A meno di 15 chilometri da Manhattan c’è un grandissimo magazzino logistico che gestisce con ritmo elevato migliaia e migliaia di capi di abbigliamento e accessori al giorno.
I capi, di buona o ottima qualità, vengono ispezionati, controllati, lavati e stirati, se necessario sottoposti a trattamenti speciali, o riparati nei loro componenti (come zip, bottoni e altri elementi). La gestione è molto rapida: la maggior parte dei capi viene trattata in meno di una giornata.
Questa efficienza è fondamentale per Rent The Runway, il primo servizio di noleggio abiti per tutte le occasioni, di cui abbiamo spesso avuto modo di parlare sulle pagine di questo portale. Questo magazzino, il più grande al mondo per le attività di lavaggio a secco, è in grado di gestire 2.000 capi all’ora.
L’azienda (ormai è cresciuta abbastanza per non chiamarla più start-up) ha raggiunto un valore di mercato stimato di 800 milioni di dollari. La sua attività è iniziata con il noleggio di vestiti di moda formali per occasioni specifiche (cerimonie o altri eventi), ma ora quasi tre quarti dei suoi 9 milioni di clienti lo usano per abiti da lavoro. Gli iscritti al servizio “illimitato” (il più costoso, che richiede di sborsare 159 dollari al mese) possono prendere a noleggio 4 abiti o accessori alla volta.
Rent The Runway ha abbondantemente passato la fase del suo sviluppo in cui doveva confrontarsi con i pregiudizi dei clienti (ad esempio sul mettere un abito indossato da qualcun altro). Oggi l’effetto novità e la flessibilità di poter provare un abito quando si vuole hanno fatto breccia nel grande pubblico. Il 40% delle donne che hanno sentito parlare del noleggio di abiti ha dichiarato di essere disponibile a provarlo. Il fatto che il costo sia circa un sesto del valore di mercato dei prodotti e che pulizia e assicurazioni siano comprese nel prezzo costituiscono altri potenti incentivi. E se, come a volte capita, succede un disguido (una taglia sballata rispetto alle attese, un vestito stirato male), Rent The Runway procede a un rimborso senza troppi problemi.
Per attrarre nuove clienti Rent The Runway ha aperto negozi fisici a New York, Chicago, San Francisco, Los Angeles e Washington. Secondo l’azienda, il numero di visitatori è cresciuto dell’80% nell’arco di un anno. Il fatturato è stato di 100 milioni di dollari nel 2016, e l’azienda sostiene di aver raggiunto il break even a livello operativo (non ancora complessivo). I negozi, posti in città con una vasta popolazione di clienti impiegati nei servizi, sono ottimi punti di ritiro di vestiti anche all’ultimo minuto, prima di andare in ufficio.
Le sfide per il futuro
Tra le sfide che Rent The Runway deve affrontare c’è in primo luogo quella della logistica. Da un lato c’è il problema, ben noto a tutti i noleggiatori, del ritardo nella restituzione dei beni da parte dei clienti: l’azienda applica una rigorosa politica di penalità, che è pari a 50 dollari per ogni giorno di ritardo nella consegna, a partire dal secondo.
Dall’altro c’è quello dei ritardi di consegna da parte dell’azienda, che ovviamente non fanno piacere ai clienti. In passato questo era esacerbato ulteriormente dalla carenza di disponibilità elevate di prodotti, soprattutto nei primi tempi di attività, in cui l’azienda ha sottovalutato l’interesse dei clienti per questo servizio, mentre oggi le cose sono molto migliorate.
Alcune aziende, oltre a replicare il modello di Rent The Runway, stanno cercando di trovare nuovi clienti presso i distributori al dettaglio in cerca di nuove opportunità di ricavo. Gwynnie Bee, ad esempio, offre ai retailer un servizio completo di piattaforma digitale, pulizia e gestione del magazzino di prodotti. Diverse catene al dettaglio si sono dette interessate a esplorare questa opzione, che di fatto rappresenta una convergenza, pur iniziando da punti di partenza opposti, verso un modello di noleggio con piattaforma digitale ma negozi fisici.
L’interesse delle catene tradizionali da un lato è ovviamente una notizia negativa per Rent The Runway, perché significa un aumento della competizione da parte di operatori ben presenti e posizionati presso i consumatori. Dall’altro, tuttavia, è il simbolo del fatto che il noleggio di abiti è tutt’altro che una moda passeggera.