Una volta la casa era un luogo personale e privato, ma agli italiani piace sempre di più condividere le proprie abitazioni non solo con amici e familiari, ma con un vero e proprio pubblico eterogeneo composto anche da estranei. Secret concerts, mostre di artisti emergenti, presentazioni di libri e chef, pranzi e cene con sconosciuti, sono la nuove frontiera dell’home sharing, basato non tanto sulla condivisione di uno spazio ma di una passione o di un’esperienza in compagnia. Secondo un’indagine eseguita dal sito dedicato agli affitti Immobiliare.it, il 68,5% degli italiani si dice pronto ad aprire le porte della propria abitazione per un evento, con la possibilità di trasformarla in una fonte secondaria di guadagno, seppur limitato.
Se il denaro è il motivo principale del voler trasformare le proprie stanze in luoghi di aggregazione (61% degli intervistati), è anche vero che il 21,8% lo farebbe per condividere passioni, come musica, mostre fotografiche o presentazione di libri, nella comodità della propria abitazione ma aperte a un pubblico seppur limitato. Il 18,3% desidera organizzare corsi o attività legate al cibo e alla cucina mentre il il 16,8% aprirebbe le porte di casa per fare conoscenze (motivazione più diffusa soprattutto al Nord). Ne sa qualcosa Paolo Zangara, musicista varesino tra i primi ad aprire la sua casa al pubblico per concerti esclusivissimi sotto il nome di Sur Le Sofa, le cui iniziative si possono seguire su Facebook.
Ovviamente per i padroni di casa è importante anche mantenere una certa privacy, per cui per quanto uno spazio privato diventi pubblico per qualche ora restano delle zone off limits: il 74% di chi preferisce mantenere chiusa almeno una stanza ha indicato la camera da letto, seguita dal 18,8% delle risposte relative alla cameretta dei figli. Porte aperte invece per bagni e cucine, dove la percentuale di chi non li condividerebbe mai con degli sconosciuti non ha nemmeno superato il 5%.
E i vicini? L’indagine ha intervistato le persone che hanno ha già messo a disposizione la casa per uno o più eventi pubblici per capire se questo ha rappresentato motivo di litigi e disguidi con i vicini e oltre il 90% degli intervistati ha confermato che non hanno registrato lamentele o intoppi. Voi cosa ne pensate? Aprireste casa vostra per un evento pubblico?