nel car sharing peer-to-peer le auto sono messe a disposizione dai singoli proprietari (come avviene per Uber): le prospettive di crescita rapida del parco di mezzi a disposizione sono quindi molto concrete.
Anche per questo recentemente RelayRides si è assicurata un altro giro di fondi (10 milioni di dollari) di finanziamento, da parte di investitori tra cui Google Ventures.