Proprio quando sembrava che Uber potesse ricominciare a lavorare in Germania, arriva un altro colpo di scena nella battaglia legale che la vede opposta alle associazioni locali dei tassisti e alle autorità locali tedesche.
Come ricorderete, proprio pochi giorni fa vi abbiamo raccontato della sospensione del servizio, avvenuta in seguito all’intervento del tribunale di Francoforte a causa della denuncia di una associazione locale, Taxi Deutschland. Ma proprio pochissimi giorni fa il Giudice ha annullato la sospensione, consentendo a Uber di operare.
Il motivo della ripresa non è un’autorizzazione definitiva a Uber, ma solo un cavillo burocratico: la Taxi Deutschland ha presentato la sua denuncia troppo tardi per appellarsi alle leggi sulla concorrenza. Ovviamente l’associazione dei tassisti ha detto che presenterà ricorso.
Quindi, in base a questa informazione, sembrava che Uber avesse la strada spianata per riprendere la sua attività.
Ma poi è arrivata un’altra notizia, stavolta negativa per il leader globale del car sharing peer to peer: le corti amministrative di Berlino e Amburgo hanno nuovamente stoppato Uber, sostenendo che essa violerebbe le norme tedesche sul trasporto di passeggeri. La prima ha sentenziato che non c’è modo di sapere se i guidatori di UberPop (il servizio “normale”) sono in grado di assumersi la responsabilità di trasportare altri passeggeri, mentre la seconda ha respinto il ricorso di Uber, che rivendicava il suo diritto alla libera intrapresa anche in base alle norme europee.
Uber per ora non risponde, dichiarando di voler leggere bene le motivazioni di queste due sentenze, e di voler rispettare la legge tedesca. Non fa neppure sapere se continuerà l’attività nelle due città oggetto del nuovo stop, ma fino a oggi il ritiro da una città è avvenuto solo in un caso in 43 paesi, quello di Vancouver. Quindi possiamo attenderci una nuova battaglia a colpi di carte bollate.
In generale, tuttavia, nessuna delle tre decisioni sembra particolarmente favorevole a Uber, in quanto l’unica ad averle dato ragione deriva esclusivamente dall’applicazione di una formalità burocratica all’istanza presentata dalla controparte avversa… Insomma, nulla di particolarmente nuovo da un paese che, nonostante la forte crescita economica e il modello di mercato del lavoro preso da molti come esempio, è additato da altrettanti esperti per la sua rigidità e necessità di riforme nel settore dei servizi.